talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

19 marzo 2006

Scrivere è come un modellino

Non ci avevo mai pensato prima, me ne accorgo solo adesso, scrivere è come un modellino. Ti metti lì e monti i tuoi pezzettini del galeone, come quelli che si tengono il modellino in miniatura sul tavolo dello studio e quando hanno tre secondi liberi vanno lì. A montare un cannoncino.

Confesso che non ho mai montato un modellino in vita mia. Nemmeno un puzzle, se è per questo. Però, mi sa che adesso lo sto facendo, perché quando scrivi non fai altro che un po’ di modellismo. Che alla fine è un hobby rilassante, se ti organizzi.

La differenza fra un modellino e un racconto scritto è che i pezzi della nave in scala uno a sei milioni sono tutti nel sacchettino, sta a te metterli insieme con la colla, e magari ci sono anche le istruzioni.

Per i racconti le cose sono diverse. I pezzettini del tuo bel bricolage sono sparsi nella tua testa, che alla fine è abbastanza simile al sacchettino del modellismo, la differenza è che la tua testa non è di plastica. Di solito. Anche se pensandoci bene a volte la tua testa è come un bel sacchetto bucato, i pezzi del racconto scappano dai buchi, e il racconto non lo scrivi più. Oppure lo scrivi incompleto. Che va bene lo stesso, basta che non fai troppi errori di punteggiatura. Le regole sono importanti, o no.

Detto fra noi, a me quelli che fanno i modellini mi sembrano davvero sfigati, ma forse sbagliavo perché piano piano mi sembra di essere uno di loro, soltanto che invece del modellino io scrivo questi racconti. Ma non so mica bene se alla fine viene fuori un galeone che sta a galla oppure un bel Titanic, che semmai se affonda non succede niente. Perché sono solo parole.

Scrivere alla fine è come fare un po’ di giardinaggio, ci vuole un po’ di concime per far crescere le piantine. Di concime nella testa di chi scrive ce n’è di sicuro. Tutti hanno il loro bel sacco di concime in testa, soltanto che poi bisogna innaffiarlo in giardino, se no le piantine muoiono tutte appena nate. Ci vuole il pollice verde per la scrittura intesa come giardinaggio, siete d’accordo con me talentacci.

Anche se ovviamente non bisogna dargliene troppa di acqua alle piante, se no poi non hanno mai sete oppure muoiono come i pesciolini se gli dai troppo mangime. Mi ricordo da piccolo una volta che ho rovesciato mezzo barattolo di mangime in un acquario. Volevo dargli da mangiare, non l’ho mica fatto apposta per farli morire, poi il proprietario dell’acquario se n’è accorto, vedeva i pesciolini rossi che andavano tutti a galla per mangiare ai quattro palmenti e doppio menti, mangiavano troppo fino a scoppiare.

Allora toglieva tutta l’acqua in superficie, era piena di mangime, poi non so com’è finita, se qualche pesciolino ci ha lasciato la ghirba oppure no. So solo che mi hanno allontanato dall’acquario e mi hanno discretamente cazziato, avrò avuto cinque anni. A me gli acquari mi sono sempre piaciuti. Anche se i pinguini all’acquario di Genova mi sembrano un po’ come se vendessero il fish and chips dal Giapponese.

Insomma, scrivere è come fare un modellino, ma senza pezzi, oppure il giardinaggio, ma stai attento al concime, ai pesciolini nell’acquario, ma non dargli troppo mangime che se no li ammazzi, come Ugo Tognazzi nella Grande Abbuffata.