talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

20 luglio 2006

Il barbone di san Lorenzo


Il barbone si ferma all’uscio del pub. Non dice niente e dopo tre secondi il proprietario gli porta una lattina di Sprite e lui se ne va com’è arrivato, in silenzio. I pantaloni gli cadevano, si vedeva il culo per metà e non era il culo basso che va adesso. Erano i pantaloni che gli scendevano giù, aveva pure il culo abbronzato, ma forse era sporco.

Il barbone portava addosso una giacca pesante, chissà perché i barboni sono sempre così vestiti pesanti anche d’estate, può darsi che di notte faccia freddo a dormire fuori. Oppure il fatto è che i barboni si portano sempre tutto dietro, nei carrelli della spesa, come se la loro casa fosse una specie di roulotte senza motore e ci stesse dentro nel carrello del Sir.

Il barbone di san Lorenzo ha la barba lunghissima e ispida, porta i capelli lunghi, castano scuro, sembrano dreadlock ma non sono dreadlock, sono i capelli lerci di un barbone. Il barbone di san Lorenzo non ha aperto bocca davanti al pub dove tutte le sere andrà a prendersi una lattina di Sprite. Erano più o meno le undici di sera quando è arrivato, il proprietario del pub gli ha dato la lattina, l’avrà presa dal frigo, faceva caldo. Chissà se tutte le sere si prende una Sprite oppure se gli piacciono anche la Coca e la Fanta.

Ieri sera mentre mi mangiavo il mio hamburger con le cipolle al pub saranno passati dieci srilankesi che mi volevano vendere delle collanine e un attrezzo per farmi i massaggi sulla schiena, sai quegli aggeggi con le palline di legno, sembrano dei piccoli ragni di legno che se te li passi sulla spina dorsale ti massaggiano le vertebre e vibrano pure, vanno a pile. Non l’ho comprato, il massaggiatore della schiena e nemmeno le collane e le altre cose. A san Lorenzo gli ambulanti sono insistenti, anche quando gli dici di no ti srotolano le mercanzie sul tavolo e non se ne vanno mai.

Io mangiavo. Ieri sera al pub di san Lorenzo le ragazze erano tutte alte un metro e settantotto almeno. Magari era una squadra di basket o di pallavolo, ma non penso perché erano tutte in tavoli diversi. Alcune erano tutte curate e levigate, con i sabot e cose. Altre no, erano scasciate, solo che erano alte almeno come quelle curate, lavate e stirate e depilate.

A un certo punto mi è venuto in mente che magari mi mandavano via dal pub perché non ero alto abbastanza e perché non ero una donna alta. Poi ho continuato a mangiarmi le mie patatine fritte, bevevo tanto la birra ma anche l’acqua minerale, a Roma quando gli chiedi l’acqua frizzante te la portano sempre leggermente frizzante, si vede che quella davvero frizzante non vende.

Io nelle patatine fritte ci metto sempre la maionese perché il ketchup non mi piace più, da piccolo me lo mangiavo direttamente dalla confezione, mi piaceva tantissimo, poi ho fatto indigestione, mi è successa la stessa cosa con il Bailyes, la crema di whisky, a 15 anni me ne sono bevuto talmente tanto che ormai il Bailyes se lo sento da lontano, basta l’odore, mi viene il voltastomaco.

Per fortuna che il Bailyes non mi ha compromesso il gusto per il whisky quello vero, che invece mi piace molto, insieme alla vodka è il mio superalcolico preferito, anche se quello della pubblicità Michele, quello del doppio malto, se per caso lo vedo insieme a quello che vola sull’aliante che ha riparato Michele, quello dell’amaro Montenegro, lo gambizzo. Per me da gambizzare ci sarebbe anche quello che ha inventato cosa vuoi dalla vita, un Lucano. E’ un bastardo, di sicuro picchia i suoi figli di sera e poi magari di nascosto apre il freezer e si beve un Limoncè, chi c'è c'è e chi non c'è non c'è. Belin ma come stai.

Ieri sera mentre mangiavo le patatine fritte, dopo che ho finito l’hamburger con le cipolle (crude e binache a pezzettini), ascoltavo quelli del tavolo di fianco. Uno diceva di un viaggio a Bolzano in macchina che non gli passava più e poi parlava del Ministry of Sound, una discoteca di Londra, che all’uscita lui e un suo amico hanno aspettato quaranta minuti il taxi, faceva freddo, e una macchina continuava a girargli intorno era piena di froci che cercavano di adescarli ma loro duri hanno aspettato il taxi anche se poi a casa lui aveva i geloni nelle dita dei piedi.

Ieri ho letto sul giornale che se dai del frocio a qualcuno questo ti può denunciare. Per me è come se quando dai della mignotta a una che è una mignotta allora questa ti può denunciare. Ma scusa, se uno è stronzo e gli dai dello stronzo, ma anche se stronzo non lo è, non è mica che vai dal giudice e lo denunci. Non capisco certe volte, si vede che se uno è frocio allora se lo devi chiamare lo chiami gay e non frocio, che suona male. Ma è la stessa cosa, anche se in effetti frocio magari è offensivo, solo che detto fra noi sarei molto più contento che dessero le multe a chi blocca il traffico in via Cavour in terza fila alle otto di mattina piuttosto che raccogliere denunce di un gay che va al comando di polizia e denuncia un altro perché l’ha chiamato frocio o di una mignotta o simil mignotta che denuncia uno che la chiama mignotta. Il re è nudo.

Ieri sera prima di addormentarmi ho immaginato di essere paracadutato all’improvviso in Bielorussia nella campagna interna della Bielorussia senza dizionario e di dover togliermi dal casino con le mie mani, poi ho deciso di cambiare immagine così mi addormentavo più facilmente e allora ho pensato alla mia cameriera preferita, quella della vineria di Campo dei Fiori, che adesso è incinta. Sta bene incinta, molto, all’inizio, la prima volta, l’ho vista prima di culo, ce l’aveva più largo del solito, ero tutto contento perché le culo secco non mi piacciono, poi ho capito che era incinta quando si è voltata, le si sono gonfiate già le tette e la pancia. Sta bene, tutta yeah ma incinta, di culo le si è pure espanso il tatuaggio sui lombi, la pelle grassa tira e dilata la superficie del tatuaggio. Le dona l’incintaggine o incinteria o incintume alla mia cameriera preferita di Campo dei Fiori.

Le donne incinte, ce n’è due categorie. La prima, quelle che se ne fottono e non nascondono il loro status di donne pregne. La seconda, quelle che si nascondono e che non gli piace che si veda. Ma perché si nascondono? E poi, perché continuano a lavorare se sono incinte? Io se fossi incinta me ne starei senza lavorare, belin hai nove mesi di scusa ufficiale, mettiti a casa e fatti venire tutte le voglie della storia.

Io se fossi incinta mi farei portare acciughe al limone tutti i giorni, bigné allo zabaione della pasticceria svizzera di via Albaro, vongole, cozze, torta ai mirtilli con panna, mi berrei sette birre a pranzo, Moretti da 66 cl, mi calerei pansoti al sugo di noci, trofie al pesto, dixi tutto il giorno (Fonzie no), fragole, torta di pere con cioccolato, panini all’olio di Baravalle a Nervi con prosciutto crudo oppure a scelta cotto, focaccia con la cipolla a colazione, con latte e Ovomaltina, mi terrei una brocca di screw driver a portata di mano e delle mega confezioni di Ferrero Rocher e Mon Cheri e affitterei un pizzaiolo per nove mesi sotto casa che mi fa il calzone alla boscaiola quando voglio, anche alle tre di pomeriggio, non è mica che se ti vuoi prendere un cappuccio alle due e mezza di notte ti possono dire di no, se sei incinta.