talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

29 marzo 2006

Al bar


Entro al bar dopo la mia solita passeggiata a Campo dei Fiori. Ho finito il mio panino e la mia bottiglietta d'acqua, posso entrare al bar per il caffè di rito. Arrivo al bancone, c'è un po' di gente. Aspetto il mio turno, poi si presenta un cliente. "Cosa c'è in quel rotolo?", chiede il cliente al barista. "Prosciutto e formaggio", risponde il barista.

"Che formaggio?", chiede ancora il cliente. "Formaggio", risponde il barista. "Ma è stracchino?", chiede ancora il cliente. "No", dice il barista, che intanto deve curare almeno quattro caffè alle sue spalle, in fase di preparazione.

Mentre si gira per prendere i caffè pronti e distribuirli alla gente che sta aspettando, il cliente - che cominicia già a starmi ampiamente sui coglioni, meno male che non faccio il barista perché durerei al massimo due giorni - chiede al barista, in mille faccende affaccendato: "che me lo fa vedere di profilo il rotolo?".

Il barista solleva sto rotolo - una piadina arrototolata con dentro foglie di lattuga, prosciutto e sotto, invisibile, il formaggio, che non è stracchino - così il cliente può vederlo di profilo, glielo ruota anche di 360° cosicché lo possa vedere davanti, dietro e di lato. Un panino. "Per una volta non le fa male", aggiunge il barista, che interpreta le domande insistenti del cliente per paura
di ingrassare, forse, o di essere avvelenato.

In realtà, il cliente questo rotolo proprio lo vuole. Soltanto che chissà perché (forse è a dieta) rompe le palle a raffica per sapere l'esatta composizione degli ingredienti. Alla fine, come se si trattasse di una pesantissima concessione, il cliente ordina :"sì, mi scaldi il rotolo". Il barista lo mette nella piastra e per evitare altre rotture di coglioni dice al cliente - un uomo sui cinquant'anni,
capelli corti bianchissimi, pizzetto, abbronzato, giacca di pelle nera, alto, slanciato, curato nell'aspetto, serissimo, nel senso che non ha sorriso un attimo in tutta questa lunghissima trattattiva sul rotolo - gli dice "vada pure a sedersi che ci vuole un po' di tempo, è una cosa spessa questo rotolo, ce ne vuole perché si scaldi".

Secondo me, il barman lo fa perché non lo vuole lì, al bancone, che il cliente, che ora che ci penso assomigliava un po' a Franco califano stile Califfo, magari si metteva lì a controllare la cottura del rotolo e non lo mollava un attimo. Nel frattempo, è pronto il mio caffè, prendo lo zucchero di canna e me lo bevo.

Arriva un'altra cliente e chiede al barista: "come sono le fragole?". Da notare che
le fragole messe nell'espositore refrigerante, classico espositore da panini e dolci da bar, sono ancora confezionate nelle vaschette classiche delle fragole. Io le avrei risposto "belin sono fragole, come vuoi che siano? Sono dolci e sanno di fragola".

Il barista, che è un professionista serio, dice "sono fresche (chi ammetterebbe che
invece sono surgelate?). come le vuole? con la panna?". La cliente risponde che le vuole lisce. il barman conclude "ok, gliele preparo con un po' di limone e zucchero". Il barista è un medium, la cliente sprizza gioia da tutti i pori, perché lui ha interpretato i suoi desideri: le aggiunge un po' di limone e zucchero - che non è panna - però le dà qualcosa di dolce. Lei stessa, da notare, lo zucchero non
l'aveva chiesto.

Intanto, il tizio del rotolo non ce la fa e continua ad aggirarsi dietro di me, che sto finendo rapidamente il mio caffè, e controlla con la coda dell'occhio che il suo rotolo non bruci. Il barista lo vede benissimo, finge di ignorarlo, il rotolo si scalda, il tizio del rotolo paga, io esco, le fragole sono ancora nella confezione di plastica. Ancora per poco, la cliente delle fragole fissa la confezione e mentre cammina mi scontra, mi chiede scusa.

1 Comments:

At 7:58 AM, Anonymous Anonimo said...

Ciao Paolo, sono davvero contenta che il tuo blog sia nuovamente online (ora addirittura con le foto: che lusso!)e concordo con te sul fatto che fare il barista è proprio un lavoraccio! Io metterei online anche il tuo racconto sulla pizzeria la sera della morte del papa... baci ele

 

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