talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

02 giugno 2012

Vigilia di playoff

Domani c’è il ritorno della semifinale dei playoff contro il Sassuolo a Modena e sono qui che ci penso. E’ quasi l’una di notte, sono un po’ teso perché domani ci sono un po’ di giocatori diffidati e non sarà certo una passeggiata. L’andata è finita bene, domani almeno i ragazzi non dovrebbero sentire l’emozione, l’esordio è passato. Speriamo di segnare un gol nel primo tempo. Le partite andata ritorno sono sempre una cosa strana, la prima è come se fosse il primo tempo.

Prima stavo cercando di dormire e non ci riuscivo, pensavo al modulo della Samp, certo che il trequartista sembra roba di altri tempi, però ci sta in una squadra anche oggi. Da quando c’è Iachini non ci sono più le ali, è vero che Eder si allarga spesso, perché è una seconda punta di ruolo. Sarebbe bello che segnasse qualcuno che non è una punta, magari su schema, magari su calcio da fermo, magari di culo o da fuori area. Io punto su Renan, è mancino come me e da fuori tira delle lecche mica da ridere.

La terrazza Martini vista dalla cima della scalinata di Via Nizza è la foto che vorrei mettere sulla copertina del mio libro, quando lo scriverò.

Una pubblicità uguale del Martini c’è anche qui a Roma, la vedi in via Veneto quando arrivi giù per svoltare in via Bissolati. E’ uguale, ogni volta che la vedo ripenso a via Nizza, in cima alla scalinata prima di scendere che ti fermi un attimo a prendere la rincorsa, sembra di stare in cima al trampolino olimpionico dalla piattaforma di dieci metri. Invece ogni volta che sono in via Prenestina non so perché penso a Klose, il bomber della Lazio. Ma forse invece so perché, al semaforo all'incrocio con Cinecittà ci sono sempre i venditori di giornali e quest’inverno Klose era sempre in prima pagina su Tuttosport. Questa mattina all'incrocio c'erano i giocolieri.

Da quando mi hanno trovato la lieve protrusione L3-L4 non posso più dormire a pancia in giù e faccio più fatica ad addormentarmi perché io dormire sulla schiena non ci riesco proprio. Quando mi metto a faccia in su non dormo è matematico, sono un pancia in giù di natura e ora mi devo arrangiare sul fianco e per questo non dormo. Mi tocca mettermi su un fianco, ma cerco in ogni caso di tenere il braccio sinistro piegato sotto il cuscino, ma non è la stessa cosa.

Io quando scrivo non uso mai la parola "infatti" e certe volte è un casino perché ci starebbe bene ma per principio non la uso più. Quando parlo invece la uso. Vedi tu, o così o pomì. Di riffe o di raffe domani sera bisogna buttarla dentro almeno un golletto anche di culo. Ma non penso di vedermela, soffro troppo. All'andata ho giocato al computer, a "Sveglia la scatola 4" con Pietro e mi è passata. Di cabala dovrei fare la stessa cosa domani sera, vediamo come si mettono le cose.

Allora penso alla Samp, ci pensavo anche prima quando non vinceva così spesso e non era il massimo della vita lì sdraiato sul fianco senza dormire perché se sei un pancia in giù resti pancia in giù anche con la sciatica. Allora pensavo a quando eravamo davvero forti. Ma ora invece che siamo ai playoff penso a domani, magari qualche centrocampista la butta dentro. O magari qualche difensore su palla inattiva, prima o poi un bello schema su calcio di punizione potrebbe anche scapparci. Mi piacerebbe, Iachini dice che le situazioni di palla inattiva le cura sempre. Per ora è una cosa che non si è vista nella Samp da quando allena lui. Però, vada come vada, l’allenatore è azzeccato e non è poco dopo i disastri che ci sono capitati negli ultimi due anni.

Certo quando contano i tre punti è tutta un’altra storia, domani sera alle 21.00.

Da un po’ di tempo la sera non riesco più a dormire subito di sera, si vede che sono stressato e ci si mette anche l'L3-L4. L'altro giorno alla festa delle famiglie una mamma alta un metro e ottanta con un figlioletto biondino in braccio diceva che l'L3-L-4 è come il raffreddore, dopo i 40 anni ce l'hanno tutti e che lei in settimana si andava a operare recidiva un'ernia che non la faceva più muovere.

Mi sono un po' consolato, come quelli che guardano i film "disaster movie" e alla fine dicono che tutto sommato le cose potrebbero andare anche peggio nella loro vita. E' per questo che fanno i "disaster movie", così la gente alla fine si rende conto che non è messa così male e che gli potrebbe crollare una parete sulla faccia da un momento all'altro per un maxi meteorite che gli piove in testa e invece sono sempre a posto e si guardano allo specchio per controllare se è davvero così, tutto a posto, tutto a posto. La cosa più assurda però sono i "disaster movie" che sono anche "B movie", quelli dovrebbero davvero abolirli, un po' di tempo fa ce n'era uno con una pioggia di meteoriti con un ragazzo che gli tagliava un braccio una pietra incandescente piovuta dal cielo durante la festa di fine anno del college. Belin, almeno fagli finire la serata e poi sparagli il meteorite addosso, regista dei miei stivali.

Un altro bel panorama di Genova è dall’angolo del terrazzo in via Trento la Lanterna quando non è ancora buio e la luce si è appena accesa.

Quando atterri all’aeroporto di Genova di notte e guardi le luci della città, alla Foce.

La vista dei tetti da spianata Castelletto.

Al Righi, dietro l’arrivo della funicolare, quando guardi giù il porto.

Qui a Roma quando passi in motorino da Ponte Garbaldi l’isola Tiberina ma verso sera e poi se giri la faccia il Tevere e San Pietro.

Il Palatino e lo stadio che è grande come il Circo Massimo e il prato è verdissimo, mi ricorda un po’ quando siamo andati in Messico. Mi piace anche la Cristoforo Colombo quando arrivi verso l'Eur.

Non so come dire, avevo voglia di scrivere un po’, come quelli che prendono la chitarra e strimpellano due note così in libertà, per sgranchirsi le dita. A volte mi viene così, voglia di strimpellarmi il cervello, le cose che mi frullano dentro come un minipigner, ma la maggior parte delle volte poi non scrivo non so perché.

Ma alla fine uno può scrivere così, come quelli che suonano il jazz e dicono che è musica, in effetti il jazz è musica, è quella che ti viene e non la leggi sullo spartito. Improvvisi un po’, per il gusto di sgranchirti le note e suonare, la musica arriva da sé.