talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

02 settembre 2006

2 agosto, Aeroporto di Atene, 17.45


Stiamo aspettando l’aereo per Rodi. Siamo al gate 26 e c’è una seduta di fronte a me che legge Eva 3000. Non sapevo che esistesse, 3000, di gossip non me ne intendo mica tanto. In copertina c’è Muccino con la Canalis, lui è bianchissimo (ovviamente sono su qualche spiaggia caraibica).

A proposito della coppia Muccino-Canalis (lui romano borghese, lei sarda-milanese ex velina) ho letto l’altro giorno sul Corriere che non è una strana coppia (lui intellettuale, lei ex-Vieri) e che questo genere di legame trans-classista rientra in un nuovo trend in crescita, quello delle coppie vip che stanno insieme non per le “attitudes” (aspetti caratteriali comuni), ma per le stesse “activities”.

Lo scriveva la Rodotà, Luisa (la odio, preferisco di gran lunga Guia Soncini, una giornalista di costume denigrata da molti - soprattutto donne - ma che io, nelle pieghe dei femminili del nostro paese, che è l'Italia, considero la più promettente. Sarà perché una volta ha scritto un meraviglioso articolo: “Elogio della quarta misura”).

Tornando alle “activities” della coppia Muccino-Canalis, tento di immaginarmele: sesso, prendere il sole ai Caraibi, fare il bagno ai Caraibi, testimonial telefonici (ma mi sa che confondo i fratelli Muccino, Vodafone lui, di sicuro Canalis è Tim), palestra ecc. La tesi di Rodotà è chiara: i vip stanno insieme non perché abbiano qualcosa in comune in fatto di indole, ma perché frequentano gli stessi ambienti. In effetti, non ha molto senso pensare all’indole comune della coppia Muccino-Canalis quando possono condividere cose ben più importanti come testosterone, cibo, tivù, cinema, Caraibi ecc. Anche la pubblicità gioca un ruolo non secondario negli accoppiamenti vip.

Abbiamo appena bevuto il nostro primo caffè greco della vacanza, è uguale a quello turco, prima di bere lo devi lasciar decantare. Se no ti sembra di berti della sabbia. Le birre all’aeroporto di Atene sono grosse, più grandi di una media italiana, poi di bello c’è che si fuma ovunque. Alla barriera del gate ho chiesto alla security greca se mi dovevo sfilare la cintura, lì al metal detector, la donna ha risposto sorridendo: “No, non siamo mica a Gaza”.

Stamattina ci siamo svegliati alle 7.00, l’aereo per Atene partiva alle 10.40 da Fiumicino, siamo arrivati giusti. Sul treno (l’abbiamo preso alle 8.22) c’era il pienone. Due rumene in piedi accanto a me hanno urlato fra loro dall’inizio alla fine. Ero ancora un po’ rimbelinito di sonno, sveglia rumena stamattina.

Mi sono letto la cronaca dell’offensiva israeliana in Libano. I raid sono ripresi dopo la tregua, intanto in Italia via libera all’indulto. Stanotte non riuscivo a dormire. Alle 2.07 ho visto la rassegna stampa su Rete 4 e sulla Nuova Sardegna dicevano che ci sono due carceri sarde che con la storia dell’indulto hanno fatto uscire tutti i detenuti e allora stavano facendo un appello per trovare carcerati in prestito, sembrava un calcio mercato della prigione, magari sti secondini sardi avrebbero pure pagato per farsi mandare qualche galeotto lombardo.

A Fiumicino abbiamo comprato la Moleskine, ci sto scrivendo a mano adesso. E’ scomodissima. Però, di buono c’è che la penna almeno non sbava sulle pagine, anche se sono mancino e di solito sbavo di brutto quando scrivo a mano. Soprattutto con la stilo o con il tratto pen. A righe la Moleskine, costa 9 euro.

Stamattina a Fiumicino c’era uno che sembrava Bettarini. Sai, il marito – anzi ex – calciatore – anzi ex – della Ventura – anzi ex, quando non era tutta rifatta che ora sembra una mongolfiera di silicone. Che se si punge un labbro inizia a volare come un palloncino, dappertutto, un palloncino impazzito che si sgonfia.

Più che altro questo qua a Fiumicino sembrava “bettarinizzato”, che è diverso. Occhiali da sole al chiuso, fisicata, denti talmente bianchi che sembravano incapsulati dalla a alla zeta, delle capsule spaziali sembravano sti denti da Bettarini. Rideva sempre, sto qua, sembrava una sagoma di cartone, sguardo bovino. Ho pensato, chissà quanti aspiranti Bettarini ci sono in Italia. Poi ho smesso, siamo andati a fumare.

Ho letto su Leggo che la Ventura ha preso in affidamento una bambina di due anni. Faceva meglio a tenersi Bettarini, invece, così almeno magari non finiva in tivù e tutto il resto e la gente la smetteva di volersi bettarinizzare.

Al gate di Fiumicino c’era una con il pc portatile che navigava su Internet con la connessione wireless. Pestava sulla tastiera alle 10.00 di mattina, sembrava che stesse suonando un pianoforte, un Yamaha. Ci godeva proprio a navigare wireless lì al gate, prima di prendere l’aereo delle vacanze.

Di fianco il suo uomo, uno sborone tecnologico, sfoggiava il Blackberry manco fosse un oggetto cult anni ’50, chessò il portasigarette di Fraid Astair. E non contento urlava al cellulare, sai quello con le cuffie e gesticolava da seduto. Sembrava che parlasse nel vuoto. Come la prima volta che ho visto uno con le cuffie che parlava al cellulare per strada e urlava da solo e gesticolava camminando e ho pensato, mi sono perso qualcosa.

Sull’aereo, la mia vicina di sinistra aveva paura di volare, così ha chiuso il finestrino e urlava, ma forte, ogni volta che c’era un vuoto d’aria. Io cercavo di dormire, stanotte non riuscivo a chiudere occhio, dopo la rassegna stampa di Rete 4 mi sono fatto un drink di cachassa e ACE alle 4 di mattina. Poi, mi sono addormentato.

Fidel Castro ha abdicato, Mancino è il nuovo vice presidente del Csm, Prodi ha chiesto scusa per la fiducia sul decreto Bersani, grossi rami non potati coprono la segnaletica stradale al quartiere Prati, Madonna sta arrivando a Roma per il concerto del 6 agosto, all’aeroporto di Atene c’è almeno un bar dell’Autogrill e sui muri la pubblicità della Tim.

All’aeroporto di Fiumicino stamattina c’era una grossa novità: hanno aperto una sala fumatori vicino al gate numero 10. Così, fai il check in ma poi puoi passare il metal detector e fumi lo stesso. Siamo andati nella sala fumatori, c’era una nebbia che sembrava un normale giorno invernale a Binasco, o al campo di Sottocolle, quando la coltre è così fitta che se fai un lancio non vedi dove finisce il pallone. Che figata quando giochi a calcio con la neve che c’è la palla arancione, hai presente. I fumatori a Fiumicino erano tutti contenti che si può finalmente fumare ai gate. Qui ad Atene si fuma proprio dappertutto.

Stanotte non riuscivo a dormire per il caldo (nel letto sudavo e sentivo le gocce che mi entravano nelle saliere del collo) ma anche perché pensavo al viaggio a Cagliari del 16 agosto. Sono un po’ teso, vorrei rilassarmi, speriamo di riuscirci a Rodi.

Per ora, in viaggio, ho fatto due foto. La prima, io che fumo nella sala fumatori di Fiumicino; la seconda, io che fumo all’aeroporto di Atene, fuori, abbracciato ad una mucca multicolor. Una mucca statuaria, anzi una statua di mucca (vedi foto).

Stamattina a Fiumicino in coda c’era una ragazza scandinava molto carina, coda di cavallo biondissima, top aderente color malva, jeans aderenti al polpaccio, culo succoso, nel senso di grosso, bel seno (una quarta), pancetta sporgente, sandali anzi sabot, ciglia sottili da gatta, carrello con trolley Louis Vuitton e sacchetto Luigi Cavalli con dentro una pelliccia – credo non sintetica – di ghepardo che spuntava.

Sempre a Fiumicino, ho visto nell’ordine: un Materazzi (uomo adulto, con naso adunco, alto); un Zambrotta (uomo adulto, naso adunco, altissimo); un Grosso (bambino, non più di 5 anni, di origine nord europea). Il Bettarini l’avevo visto prima. La domanda è questa: come si fa a comprarsi, ma poi anche peggio, a mettersi addosso una maglia della nazionale, con la puzza che fa, è sintetico acrilico, il 2 agosto, che stai andando in vacanza?