talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

02 aprile 2018

Pasqua a Staglieno


Se vai a Staglieno occhio all'orario di chiusura, i servizi cimiteriali sono come gli uffici comunali, chiudono esatti all'orario e restare chiusi dentro è un attimo se sei uno che non pensa al fatto che anche i cimiteri hanno un orario.

Te lo dico per te, occhio agli orari del cimitero monumentale di Staglieno a Genova, il più grande museo d'Europa, se non stai attento passi la giornata col morto, al limite portati dei panini per un picnic per sicurezza.

Io ci ho passato la Pasqua, con mia madre a Staglieno, chiuso dentro. E meno male che non sono un turista tedesco perché se no ci passavo anche la Pasquetta, visto che il cimitero di Staglieno fa il ponte nelle feste ma non c'è scritto da nessuna parte e figurati se c'è scritto in inglese o tedesco.

Oggi è Pasqua ed è anche il primo di aprile, ma non è un pesce d'aprile quello che è successo a me e mia madre a Staglieno. Oggi sono andato con mia madre al cimitero per portare un fiore sulla tomba di mio padre e dei miei zii che sono lì vicino.

Il tempo era bellissimo, abbiamo preso il bus numero 13 davanti al teatro della Corte.

Borgo Incrociati, Bisagno, Marassi, bus pieno di gente in gingheri per il pranzo pasquale.

Siamo arrivati intorno a mezzogiorno, ho comprato tre garofani, dai fiorai, siamo entrati all'ingresso dei fioristi, che a quanto ne so io (ma non sono un habitué di Staglieno) è l'ingresso principale.

All'entrata, ho chiesto al custode dove andare per il lotto 89, ala destra, sembrava che gli avessi chiesto un'eresia in aramaico, mi ha liquidato in modo piuttosto sbrigativo (per usare un eufemismo) dicendomi che non può sapere dove sono tutte le tombe del cimitero.

Belin, ma non è il suo lavoro?

Ok, amen, simpatia.

Mi ricordavo più o meno la strada, l'ultima volta ci sono andato l'anno scorso con un amico, e siamo andati con mia madre verso destra, in mezzo ai cipressi e alle tombe dal viale centrale che passa dal Pantheon dei genovesi illustri.

Tempo splendido, grande pace, io e mia madre a braccetto contenti di condividere con mio padre un rarissimo momento di festa.

Te l'ho detto, a Genova ormai ci vengo col contagocce, la mia città belin è lontana da Roma.

E va già bene che ora hanno messo il Freccia Argento che da Roma a Genova ci mette soltanto 4 ore e non più 5 e mezzo.

Comunque, raggiungiamo il nostro lotto 89, sole splendente, pulisco un po' la foto di mio padre e della Mimina e Luis, mettiamo i garofani dalla zia Mimina e dallo zio Luis, poi da Gimmi. Faccio due preghiere, possiamo andarcene.

C'è il vespasiano, faccio due gocce, torniamo verso l'ingresso. Con mia madre parliamo serenamente, non c'è anima viva, ”saranno tutti a fare il pranzo pasquale” dico a mia madre. Siamo tranquilli e sereni, compiaciuti di questa serenità pasquale.

Arriviamo all'ingresso e ammutoliamo. E' tutto sbarrato, tutto chiuso, tutto strachiuso con lucchetti e una cancellata alta 12 metri con le punte in cima.

Panico.

E mo' come direbbero a Roma? Che famo?

Mia madre ha 75 anni, è svedese, comincia a dire che dalle sue parti i cimiteri sono sempre aperti. Io dico, belin, qui non siamo in Svezia siamo a Zena, e noi poveri ingenui non abbiamo considerato gli orari. Vedo poi che c'è un cartello stradale, su un treppiedi, di fianco al cancello sbarrato, dove appiccicato su un foglio c'è scritto piccolo piccolo che l'ultima uscita a Pasqua è alle 13.00. Sono le 13.09. E siamo chiusi dentro.

Vado sul sito con lo smartphone di Staglieno, vedo che l'orario di chiusura sono le 12,30 con ultima uscita alle 13,00. Pasquetta chiuso.

Siamo chiusi dentro a Staglieno, soli come due anime in pena.

Cammino lungo il muro, dietro ai wc, e vedo che volendo potremmo scavalcare. Basterebbe mettersi in piedi sul cassonetto e scavalcare.

Ma mia madre dice che non se ne parla e ha ragione.

Guardo dallo spiraglio del portone dei fioristi di Staglieno, vedo la fioraia che sta smontando tutto per andare al pranzo pasquale, la chiamo dallo spiraglio del portone e le dico ”signora fioraia sono rimasto chiuso dentro, mi da una mano??”.

Nulla, continua a sbaraccare e finge di non sentire. La richiamo, idem. O è sorda come una campana oppure è davvero l'indifferenza fatta fioraia. L'ultima fioraia, quella più vicina all'ingresso dei fioristi.


Niente, non c'è altro da fare, prendo lo smartphone e chiamo il 112.

Mi rispondono subito e mi dicono che devo chiamare la polizia locale, i vigili, allo 010/5570.
Obbedisco, chiamo e una ragazza mi dice che mi mandano qualcuno ad aprire e che mi fa richiamare al più presto. Ha preso il mio nominativo e il mio cellulare ce l'ha registrato.

Mia madre si siede su dei gradini, di fianco alle tombe del Coni e dei Caduti per la Patria.

Sono un po' sollevato.

Mentre aspetto, vedo il foglio appeso vicino alla guardiola del custode, quello simpatico che non mi ha voluto indicare dove si trova la tomba di mio padre (ma non è il suo lavoro?), con scritto che Staglieno è il più grande museo d'Europa, e le istruzioni per scaricare la app e la copertura wifi del cimitero.

Che me ne faccio ora?

Vedo gli orari d'ufficio del cappellano, lì di fianco. Vedo gli orari delle cremazioni.

Tutto chiuso, non c'è un'anima a parte la pace dei morti.

Sul portone di ferro verde dell'ingresso vedo che c'è scritto di chiamare quel numero della Municipale, in caso si resti chiusi dentro: 0105570. Allora è giusto quello che mi ha detto il 112, penso dentro di me.

Mi sento sollevato. Fra poco arrivano e aprono questo cancello verde alto 12 metri con le punte in cima e la pigna centrale. Sembra il cancello di una prigione di massima sicurezza.

Il tempo passa, cammino avanti e indietro, le fontanelle hanno l'acqua che però non è potabile (perché?). Poi, dopo una decina di minuti mi squilla lo smartphone.

E' un vigile del comando di Molassana, quello competente per Staglieno, che mi dice che sta partendo dalla centrale con delle chiavi del cimitero per aprirmi il portone. Però, aggiunge al telefono, non è sicuro che siano quelle giuste, perché a volte quelli del cimitero cambiano i lucchetti ma non gli danno le chiavi nuove. ”Ma ne parliamo quando arrivo”, dice.

Non ci faccio troppo caso a quest'ultimo dettaglio telefonico, forieri di nuovi e creativi casini cimiteriali, dico dentro di me Deo gratias, almeno mi hanno chiamato e sanno che sono qui.

Prima o poi usciremo.

Arriva dopo una ventina di minuti il vigile, il sole splende su Staglieno, Pasqua di Resurrezione, saranno più o meno le 14,00.

Mi passa la chiave, provo ad aprire il lucchetto del portone centrale dei fioristi, ma si vede subito che è sbagliata.

Mi dice di provare con la chiave all'altro portone sulla destra, a metà del viale centrale del cimitero. Ci vado, nada de nada. Non funziona.

Provo allora l'altro cancello, quello ancora più centrale. Funziona, il lucchetto si pare, si toglie il blocco della catenella. Ma il portone di ferro, 12 metri con punte di ferro in cima, è bloccato che più bloccato non si può.

Provo ad armeggiare con una barra di ferro appoggiata di fianco, maniman funziona. Maniman c'è il trucco. Ma niente trucco. Mi sono fatto una sudata mondiale ma la porta di ferro non si apre. La chiave dei vigili gira, ma non apre il portone di ferro.

Perché?

Mistero della fede.

Il vigile, con la sua collega, è molto gentile. Mi portano due bottigliette d'acqua. Fa caldo. Mia madre si è seduta lì di fianco. Aspettiamo.

Giro le foto del lucchetto aperto, della sbarra di ferro, del portone serrato al vigile di Molassana, ma alla fine della fiera siamo bloccati dentro.

Il vigile chiama il servizio cimiteriale. L'addetto reperibile è in autogrill in autostrada, ma non si sa quale.
Ahia. E mo'? Che famo?

Poi mi dice che arriva uno da Genova e che lui ci aspetta lì fuori in macchina finché non arriverà.
Mia madre comincia a sclerare, io fumo come una ciminiera sembro il forno crematorio, MS rosse, le ho quasi finite e mia madre mi dice fattele durare perché qui famo notte.

Sono le 15,00 e guardo la statua della Madonna, con dietro il monumento dei genovesi famosi che hanno reso superba la superba, le palle mi girano a elica ma fumo lo stesso. Ho ancora due sigarette e finché ho da fumare almeno fumo.

Sul portone c'è scritto che l'ultima uscita è alle 17,00 ma ormai questi sono dettagli inutili. Siamo dentro.

Dico a mia madre che questo è il pesce di aprile di mio padre e di mia zia Mimina, che ci hanno fatto lo scherzetto di Pasqua. Dolcetto scherzetto penso dentro di me, ma quella è un'altra festa, quella di Halloween, che con il cimitero monumentale di Staglieno non c'entra niente, il più grande museo d'Europa chiuso a Pasqua e Pasquetta mentre da fuori sento i turisti americani e tedeschi che chiedono ai vigili quando apre il cimitero e loro che dicono che è chiuso. Anche domani, Pasquetta, anche se non c'è scritto niente davanti, e figurati se lo scrivono in inglese.

Belin, ma se uno straniero resta chiuso a Staglieno come fa?

Se uno si sente male a Staglieno verso l'orario di chiusura quando se ne accorgono? Quando lo trovano mummificato?

Ma una sirena per avvertire la gente, nel più grosso cimitero d'Europa, che è l'ora di scattare verso l'uscita no? Costa troppo? Ma i custodi del cimitero che ti vedono entrare a mezzogiorno quando l'orario di chiusura sono le 12,30 ed è scritto piccolissimo su un foglio appiccicato con lo scotch ad un cartello stradale, non dovrebbero dirti occhio che chiudiamo fra mezzora e che se non ti mesci resti dentro anche domani che è Pasquetta (e questo non c'era scritto da nessuna parte, visto che una marea di turisti si è avvicinata ai vigili per chiedergli l'orario)?

Comunque, nel frattempo il vigile vuole i miei documenti, glieli passo sotto al cancello di ferro, mia madre si è dimenticata la carta d'identità.

Gli dico al vigile, "che dice, scavalchiamo? Mi da una mano con mia madre?". Mi guarda un po' storto dalla fessura del cancello e mi dice "Non vorrà mica che questa giornata si chiuda in tragedia....".
Alle 15,30 mi dice il vigile che sta arrivando in macchina a prenderci.

E' arrivato bontà sua il custode, quello simpatico, che dopo il suo pranzo pasquale si è palesato.

La vigilessa mi chiede "a che ora sei arrivato", le dico verso mezzogiorno, le dico che ho anche chiesto informazioni al custode, quello simpatico, per raggiungere la tomba di mio padre (informazioni che non mi ha dato) ma che non mi ha detto nulla sul fatto che dopo mezzora me ne sarei dovuto uscire di corsa se no mi chiudeva dentro a Pasqua, me e mia madre.

All'uscita, c'è il simpatico custode del cimitero di Staglieno, anche lui deve fornire le sue generalità per il rapporto dei vigili, presumo. Non mi ha nemmeno salutato, né a me né a mia madre che ha 75 anni ed è straniera, né mi ha detto una parola, non dico scusa, ma una parola. Zero assoluto, lui se l'è cavata dicendo che c'era scritto all'ingresso chiaramente (sul ciclostile attaccato con lo scotch su un cartello stradale rimediato) che l'orario di chiusura erano le 12,30 con ultima uscita alle 13,00. Poi si è dileguato all'interno. Fra le tombe del Coni, secondo me vive da qualche parte dentro al cimitero di Staglieno.

Io gli ho detto che la chiave dei vigili apriva il lucchetto, lui però ha candidamente ammesso che aveano messo il chiavistello. Ma allora a cosa serve che i vigili abbiano la chiave per le emergenze, con il numero scritto e appeso sul portone di Staglieno, se poi quelli del cimitero chiudono il portone col chiavistello e la chiave dei vigili non serve a nulla?

Ai vigili gli ho detto ”ma perché non vi fate dare la chiave giusta dal cimitero di Staglieno, così magari se capita la prossima volta che qualcun resta chiuso dentro potete aprire?”.

Sono stati un po' evasivi (ma in che rapporti sono i servizi cimiteriali con i vigili, che una volta facevano le ronde al cimitero e ora non più?) la frittata era fatta ormai, il vigile molto gentile vista la situazione un po' antipatica che si era creata mi ha detto poi ”ho visto che sei un giornalista” dalla carta d'identità, gli ho detto di sì e poi abbiamo parlato dei giallisti svedesi di noir perché anche mia madre ha dovuto dare le sue generalità, è svedese e mi sa che il noir scandinavo fra i vigili va di brutto. I loro preferiti sono Stig Larsson, Nesbo, Lagerbaek, Lagerkranz.

Sapevano tutto di noir svedese, gli ho detto andate a Stoccolma, con Ryanair non costa poi così caro, dicevano che non hanno i soldi, ma gli ho detto di fare un po' di straordinari in più così ce la facevano a farsi un weekend per vedere i percorsi dei gialli di Stig Larsson a Stoccolma. Ridevano, ci hanno chiesto dove dovevamo andare, in centro, hanno detto "no, non possiamo accompagnarvi, abbiamo una chiamata", e allora ce ne siamo andati verso la fermata del 13.

Siamo arrivati a casa alle 16,30, mia madre ha fatto le costine di agnello buonissime, comprate ieri da Giacomino a San Nicola (ottimo veramente). Ci siamo bevuti una Bonarda e il sole continuava a splendere su Genova, la mia città, su Staglieno, il museo più grande d'Europa dov'è sepolto mio padre al lotto 89 ala destra vicino a Luis e Mimina, ma anche sul custode simpatico che non chiede scusa se ti chiude dentro e sulla fioraia sorda che fa finta di non sentire te che sei chiuso dentro, sarà un'amica del custode a occhio e croce.

E poi sono andato a dormire.