talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

22 aprile 2012

Rush finale

Ieri la Samp ha pareggiato a Vicenza,tutti a dire che è un’occasione mancata, ma secondo me è un punto che fa classifica contro una squadra infognata nella bassa classifica. Certo, eri in vantaggio e dovevi chiuderla. Ma ormai si è capito che la Samp di quest’anno non è cinica, difficilmente chiude le partite e quindi meglio un punto che zero, come a Crotone dove abbiamo perso al 94’.

Ieri al Menti gli episodi non ci hanno favorito. Romero si è fatto male e si è visto sul gol del Vicenza. Semmai lì l’errore è stato non sostituirlo subito, il gol che abbiamo subito era evitabile. Peccato. Ma nel primo tempo Romero aveva parato un rigore. Speriamo che Romero si riprenda per la prossima partita, in casa contro il Bari. Idem per Gastaldello, costretto a lasciare il campo per un infortunio. Altrimenti fiducia a Volta, che da centrale è sempre valido.

Nelle ultime partite il pacchetto arrettato della Samp ha trovato un assetto ottimale: la squadra prende pochi gol e speriamo che Romero e Gastaldello non manchino le prossime partite che sono decisive.

Di buono ieri c’è stato il primo gol di Eder, che finalmente si è sbloccato. Speriamo che continui a buttarla dentro, perché i centrocampisti non segnano anche se da gennaio la squadra è davvero trasformata. Insomma, ieri potevamo vincere ma meglio un pareggio che perdere come a Crotone.

Le partite decisive sono le prossime in casa che dobbiamo vincere per continuare a sperare nella rincorsa ai play off. Per fortuna adesso Marassi è diventato un campo amico, dopo un girone di andata in cui le scorie della retrocessione erano ancora in circolo. La prossima contro il Bari, poi in casa ancora contro Pescara e Reggina. Fuori abbiamo Modena (che è salvo), Juve Stabia (che senza penalizzazione avrebbe i nostri stessi punti e secondo me è molto forte) e l’ultima a Varese, nostra diretta concorrente. A Varese bisgonerebbe arrivarci con la possibilità di pareggiare, per non trasformare il match nella partita della vita. Altrimenti a Varese diventa un vero spareggio play off.

Per ottenere questo risultato, bisogna vincere le partite in casa, cercare di vincere a Modena, che secondo me è l’unica partita abbordabile contro una squadra che non ha più obiettivi, e non commettere passi falsi in casa. Speriamo che reggano la pressione. Non sarà una passeggiata. C’è da dire che il Padova sembra in flessione. Secondo me, la corsa dobbiamo farla sul Padova più che sul Varese, che mi sembra abbia più smalto.

Una annotazione: la Samp non prende un rigore mai e poi mai. Abbiamo anche subito una massa di cartellini rossi. Non si può dire che ci abbiano favoriti in questo campionato.

Ieri il Real Madrid ha bastonato il Barcellona al Nou Camp e godo, Guardiola e il tic tac del Barcellona hanno fatto il loro tempo. Ora speriamo che il Chelesea butti fuori gli azulgrana dalla Champions. Basta peana a Messi & Co, sono stucchevoli, 70% di possesso palla e devono entrare in porta col pallone. Grande Ronaldo che ha zittito il Nou Camp e sono contento per Mourinho, un grandissimo allenatore.

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mister de siena, è mancata la voce del padrone

(faccio finta di essere massimo mauro in "visti dall'ala") la squadra orfana di mister de siena tiene bene il campo per la prima mezzora, imponendo il suo gioco rapido e brillante. ma alle prime difficoltà si scioglie come neve al sole. quello che manca al cinque di mister cunnu è il carattere tetragono del suo allenatore-giocatore. la sua assenza si fa sentire in termini di cervello e tempi tattici, che l'esterno sinistro sa dettare alla squadra soprattutto nei momenti di calo e smarrimento.

certo, la presenza sul rettangolo dello sporting marconi di fabrizio al posto di de siena porta in dote un tasso tecnico e una vivacità di gioco e soluzioni maggiore al cinque senza pettorina, ma nel momento del bisogno, quando gli automatismi mandati a memoria dai giocatori e ripetuti da de siena fino alla nausea cominciano a scricchiolare, manca la voce del mister in campo. la voce del padrone capace di addormentare il gioco e dettare i tempi alla squadra anche buttando la palla in tribuna o iniziando una delle sue proverbiali meline. e così dopo il 4-1 comincia di fatto il tracollo, più psichico che fisico, dei ragazzi di de siena, accelerato dall'acciacco che costringe alberto in porta per gran parte del match. un duro colpo per il cinque di mister de siena, che accusa il colpo più nella testa che nelle gambe.

c'è da dire che anche gli avversari non restano a guardare. uomo simbolo, uomo partita sky della serata, quel francesco minchillo capace di mettere a segno due sigilli di rara fattura con tiri da fuori area che stupiscono in primo luogo i suoi compagni di squadra: soprattutto il tiraccio dalla destra, che si schianta sotto la traversa prima di insaccarsi e lasciare ammutolito il pubblico dello sporting marconi. il replay mostra chiaramente che non è stata una botta di culo perché minchillo voleva tirare lì e ha preso la mira.

il nervosismo di alberto nella seconda parte del match è la prova provata del vuoto lasciato da mister de siena. i campioni vanno gestiti, e l'unico in grado di gestire le star della squadra è de siena, maestro nel dosare bastone e carota i suoi uomini migliori, con sapienti richiami conditi da calci e calcetti nel suo perenne match nel match con l'altro tappi in campo, antonio.

il bomber di foggia inanella l'ennesima prestazione da otto, con una media gol che in questo scorcio di stagione lo avvicina sempre più a miroslav klose: gol pesanti, media gol invidiabile e ripiegamenti difensivi che evidenziano gli sforzi del bomber di foggia di trasformarsi nell'uomo squadra che in gioventù non era mai stato, troppo innamorato del gesto tecnico. insomma, bomber tappi, rubati gli insegnamenti di mister de siena, non pensa solo a segnare, ma mette al primo posto la squadra, che anche in difficoltà non perde la freddezza ed è capace di cambiare in corso d'opera, passando da un evanescente 1-2-2 ad un più pragmatico 1-3-1 che manda in tilt gli avversari.

ma l'immagine simbolo resta quella di francesco minchillo, accartocciato sul pallone in porta, che forse la trattiene ma forse no, ma intanto salva un gol fatto con alberto che sclera e de siena che stacca il collegamento satellitare prima del triplice fischio, ormai è finita, e pensa che al suo ritorno ci sarà molto lavoro da fare per ricompattare uno spogliatoio che in sua assenza diventa ingovernabile più di quello dell'inter. e intanto monta la contestazione della piazza.

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de siena vince e convince, l'infortunio di alberto chiave del match

(faccio finta di essere massimo mauro in "visti dall'ala") un match in salita fin dall'inizio per bomber tappi e compagni, che stentano ad ingranare e alla fine escono giustamente sconfitti dal campo. costa caro il black-out dopo l'infortunio di alberto, che di fatto chiude la partita a favore dei ragazzi di de siena. Sulle ali dell'infortunio, de siena e compagni volano verso una vittoria tutto sommato meritata per impegno, applicazione, sudore e voglia di vincere fino all'ultimo secondo. fatale a bomber tappi & co una certa rilassatezza e la convinzione di essere superirori agli avversari: ma con stefano in forma top player e alberto che si fa male, la bilancia pende dalla parte di de siena, maestro nel trasformare l'infortunio di tappi senior nell'arma in più per vincere finalmente dopo mesi di digiuno. un trasformismo creativo, quello di mister de siena, capace di volgere a suo vantaggio l'apparente situazione di inferiorità dovuta all'infortunio dell'estroso quanto indisciplinato attacante.

i tatticismi di mister de siena danno i loro frutti, anche per l'ottima vena realizzativa del rientrante stefano che si ripresenta sul campo in forma smagliante e segna una valanga di reti. la svolta del match è lo scontro in campo nel finale tra alberto e suo fratello: dopo l'urlo lancinante di dolore dell'estroso attaccante di mister de siena, la squadra di bomber tappi ammutolisce e paradossalmente si spegne, forse convinta di aver già fatto suo il match. qualcosa scatta nel cervello di bomer tappi & co. emblematica la doppia occasione fallita da bomber tappi & co davanti al portiere, cioè davanti al claudicante alberto relegato fra i pali nel finale di partita, momento decisivo del match nel quale alberto non subisce nemmeno un gol; errori che davanti ad un portiere sano sarebbero stati evitati da un minchillo dribblomane non evanescente e da un bomber tappi condizionato dalla presenza del fratello ferito ma mai domo fra i pali. errori causati da troppo fair play, un atteggiamento che di fatto si trasforma in un boomerang. il black out nel finale costa caro con un passivo pesante di 11-8. io personalmente nel finale sono andato in porta sull'8-7 per noi e ho preso 4 pere in pochi minuti, di cui una fra le gambe da luca. amen.

a parziale scusante dei ragazzi di bomber tappi, la fatica accumulata nel periodo invernale costellato da una serie lunghissima di vittorie. a peggiorare il quadro il campo bagnato, che favorisce il gioco maschio dei cursori di de siena, e il dolorino al ginocchio che condiziona il rendimento di bomber tappi, che si scopre metereopatico con un ginocchio ballerino quando cambia il tempo. da notare l'applicazione spasmodica degli schemi del cinque di mister de siena, schierato a sorpresa come falso centravanti a inizio dell partita, arrivando persino al tiro di destro che lo manda un po' in tilt (il destro per de siena è fuori dagli schemi). ottima prestazione ancora una volta, e non è più una sorpresa, da parte di luca il più rigenerato dopo il trattamento de siena. la pausa pasquale arriva a fagiuolo per la squadra di bomber tappi, chiamata a riprendere le forze e a tornare in campo con un piglio più mordace e cinico contro la squadra muscolare di de siena, impreziosita dal duo stefano-alberto, che non disdegna il ricorso alla guerra psicologica per portare a casa i tre punti. la trappola di de siena porta i tre punti. la trasformazione anche in tappi senior, che nonostante l'infortunio stringe i denti, va in porta e annichilisce psicologicamente il fratello e la squadra avversaria.

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21 aprile 2012

La sindrome di Scerbanenco

Belin, hanno cambiato l'impostazione del blog e lo sto provando per la prima volta. E' un po' diverso, ma ci farò il callo. L'altro giorno stavo pensando al prossimo post da scrivere. Come sempre, quando ci penso troppo poi non lo scrivo. E' meglio quando mi siedo e scrivo senza pensarci troppo. Se no poi alla fine non so cosa scrivere o mi confondo, o mi invescendo o faccio il Pulitzer.

Stavo pensando mentre attraversavo la strada a Sant'Andrea della Valle che volevo scrivere un post sul rapporto fra scrittore e pagina bianca. La pagina bianca è come una pista di sci quando ha appena nevicato, quando tu sei in cima alla discesa e te la godi dall'alto, intonsa, sembra un panettone vergine, dove ci farai le tue serpentine sopra e le disegnerai belle rotonde. Un bel panettone, che poi quando sei sull'impianto di risalita lo guardi dall'alto e riconosci i solchi dei tuoi sci e sei contento.

La pagina bianca è come l'uovo di pasqua al cioccolato, Pernigotti, un secondo prima di romperlo a martellate.

La pagina bianca di fronte allo scrittore è come un duello, un bel duello western e tu sei Klint Eastwood pronto a premere il grilletto alla velocità della luce per ucciderla, sta pagina bianca, e riempirla con le tue cose. E poi soffi sulla canna della colt prima di rimetterla nella fondina, sotto il poncho lurido, tu e la tua barba di sei settimane.

E' un bel match, la pagina bianca, perché se ti arriva il blocco dello scrittore, che alla fine è un po' come il gomito del tennista o il pollice valgo, sono tutti affari tuoi, scrittore. Perché sei tu che non riesci a scrivere, forse soltanto perché non hai il coraggio di lasciare andare le mani sulla tastiera. E lasciale andare ste mani, belin.

Perché alla fine se sei scrittore, resti scrittore anche se non scrivi. Non so se mi spiego, è come uno che sa sciare, continua a saper sciare anche senza gli sci ai piedi, in mezzo al traffico o alla fermata dell'autobus, perché se gli mettessero gli sci ai piedi lui scierebbe anche in via Merulana senza neve. Resti scrittore d'estate, d'inverno, di giorno, di notte sempre. Mica ti passa, non è un mal di testa e di certo non basta l'aspirina per fartelo passare. Il bernoccolo dello scrittore, il gomito del tennista. I piedi a papera. L'occhio di triglia.

Insomma, ci sono un sacco di volte che io scrivo anche se non sto scrivendo, dentro la mia testa, soltanto che poi mi dimentico e non so più scrivere quando sono di fronte al computer. Però, resto sempre uno scrittore, perché dentro la mia testa scrivere ho scritto. Amen.

La pagina bianca per lo scrittore è un po' come tirare un rigore a calcio: vai sul dischetto, devi fare gol. Sei il rigorista anche se lo sbagli. Anzi, a maggior ragione sei il rigorista quando lo sbagli. Certo, se la butti dentro è meglio. "Baresi, der alte Fuchs", diceva il telecronista quando sbagliò dagli 11 metri nella finale del mondiale '94. Belin se l'ha tirato, l'ha tirato fuori.

L'altro giorno, ci stavo pensando e mi sa che anche io ho un po' la sindrome di Scerbanenco, c'è chi scrive il romanzo lungo 800 pagine e chi invece, come Giorgio Scerbanenco, è il maestro del racconto breve e delle idee a raffica. Poi magari se fosse stato in grado di approfondire quello che scriveva diventava un romanziere da paura, però anche così sputaci sopra a Scerbanenco.

L'altro giorno c'era la notizia che al Pulitzer non sono stati in grado di trovare un romanzo da premiare nella sezione narrativa americana. Ora, tutti dicono che la giuria è stata onesta, se non c'era un romanzo degno del premio, meglio lasciare il premio vacante per un anno. Non sono d'accordo, secondo me vuol dire che la giuria non è stata capace di fare il suo lavoro perché sicuramente un romanzo degno del premio c'era. Non hanno cercato abbastanza. Adesso mi voglio comprare il Re pallido di David Foster Wallace, che era in lizza per il Pulitzer, e vedere se non era degno del premio.

Oggi a proposito del Pulitzer mancato sulla Stampa il direttore diceva che la giuria ha fatto bene, che così il premio mantiene il suo prestigio ecc. Non sono d'accordo, perché una partita di calcio resta una partita di calcio anche se le squadre fanno schifo, idem per un romanzo: resta un romanzo anche se non ti piace e se non ti piace non è che dai due premi alla categoria online e lasci vacante la narrativa.

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