talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

23 febbraio 2013

Pranzo della domenica

Oggi è sabato, piove, è mezzogiorno. Domani ci sono le elezioni, la Samp giocherà alle 12,30 contro il Chievo. Giusi e Pietro sono giù in Sicilia, ho appena parlato al telefono con Pietro che mi ha detto che si è comprato un nuovo set da pistolero, ma che le manette sono troppo strette, a Martina gliene entra soltanto una e così l’altra la attacca a un palo. Mi sembra una buona soluzione, poi mi ha detto che si sta allenando per la scuola con la nonna Teresa. Tutto a posto, e io vado a pranzo da Tina e Stefano.

Il pranzo della domenica inutile girarci intorno è uno dei capisaldi della mia vita, anche se oggi è sabato, allora dovrei dire il pranzo del sabato. Ma alla fine è il pranzo del giorno di festa, il sabato del villaggio prima delle elezioni, in questo casino generale che ci circonda. Ieri sera avevo le finestre aperte e sentivo Beppe Grillo dalla finestra che urlava come un pazzo, il prossimo parlamento sarà diverso, chissà se sarà meglio.

Dalla finestra si sentivano le urla di Grillo, le vuvuzelas e le trombe da stadio, c’era un clima da stadio, tamburi da gradinata sud. Sembrava un raduno di ultras e sicuramente non era un classico comizio politico. La gente è esasperata, lo scollamento fra politica, finanza e vita reale intesa come economia reale è ai massimi storici.

Gli unici comizietti televisivi che ho seguito su La7 con il grande Enrico Mentana sono stati scialbi, nessun confronto fra i candidati. Paura del confronto, incognita Grillo, crisi, gente incazzata e spread dietro l’angolo. Un quadretto mica da ridere per chi dovrà governare questo nostro paese, che è l’Italia.

Dovremmo però ricordarci che siamo l’Italia, un po’ come la Roma dell’altra settimana che ha bastonato la Juve. Va bene tutto, siamo in difficoltà, ma siamo pur sempre l’Italia e non ci sputerei sopra su questo paese. Belin, siamo forti e dobbiamo tirare fuori il meglio che abbiamo per superare questo periodo oscuro e ricominciare a fare punti. Certo che l’allenatore conta e i giocatori devono correre e non tirare indietro la gamba. A tutti i livelli, ma è vero che il pesce puzza dalla testa e così ci vorrà una testa a posto che dia l’esempio. Perché penso che sia una questione di esempio, in primo luogo, basta cazzoni sul ponte di comando.

Difficile dire come sarà il prossimo parlamento, di certo immaginare qualche grillino a Bruxelles ad un meeting dell’Ue non è una prospettiva rassicurante. E nemmeno pensare che in Parlamento ci sarà un esercito di grillini con cui fare i conti tutti i giorni, penso che la politica sia una materia complessa, sono d’accordo che si debba fare pulizia, ma poi le leggi chi le fa e chi le scrive? L’incertezza mi sembra alle stelle.

Fra un po’ vado a pagare il signor Carlo, ieri sera avevo finito i soldi e ho preso una bottiglia di vino a credito. Prima devo fare il bancomat. Poi andrò da Regoli a comprare un dolce per il pranzo della domenica, anzi del sabato, penso che prenderò una Sacher, quella di Regoli è buonissima.

La gente è incazzata, ieri sera dal signor Carlo il vinaio sotto casa che dà da bere ai grillini che vanno a San Giovanni si vedevano le facce della gente. La maggior parte erano ultra quarantenni, di bambini in piazza manco l’ombra. Però la piazza era zeppa, i sondaggi non ci sono in questi giorni, ci sono cifre discordanti, magari Grillo prende il 30%. E’ un’incognita completa, che paese assurdo. La speranza è non finire come in Grecia, sarebbe un disastro per tutti quanti. Non soltanto per noi italiani, vediamo come andrà a finire. Certo che sta volta fra astensione e voto di protesta sarà un bel terno al lotto.