talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

29 ottobre 2017

La pallanuoto nella mia vita

Era da tanto tempo che volevo scrivere qualcosa sulla pallanuoto, uno sport cosiddetto minore che da qualche anno ha un ruolo sempre crescente nella mia vita.

Lo faccio ora con un senso di rispetto per questo sport che da sempre mi affascina anche se non l’ho mai praticato di persona. Ed è forse per questo che mi piace così tanto, soprattutto perché mio figlio, romano de Roma, è a tutti gli effetti un pallanuotista in erba e quindi passo sempre più tempo a vederlo giocare e allenarsi, il sabato e la domenica, con la sua squadra.

La pallanuoto è uno sport durissimo, fra i più duri per chi lo pratica. Per giocare devi nuotare come un pesce, devi essere allenato, e una partitella così, fra amici, è difficile da organizzare e per questo devi stare in una squadra. O nuoti e ti alleni oppure è meglio se fai uno sport meno impegnativo e meno di squadra, perché la pallanuoto è uno sport di squadra. Punto.

Da ragazzo, quando vivevo a Genova, d’estate, vedevo sempre i campi di pallanuoto improvvisati in mare, negli stabilimenti balneari fra Sturla e Bogliasco, con le boe gialle messe a rettangolo a delimitare il campo e a ritagliare quella fetta di mare immenso con le due porte pronte per giocare.

Vedevo questi campi in mare dall’autobus o dal motorino, mentre passavo sul lungomare dal Monumento di Quarto ai Sette Nasi, e i ragazzi che giocavano, con la palla gialla e le cuffie, anzi le calottine, da lontano. Li vedevo e li ammiravo molto sul mio motorino perché soltanto l’idea di galleggiare e nuotare e pensare di prendere la palla in quelle condizioni mi faceva venire fatica al pensiero.

Per questo ho sempre ammirato i pallanuotisti, con quei fisici statuari che non hanno nulla a che vedere con quelli dei culturisti perché sono forgiati dall’acqua e dalla fatica. Qualche volta ho fatto dei passaggi a pallanuoto al mare, un nostro amico portava la palla a Pontetto, ma poi ho mollato subito, per me improponibile come sport, troppo pesante.

Insomma, è sempre stato un sogno nel cassetto per me e ricordo che all’università avevo fatto amicizia con un ragazzo che giocava nella Pro Recco e in Nazionale e ogni volta pensavo, belin guarda questo che atleta pazzesco che è. Altissimo, snello, muscoli ma senza ostentazione, grandissima umiltà, erano una parte di lui che era un pallanuotista della Nazionale.

Un’altra cosa che mi piace della pallanuoto è che ci giocano ragazzi robusti, diciamo pure con la panza, perché l’importante nella pallanuoto è la forza e se hai dei chili in più, supportati dalla forma fisica, è un vantaggio per la squadra, non devi per forza essere una silfide per giocare a pallanuoto. Anzi.

Molti ex pallanuotisti sono degli armadi, basti pensare a Bud Spencer, perché continuano a mangiare come mangiavano quando erano in attività. Dopo l’allenamento gli viene una fame lupigna ai pallanuotisti, si mangerebbero anche un vitello, lo vedo su Pietro quando esce dalla vasca, si magnerebbe quel mondo e quell’altro perché mi sa che bruciano una quantità di calorie spaventosa in acqua e alla fine devono riequilibrarsi di brutto.

Una volta vorrei che il mio amico Cosimo, che ha giocato in serie A, venisse a vedersi con me una partita di pallanuoto per dirmi che succede sott'acqua e spiegarmi le regole, a volte non capisco i falli, palla sotto e altre cose.

Quando vedo le partite di pallanuoto di mio figlio la cosa che mi piace da matti è vedere i movimenti senza palla dei giocatori che si avvicinano alla porta avversaria, magari in contropiede. Sembrano dei siluri, dei sottomarini che cercano di avvicinarsi il più rapidamente possibile all’area avversaria, magari nuotando a dorso o a stile per coprire la distanza fra il centrocampo e l’attacco. Lasciano una scia in piscina, e poi se ricevono il lancio si rincagnano per tirare o passare al centro. Una vera figata, sembrano un siluro in vasca e si vedono questi accoppiamenti che si formano fra difensore e attaccante, le coppie e poi la palla da passare o portare avanti veloce.

Mi piacciono le marcature a uomo e non oso immaginare cosa succede sotto il pelo dell’acqua fra calci e trattenute di vario genere fra graffi e trattenute, che a volte ci sono giocatori che restano senza costume perché l’avversario gliel’ha sfilato sott’acqua. A volte vedi qualcuno che si allaccia con l’avversario e affonda. Poi torna a galla e cerca di riprendere il respiro. Non ci sono quasi mai proteste dei giocatori a pallanuoto, anche perché devono risparmiare il fiato per galleggiare e tutto il resto.

Basta che ti guardi una partita di pallanuoto in tivù per capire cosa succede, con le inquadrature sott’acqua.

Ieri in amichevole contro la Lazio Pietro ha piazzato una doppietta da centroboa, un evento da segnalare negli annali perché non segna quasi mai, è un difensore. Però adesso sta imparando ad attaccare e se riesce a far valere il fisico ha fatto vedere che può far male anche in attacco e ieri ero davvero contento per lui perché ha messo in pratica lo schema che l’allenatore gli ha detto in tempo reale.

Sono molto contento per lui, dopo due o tre anni di pallanuoto dura comincia a divertirsi anche lui che è molto bravo distruggere il gioco avversario in difesa ma che prima non superava mai la metà campo per attaccare. Ieri invece lo ha fatto in modo efficace, due volte, ricevendo palla spalle alla porta in posizione centrale, tenendo a distanza il difensore che lo marcava, girandosi e piazzando due gol fotocopia con il movimento classico del centroboa alla Bodegas.

Ero davvero positivamente stupito da questa evoluzione e ho pensato alle stranezze della vita, che dovevo trasferirmi a Roma dove il mare non c’è per vedere il mio sogno di essere un pallanuotista avverarsi con Pietro che, chissà, magari prima o poi una partita a pallanuoto al mare nei campi fra Sturla e Nervi se la farà per davvero. Lui il fiato e il fisico ce li ha di certo!!

L’anno scorso sono andato due volte a vedere il Vis Nova al Foro Italico, contro la Lazio e il Posillipo. Vedere le partite dal vivo è una figata, sono velocissimi i rovesciamenti di fronte ed è uno sport che consiglio a tutti, anche a chi non lo pratica come me, perché soltanto assistere ad un match dagli spalti dà grosse emozioni.

La piscina dei Mosaici al Foro Italico è bellissima, prima o poi voglio assolutamente andare a vedere una partita della Pro Recco o del Nervi in un impianto a Genova. Mi sa che la piscina del Nervi è all'aperto, nel porticciolo se non ricordo male, me la ricordo all'aperto.

Tra l’altro quest’estate Pietro si è allenato un paio di settimane al campo estivo di nuoto alle piscine di Albaro, dove si allena di solito la Pro Recco (se non ho capito male) e di certo gli ha fatto molto bene respirare l'aria di Genova (l'aria di casa) e allenarsi lì, anche se è stato duro, perché quest’anno mi sembra che sia tornato con un altro piglio agonistico a Roma. D'altra parte la pallanuoto è uno sport fisico. Chissà cosa direbbe Bammaeo se vedesse giocare Pietro a pallanuoto, penso che sarebbe contento.