talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

20 luglio 2006

Orgasmo culinario


Se per caso hai 4 euro e 20 centesimi e ti vuoi procurare un orgasmo culinario, allora fai quello che ti dico. Tutto quello che ti dico, dalla a alla zeta. Prima cosa, fai in modo di trovarti a Roma, verso pausa pranzo, diciamo fra mezzogiorno e le 3 e mezza di pomeriggio, in periodo estivo. L’epoca dei fichi è l’estate, quindi questo è un orgasmo culinario limitato nel tempo.

Allora, oggi a pausa pranzo verso le 13.45 ero indeciso sul da farsi, come spesso mi capita ultimamente. Non sono mai sicuro se rimanere fedele alla linea, mangiandomi un’insalata, oppure se concedermi una trasgressione culinaria, che mi spinge quasi sempre verso i carboidrati, sotto forme disparate e molteplici, contornate di ogni ben di dio: dalla mortazza alla provola, dal salame piccante ad altri tipi di insaccato più invernali come la lonza, che in realtà non so se è invernale, ma non importa adesso.

Adesso quello che conta è che ho capito cosa vuol dire l’espressione dialettale pizza e fichi, l’avevo sentita dire diverse volte in vita mia senza soffermarmi sul suo significato profondo. Adesso, invece, so cosa vuol dire “è finita a pizza e fichi”, vuol dire che è andata da dio.

Alle 13.45 sono uscito dal mio ufficio a Largo Argentina e il mio radar de panza mi ha spinto quasi inconsapevolmente sulla rotta dell’orgasmo culinario. Certo, quando l’orgasmo ti arriva così, inatteso, è come quando in età adolescenziale fai un bel sogno erotico con la tua compagna di classe preferita, la mia si chiamava Paola, un seno d’altri tempi, quando le donne erano bianche e quello che contava erano le forme, non come oggi che se abbracci una vai all’ospedale, magari ti è entrato l’osso dell’anca nella carne, oppure quando ci fai l’amore che hanno un osso che ti lascia il segno sopra il pube, ce l’hai presente, perché gli è spuntato questo osso aguzzo là sotto e si sfregano talmente tanto che sembra che vogliano fare l’energia elettrica, tipo una centrale idroelettrica. Ma torniamo ai fichi e alla pizza, questo gaudio delle mie papille gustative.

Arrivo a Largo Arenula, svolto in via dei Giubbonari, passo accanto alle vetrine di sempre, ai marocchini di sempre, agli sguardi incrociati delle solite commesse – vedo anche la cassiera insopportabile, quella che quando vado a comprarmi le sigarette lì sta sempre al cellulare, la sfigurerei di sputi in faccia quando mi restituisce indolente le monetine del resto e continua a sparare minchiate al telefonino e a guardarsi le unghie dell’altra mano, quella libera, con cui manovra la cassa e contemporaneamente prende le sigarette dagli scaffali – inconsapevole dell’ondata di piacere che mi avrebbe invaso di lì a poco.

Arrivo a Campo dei Fiori, vado dal solito fornaio, quello dal lato della Carbonara, verso Piazza Farnese ed è praticamente fatta. Entro, il caso mi aiuta, la panettiera sta tornando dal retro bottega con una pala di pizza bianca, prosciutto crudo e fichi. E’ un attimo, gliene chiedo una. Il peso specifico mi fa subito pensare a una tetta piena, una quinta direi. Una consistenza vera, non di silicone, di carne vera, per capirsi. Prendo una bottiglietta dal frigo, leggermente frizzante, e con la pizza bianca incartata, la Nepi e me stesso mi dirigo al solito posto, i sedili di marmo di Palazzo Farnese, all’ombra. Oggi, circa 38 gradi al sole.

Nel negozio, a pagare, c’era la panettiera quella grassottella, ci metteva un po’ a darmi il resto, 4 euro e 20 in totale. Perché mi fissava il Rolex, mi diceva che ce n’ha uno anche lei, ma un po’ più piccolo del mio. Le dico, ho capito quale dici, quello di grandezza intermedia, che non è come il mio, da uomo, né piccino, da donna. Le dico che è una misura che mi piace, è una mezza misura alla fine, una delle poche mezze misure che posso accettare, alla fine è un Rolex, d’acciaio, bellissimo, penso anche che al polso di lei, un po’ cicciotella, ci sta meglio un orologio un pochino più massiccio. Non glielo dico, però lei mi fa lo sconto lo stesso, quindi ci guadagno 20 centesimi perché mi restituisce una moneta da un euro tonda tonda.

Poi, addento. E qui comincia il mio trip. Un gusto inatteso, e dire che altre cose agrodolci in vita mia le avevo già mangiate, dal cinese per esempio, oppure a Gavi, fave e salame, che le faceva sempre anche mia mamma. Oppure, non ricordo bene, però ci siamo capiti. A ecco, anche carne di cervo e conserva di ribes.

Comunque, guardami: sono seduto lì, sul sedile di marmo di Piazza Farnese, completamente imbambolato da questo gusto dolce amaro in bocca, un contrasto che sembrava l’eclissi solare, seduto a gambe larghe, perché non mi cadesse qualche pezzo di fico sui pantaloni, impataccandomi come al solito, ma ormai sono diventato un professionista dell’anti-medaglione culinario.

Pizza e fichi, peso specifico una tetta della quinta, poi bagni il tutto con una bottiglietta della nepi. E dire che di fianco c’era il solito gruppetto di ragazze, una è anche arrivata con i suoi occhiali a specchio, stile Poncherello, dei Ray Ban anni ’70 che probabilmente lei non era nemmeno nata negli anni ’70, ciò non toglie che all’arrivo potesse apostrofare la sua amica, seduta di fianco a me che faceva oscillare tutto il tempo i sabot manco fossero il pendolo di Foucault meno male che stavo mangiando perché se no mi veniva lo sghiribizzo e glielo prendevo un sabot e lo lanciavo nella fontana, quella davanti alla chiesa delle Brigidine.

Poi, ho finito di mangiare. Una goduria d’altri tempi, non so perché mi immagino che in altri tempi, ai tempi delle pizze e fichi, si godesse di più. Ma per me è soltanto un’impressione. Al ritorno mi sono anche fermato al treeffe a farmi un caffè con la cremina.

4 Comments:

At 3:28 PM, Anonymous Anonimo said...

Mancano i frullati....

 
At 12:56 PM, Blogger talentaccio said...

non me li sono dimenticati i frullati, tranquilla. pascucci è sempre qua, aspetta a te, il mio gusto preferito è fragola, kiwi, limone. energetico da morire. un bacio, fatti sentire.

 
At 12:08 PM, Anonymous Anonimo said...

mai provato il gelato fichi e noci ??
forse meglio della pizza orgasmica..credi a me.

 
At 5:34 PM, Anonymous Anonimo said...

...MI HAI FATTO VENIRE.... UNA FAME!!!
EVVIVA GLI ORGASMI CULINARI!!
TI BACIO SULLA BOCCA..SPERO TU ABBIA ANCORA DEI RESTI DI PIZZA E FICHI...
BARBARA

 

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