talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

19 maggio 2012

Falsa partenza davanti alla Coin

Oggi stavo per attraversare davanti alla Coin, in via Appia, era giallo il semaforo e allora ho preso la rincorsa per farcela, ma dopo tre passi è diventato rosso. Ho fatto subito dietrofront, per non farmi asfaltare dalle macchine partite a razzo. C’era un vigile che passava e mi fa : “Falsa partenza!”, l’ho guardato e ho detto sì, falsa partenza e ho pensato vai a lavorare che è una doppia fila unica qui.

Il problema con il giallo per i pedoni qui a Roma è che dura tantissimo e se non vedi con i tuoi occhi quando comincia, il giallo, allora tu passi e te la giochi. Il giallo dalle altre parti, in altre città come Genova o Milano, dura molto meno, così nessuno si azzarda a passare perché sa che sta per diventare rosso. Ma qui a Roma invece o passi oppure ci fai la muffa all’attraversamento. Falsa partenza sì, ma il giallo di Roma è diverso dagli altri gialli per pedoni. E’ lì per fregarti e allora i turisti lì ad aspettare il verde, ma il verde dura tre secondi, il giallo un minuto prima del rosso.

A me di attraversamenti per pedoni mi piacciono quelli che c’è il suono in sottofondo che ti dice che puoi passare e poi ad esempio quello al Colosseo, con il conto alla rovescia dei secondi del rosso prima del verde. Quando sono fermo lì al semaforo del Colosseo con il count down in motorino ci sono tutti che si prepaparano e sgasano, sembra di essere all’autodromo di Monza.

In questi giorni avrei voluto scrivere un sacco di volte, ma non ho mai avuto tempo o voglia. Ora che ho tempo ti voglio dire che in questi giorni Pietruzzo ha tirato fuori questo concetto di “calabrese calabrone”, che non so esattamente cosa voglia dire ma mi ha fatto ridere. Forse è soltanto un’assonanza, che gli è venuta fuori così, ma è divertente.

Per il resto, l’altro giorno ho incontrato per strada il papà di un amico di Pietro, lui era con il figlioletto che gli ha chiesto al padre: “Ma chi è?”. Il padre gli ha risposto “è il papà di Pietro, per questo l’ho salutato”. Allora, mentre camminavo in via Merulana, mi è venuto in mente che ora come ora io sono conosciuto da molta gente come “il papà di Pietro”. Quando andavo a scuola, invece, ero consociuto come “il fratello di Lollo”. Molta gente mi consoce come “il marito della Giusy”. Insomma, io come persona, come Paolo, non è che mi conosca poi tanta gente, sono più che altro il fratello di Lollo, il papà di Pietro, il marito della Giusy, il figlio di Gimmi buonanima ecc. Allora mi è venuto in mente che sarebbe una vera figata fare una specie di motore di ricerca in cui digiti dentro la tua identità e ti viene fuori una specie di albero genealogico o un albero social in cui vedi chi sei vermanete, che ti declina tutte le tue relazioni e ti fa vedere come sei percepito dalla gente, qual è la tua identità forte.

E’ vero che se metto il mio nome su Google viene fuori un gran casino, perché ho lo stesso nome e cognome dell’ex allenatore del Savoia e di un dj che deve essere piuttosto famoso perché ha un sacco di risultati. Però, c’è pure una macro-sezione in cui c’è il mio nome e cognome con giornalista di Epolis, questo vuol dire che quella identità era abbastanza forte da essere indicizzata e mi definisce di brutto. Sarebbe bello fare un bel business plan e creare un bel motore di ricerca intelligente che ti fa l’albero social e genealogico. Certo che essere ancora il fratello di Lollo spero di no. Anche se mia madre dice che lui è mille volte meglio nella gestione delle cose. E ha ragione, è vero, lo ammetto. E’ meglio lui, non mi offendo mica.

L’altro giorno mio fratello mi ha detto che mia madre ha cercato la parola “olgettine” sul dizionario. Belin, spiegare il concetto di olgettina ad una svedese di quasi 70 anni non è una passeggiata e in effetti come neologismo lo Zingarelli dovrebbe pensarci.

La Samp domani gioca contro il Pescara di Zeman, speriamo di arrivare ai play off. Non dico niente per scaramanzia se non che Pellè l’altra volta contro la Juve Stabia è stato un piccione.