talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

10 marzo 2012

Ci vediamo alla campana


L’ultima volta che avevo messo gli sci ai piedi era stato 12 anni fa, a pasqua del 2000. Una settimana bianca a Livigno all’hotel Lanz. Mi ero affittato i carving, la prima e unica volta che li avevo usati prima della settimana scorsa a San Vigilio di Marebbe, in Alta Val Badia.

I carving sono degli sci da nanetto, alti un metro e sessanta, che però vai come una scheggia e ho capito perché adesso la gente scia con il casco. Io il casco non me lo sono messo, però mi sa che la prossima volta me lo metto, perché sulle piste vai davvero a manetta e anche i paralitici vanno a manetta e diventano delle mine vaganti. Con i carving è molto più facile sciare e così anche chi non è capace si sente Alberto Tomba.

Il mio idolo sugli sci è sempre stato Pirmin Zurbriggen, il polivalente che faceva tutte le specialità, anche la libera e la combinata. Gareggiava per il Lussemburgo ma penso che fosse austriaco.

Adesso gli impianti sono mega moderni a sciare. Gli skilift non esistono più, le seggiovie sono a sei posti e poi ci sono queste cabinovie/ovovie a otto posti e praticamente la coda allo skilift non esiste più. Così, visto che per fare una pista ci vogliono due minuti al massimo, il traffico sulle piste è sempre denso e bisogna stare attenti a non schiantarsi con qualche imbranato che si sente Alberto Tomba.

A San Vigilio di Marebbe ho sciato sette giorni su sette. La mattina sciavo di solito con Nicoletta, che è allenatissima per tutto il jogging che fa, e mi dovevo sempre fermare in pista per riposarmi perché lei è un diesel e va giù senza fermarsi mai perché ha fiato e gambe. A me le gambe mi bruciavano per la fatica, l’acido lattico l’ho smaltio in questi giorni dopo una settimana che sono tornato dalla settimana bianca.

Di mattine sciavo anche con Pietro, che ha la tavola ma non la fa fuori dal bulacco. Quelli con la tavola non sono i miei idoli, secondo me dovrebbero fare delle piste apposite per quelli con la tavola, perché si rischia sempre di cozzare contro di loro se scii perché fanno delle parabole ampie e te li trovi spesso e volentieri davanti senza preavviso. Per fortuna che stavo molto attento e non ho avuto mai cali di tensione, anche perché di pomeriggio la neve era acquosa, sembrava di essere al Diavolezza in agosto.

La più tanquilla era Elisabetta che veniva a sciare e non la menava mai, su niente, invece Nicoletta runsava con gli appuntamenti alla campana ma non troppo.

Di mattina ho sciato anche con Stefano che va giù tranquillo e mi sono trovato bene perché anche a me non piace andare troppo forte, anche se con i carving è difficile andare piano. Sono degli sci da nanetto però vanno come delle lippe.

Con Giorgio di solito sciavo al pomeriggio, subentrava a Nicoletta e così mi sono fatto dei doppi turni da catena di montaggio perché la Nico spingeva come un’ossessa la mattina per sciare il più possibile prima di dare il cambio a Giorgio che, quando arrivava, aveva una carogna di sciare da paura, soltanto che io mi ero già fatto una bella sberla di discese con quel diesel di Minchioletta.

La cosa più bella con Giorgio è stata la baita al Plan des Corones, ma c’era pure Stefano, quando mi sono fatto un gulash suppe da goduria totale. E poi all’uscita Giorgio ha tirato fuori una fiala di grappa che ci stava tutta, anche perché faceva abbastanza freddo e ci siamo fatti due piste in scioltezza.

Le piste più belle secondo me sono la Piculin, molto competitiva con te stesso, e tutte quelle dal lato di Brunico la Silvester e la Hernegg. Ho anche imparato questa cosa delle piste nere, blu, rosse ecc. che prima quando sciavo con gli sci uno e novanta non so se esisteva.

La svolta della settimana è stata la scoperta dell’autobus delle 8,11 per andare a sciare presto la mattina, quando la neve era ancora dura. Ci siamo andati un paio di volte con Pietro, poi alla fine ci sono andato con Stefano e anche da solo. Orario perfetto e piste ancora intonse.

L’attrezzatura molto valida, tutta tecnica e nuova. Certo la puzza degli scarponi è sempre lei, ma almeno senza casco non mi sono fatto la sauna in pista, mentre la sauna me la sono fatta al residence Adler, un cinque stelle che abbiamo invaso su due piani e che mi manca molto, anche perché sul digitale terrestre c’erano dei canali fantastici, come Rai sport dove mi sono visto Cremonese Barletta di C1, pallavolo femminile e una partita di pallanuoto Savona Acquachiara da panico al volante.

La baita del Piculin mi ha convinto, soprattutto per la Weizen Bier alle due di pomeriggio che quando sei un po’ ubriaco sugli sci vai giù meglio.

I bambini tutto sommato non hanno rotto più di tanto, la stube di Villa Adler è stata una soluzione perfetta per farli sfogare anche perché nessuno si lamentava del casino che facevano. I bambini hanno sciato in ordine sparso, con una nota di merito a Guido che scia benissimo, Tommaso anche lui va giù come una scheggia, Bianca e Pietro che alla fine le loro piste se le sono fatte.

Elena non ha sciato tanto però si è divertita lo stesso e adesso quando incontra Tina la prende per mano e le chiede se le prepara la merenda.

Una nota di merito a Karl Heinz, il maestro di Pietro, che gli ha insegnato ad andare a spazzaneve ma senza curvare e quindi veniva giù dal Miara dritto come un piombo, e chiedeva pista agli altri. A Pietro sciare gli fa bene, un pomeriggio ha pure dormito due ore e di sera alle 10 era sfascaito, bisognerebbe trasferirsi in Alto Adige. Poi il volo che ha fatto schiantandosi contro Guido era da Candid Camera, con atterraggio di faccia a pelle di leopardo, ogni tanto sarebbe bello farglielo ripetere anche in città.

La caghetta pura me la sono vissuta sul gatto delle nevi, non sapevo di avere così paura del vuoto, e la salita verso il rifugio mi sono davvero cagato nelle mutande invece al ritrono non ho avuto paura perché era buio e il vuoto non si vedeva. Ma il gulash del gatto delle nevi era meno valido di quello delle piste con Giorgio, forse perché non era una zuppa.

Tina e Giusy alla fine si sono un po’ rotte le palle, più Tina di Giusy, che alla fine era contenta perché almeno Pietro nonostante la febbre ha sciato un po’. Il paese a San Vigilio di Marebbe è molto piccolo, però le piste sono davvero su misura di bambini e su questo Giorgio aveva ragione. La prossima volta con Nicoletta vogliamo andare a Corvara o in un posto con più piste.

Altre cose, lo strudel a merenda, il succo d’uva, il bombardino in vetrina, la mascherina Carrera, la pisciata sulla neve che diventa tutta gialla e poi la copri perché disturba il bianco, i discorsi degli altri nell’ovetto, la Nico che mi dice come si scia con i carving e io che cerco di fare i movimenti ma poi mi rompo le palle, il vento al Plan des Corones alla campana, la roulette tirolese che ho comprato a Pietro dal tabaccaio ma in realtà me la sono comprata per me, Pietro che vuoe andare a sciare con Karl Heinz, gli gnocchi della Giusy che mi sono magnato mentre lei portava in stanza Pietro con 38 di febbre, il succo di mela, le barrette energetiche alle 11,30 in ovovia, il professionismo di Pietro quello grande.

L’autista da Bolzano a San Vigilio di Marebbe, che diceva che lo spread dell’Austria è a 800 punti e Stefano che lo stronca due giorni dopo facenodmi vedere l’indice sul Sole 24 Ore, l’autista al ritorno verso Bolzano che parla al cellulare in una lingua che secondo me la parlano soltanto in Val Badia e i suoi baffi, i piccioni alla stazione di Bolzano che cagano sui cartelloni pubblicitari, gli annunci in tedesco alla stazione di Bolzano, la pubblicità della Deutsche Bahn alla stazione di Bolzano, la magnata galattica di formaggio sul notturno per Roma, le cuccette declassate a sorpresa dalle Fs, Tiburtina il giorno dopo la manifestazione dei No Tav.

Una nota di merito per la signora Miriam di Villa Adler e per il suo cane. La Nico con il casco. Stefano con la fascetta. Le nostre valigie. Il bicchiere che scoppia dal pizzettaro e l’aplomb della cameriera che raccoglie i vetri. Pietro che sfianca Stefano per usare l’iPad e i pranzi luculliani all’una cucinati da Tina e Giusy. Gli sms della Giusy alla Gregori e io che vado a letto alle nove di sera quando il bambino ha 39 di febbre e mollo tutto perché domani vado a sciare con il bus delle 8,11 e quindi mi devo riposare perché sono stanco.