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mi è tornata voglia di scrivere

17 gennaio 2016

Samp da brividi, Montella o non Montella

Sono passati due mesi dal mio post sull’arrivo di Montella e vorrei fare un piccolo bilancio della Samp con l’aeroplanino in panca. Cerco di restare lucido ma non è semplice dopo la partita penosa di oggi contro il Carpi. Sono inviperito, ennesima prestazione da dimenticare, ma quest'anno è così. Amen.

Oggi a Modena contro il Carpi abbiamo buttato via la partita, è la seconda sconfitta di seguito dopo quella di misura contro la Juve. Due partite zero punti dopo la vittoria (con terrore finale) del derby.

La squadra, Montella o non Montella, non ha carattere e secondo me è lentissima nella costruzione di gioco. Troppo ferme le punte e centrocampisti inchiodati. A tutto ciò bisogna aggiungere una difesa colabrodo, che prende gol con una regolarità imbarazzante, in media direi due a partita.

Se non fosse per Viviano, che quest’anno sta parando alla grande, saremmo messi anche peggio in classifica.

La partita di oggi, Montella o non Montella, fa il paio con la sconfitta subita nell’era Zenga contro il Frosinone. Queste sono partite dove noi dobbiamo fare punti, almeno un pareggio bisogna portarlo via. Belin non si può perdere contro il Carpi.

Oggi forse Montella è andato in confusione.

Perché ha giocato Pereira? Ultimamente ha sempre giocato Cassani, che con Carbonero aveva costruito una bella cerniera sulla fascia destra, oggi distrutta per la simultanea esclusione del colombiano, che nelle ultime settimane era sempre stato titolare e che considero la miglior scoperta della Samp di quest’anno.

Pereira è giovane, copre poco e male. Oggi dalla sua parte c’erano le praterie, e senza la presenza del più dinamico di tutti, Carbonero, la fascia destra della Samp era un’autostrada per un tal Di Gaudio del Carpi che oggi si è pure guadagnato un rigore (stupidissimo).

Il povero Eder oggi era costretto a fare il terzino. Belin che spreco.

Eder è il giocatore più penalizzato dal nuovo assetto di Montella, che punta tutto su Cassano. Eder è costretto a giocare defilato, eppure è lui quello che finora ha segnato di più nella Samp e in questo modo invece non arriva quasi mai al tiro perché gioca troppo lontano dall’area di rigore.

Mettici poi che Cassano interferisce e non gli lascia nemmeno battere le punizioni e vedi che se continua così Eder saluta e se ne va all’Inter. Con Zenga la coppia Eder-Muriel era al centro del progetto, ora le cose sono completamente cambiate, ma i gol chi li fa senza di loro?

Montella deve essere intelligente e non incaponirsi a senso unico su Cassano che, è vero, sta giocando bene e che anche oggi ha preso una traversa clamorosa. Ricordo però anche il gol che si è mangiato altrettanto clamoroso.

Correa non può essere titolare. E’ di una lentezza fastidiosa, innamorato della palla, non illumina e non copre mai. E’ vero, oggi ha fatto pure un bel gol, ma nell’economia della squadra è dannoso. Correa è in Italia da un anno, non è Maradona e non è nemmeno Veron (purtroppo). Ce la mette tutta Correa, ma dopo un anno le promesse non sono mantenute, tenuto conto che si tratta di un giocatore con muscoli di cristallo. Meglio Carbonero o al limite Ivan, che quanto meno corre, porta acqua e copre e insieme al colombiano è la miglior scoperta della Samp di quest'anno.

Il povero Muriel è ridotto a un comprimario, sbaglia gol incredibili, come quello di oggi quando ha sparato addosso al portiere dall’area piccola. Belin Muriel che spreco di talento.

Silvestre in difesa fa paura. La partenza di Romagnoli nella difesa della Samp ha lasciato una voragine. Moisander poveretto ce la mette tutta anche lui ma è scarsino, non ne abbiamo azzeccato uno in difesa purtroppo. Poi quest’anno c’è De Silvestri infortunato, grave tegola per la squadra.

Secondo me Cassani, se non è rotto, dovrebbe giocare sempre sulla destra. Ma oggi era rotto Cassani? Altrimenti non capisco questi cambi di formazione di Montella. Oggi ci ha messo del suo con Correa e Pereira dentro in simultanea dal primo minuto. La squadra è troppo fragile per fare esperimenti, dobbiamo giocare umili per fare punti, due innesti così sono un azzardo per la squadra che abbiamo.

Il povero Barreto corre tanto ma ha piedi così così, Montella non lo vede bene per il suo gioco. Altro giocatore né carne né pesce il paraguaiano.

Fernando in generale non mi dispiace, al primo anno in Italia sta facendo discretamente, certo è lento e non poco. Peccato il palo di oggi. Anche la fortuna non ci arride.

Poi c’è Cassano. Ha fatto delle belle partite ultimamente, ma quando la giornata è storta, come oggi a Carpi, rischia di fare danni. E’ nervoso, innervosisce anche i compagni (soprattutto Eder e Soriano), compagni senza personalità, alla costante ricerca di un leader in campo che non c’è.

Ma il problema più grande è che con Cassano in campo Eder sparisce o quanto meno dimezza il suo potenziale. E per come siamo messi in classifica, per la fragilità della difesa, per la carenza di alternative, per la lentezza dei giocatori, senza Eder al 100% del coinvolgimento nel progetto Samp non sarà una passeggiata. Eder ci tiene a galla da anni ormai, va tutelato e messo nelle condizioni di fare male e non deve fare il terzino.

Insomma, prevedo un girone di ritorno di grande sofferenza per i colori blucerchiati, invischiati nei bassi fondi della classifica fino alla fine. Se pensavamo di essere fuori dalle secche dopo la vittoria del derby siamo avvertiti: ci sarà da patire fino all’ultimo. E la prossima contro il Napoli in casa non promette nulla di buono. Un’altra sconfitta e saremo di nuovo lì nel baratro.

Punti buttati via come oggi a Carpi non ce li possiamo permettere. E per favore a gennaio vendere Rodriguez, giocatore impresentabile in serie A, e comprare un centrale di difesa da schierare titolare al posto di Silvestre e Moisander. Zukanovic è appena un po’ meglio.




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16 gennaio 2016

La Ladra di piante, un noir magnetico

‘La ladra di piante’, il noir della mia amica e maestra di giornalismo Daniela Amenta, mi è piaciuto molto belin, e così scrivo questo post, per dire a tutti che se lo devono leggere perché è un bel giallo, anzi noir come la copertina (anche la copertina mi piace del libro, nera con la pianta rossa).



Complimenti Daniela, belin non perché sei mia amica e mia maestra di giornalismo anche se forse non te n’eri mai accorta ma io te lo dico sempre anche se non ci vediamo quasi mai, ma perché hai scritto un bel giallo, hai fatto un bel lavoretto di fino. Io di gialli me ne intendo, ne leggo a vagonate e quindi parlo a ragion veduta, in casa ho praticamente tutti i libri della Sellerio di chiunque e mi leggo il noir scandinavo da anni come fosse yogurt a colazione, tutti i giorni un giallo diverso a letto prima di dormire. Il mio sogno è scrivere un romanzo prima o poi e lo sanno anche i muri.

Ieri sera mi sono messo a letto e mi sono finito La ladra di piante, poi alla fine non contento, forse ero anche un po’ emozionato, mi sono letto pure un bellissimo Diabolik e poi mi sono fatto una notte sana di sonno.

Il libro mi è piaciuto perché fino alla fine non si capisce chi è l’assassino. C’è l’aprosdoketon, e non è male il giallo con l’aprosdoketon finale. E’ vero che io non sono una cima, come dicono a Genova, cioè non sono troppo perspicace, non sono uno sveglissimo, ma la svolta finale è una bella sorpresa.

Mi è piaciuto questo amore per le piante e per la musica, con tutti i nomi delle piante scientifici. Io non so niente né di piante né di musica, però l’amore per queste due cose è evidente, esce dalle pagine. Sgorga dalle pagine e concima tutta la storia.

Sono belle tutte le storie nelle storie che si collegano fra loro attraverso i personaggi, tutti pennellati con grande maestria e non ne dubitavo.

I giri in motorino per la città, il comitato di quartiere per salvare Villa Sciarra, il ruolo attivo dei gatti che sono personaggi a tutti gli effetti, come d’altronde lo sono le piante che sembrano prendere vita nella concimazione e nella giungla del terrazzo.

Il vivaio, come luogo edenico, unico luogo di felicità della protagonista e il vivaista che diventa una specie di sciamano portatore di sapere anzi di sapienza antica.

I colori e la cappa di afa di Roma, descritta con struggente affetto da parte di Daniela, che ci porta con sé in questo tour interiore che si riflette nei suoi luoghi con potenza e sgasate di quel suo motorino, Arpad, che sembra quasi una rievocazione di Moby Dick e del capitano Achab con la sua Balena bianca imprendibile.

E poi i dettagli sulla zeta del gazometro e la storia nella storia della madre di Magritte, morta annegata e vista cadavere dal figlio pittore che per questo non avrebbe mai in futuro disegnato il volto di nessuno nei suoi quadri. Grandi immagini, grande immaginazione, grande respiro letterario ma sempre nella cornice noir, grande prova tecnica.

La violenza e le sue conseguenze, i suoi danni. Il dolore e poi però anche le risate con la giornata al mare, che ritorna anche alla fine come dimensione purificatrice, e il cuore del melone spaccato a Piazza Belli.

Immagini forti, vivide con la puzza del Tevere che sembra di sentirla lì, sopra la nave dell’Isola Tiberina. Viale Marconi, l’informatore Spada, l’afa sudata della città con cui ci scontriamo tutti i giorni e che però non possiamo fare altro che amare, alla fine, nonostante quella tirata, quella lunga parentesi dove Daniela, hai sputato tutta la durezza e l’incazzatura (condivisibile) nei confronti di una metropoli che ci fa tanto soffrire a volte.

Però devo dire due cose specifiche che mi hanno toccato. Uno, che il 19 settembre (la data dell’inchiesta nel libro) è il mio compleanno e questi sono segni importanti per me che ci credo ai segni e quindi se c’è scritto nel libro di Daniela vuol dire che un mio libro prima o poi lo scrivo pure io.

E due, che la descrizione della redazione e del giornalista è favolosa. Quando deve titolare Daniela ci metti il tuo cavallo di battaglia, ‘Giallo a Monteverde Vecchio', belin in vita tua quanti ne hai fatti di titoli così, questo per me è il tuo sogno di titolo ideale. E ora però secondo me ci vorrebbe la seconda puntata perché vogliamo sapere come va avanti, soprattutto come sta il vivaista e il re della cantina belin.

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