talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

30 marzo 2006

Il pagellone di Oderisi


L’altra sera abbiamo ripreso a giocare a calcetto, a Oderisi da Gubbio, nel campetto più sintetico che c’è in tutta Portuense.

Erano quattro mesi che non si giocava. La stagione invernale e l’infortunio di Antonio bomber Tappi avevano interrotto il solito rituale, prontamente ripreso. A parte che c’ho l’acido lattico anche nelle vertebre, mi sono tornati i duroni sotto i piedi, soprattutto quelli ai lati dei ditoni, a parte che mi fa ancora male la testa che l’altra sera c’era un pallone che sembrava un pezzo di titanio a forma di sfera – ora capisco perché i calciatori sono sempre un po’ svampiti, secondo me a furia di colpire di testa si lesionano il cervello – a parte che è stata come sempre partita vera, a parte che ieri ho sentito Raffo e anche lui sta come i pazzi, mezzo rotto dopo la partita, vorrei dare il mio giudizio generale sul partitone sottolineando la prova maiuscola di Paolo T.

Belin, l’altra sera Paolo T. sembrava un airone, propongo che il suo nuovo soprannome calcistico, sia l’Airone. Con quelle leve lunghe, bastava che allungasse la palla e le prendeva tutte. Poi, ha fatto una sfilza di gol da paura, ma gol di alta fattura, al volo, di destro, di sinistro, dalla distanza, di testa – anche lui in effetti mi sembra un po’ provato psichicamente da tutti i colpi di testa che avrà dati in vita sua – complimenti a Paolo T. Però, mi correggo, non possiamo chiamarlo l’ASirone perché esiste già, è la punta del Palermo, come si chiama dai, non ricordo: ah, sì, Caracciolo. Quindi, se siete d’accordo, Paolo T. diventa la gru, la gru di Oderisi da Gubbio. Che tra l’altro è più realistico, perché altre volte sembra una gru di quelle per costruire le case, fermo. Ma l’altra sera no, è stato nettamente il migliore in campo per la redazione sportiva di Sky (non so quanto attendibile per la presenza contemporanea di Luca Vialli e Roberto d’Agguanno. La D’amico, mio caro Paolo T., non c’era, peccato per te, se non ti intervistava fuori dagli spogliatoi).

Prova maiuscola di Mister De Siena, che come sempre quando parte sulla fascia è imprendibile, poi detta gli schemi anche dopo 140 giorni di inattività. Si vede che lo spogliatoio è unito. Una menzione importante per bomber Tappi, che rientra alla grande dopo un infortunio che grazie alle infiltrazioni del dottor Mertens – lo stesso che curò a suo tempo Van Basten, abbiamo fatto una colletta per mandarti a Bruges a operarti, bomber Tappi, però per te questo ed altro, poi con le stampelle di Minchillo te la sei cavata bene, mi dicono – una preghiera a Raffo: per favore, Raffo, per quanto riguarda il capitolo maglie e soprattutto colore della maglia: se sei daltonico, sono problemi tuoi. La prossima volta che mi porto la maglia nuova della Germania – bianca, ok, è vero che giocavo con i colorati, però e che cazzo - quando cazzo me la potrò mettere per giocare la maglia della Germania nuova fiammante, che gioco sempre con la squadra dei colorati? La prossima volta faccio una richiesta: vi prego, voglio tanto giocare con quella maglia addosso, ve la mettete voi la maglia colorata? E poi, Raffo, come hai avuto il coraggio di chiedermi di cedere la maglia bianca nuova, c’è ancora l’etichetta, a uno dell’altra squadra? Ma sei scemo?

Altre note tecniche, beh, come sempre il sogno della vittoria per Mister De Siena si è infranto di nuovo contro il muro della realtà. Però, da avversario – e non da nemico, come ama dire Fausto Bertinotti in tivù – riconsoco che una delle cose più belle del calcetto è vedere la faccia di Mimmo, mister Mimmo De Siena, che continua a crederci e a illudersi che prima o poi potranno farcela. Mi sembra uno di quegli americani, forse era Luther King, che dicono “I have a dream….”. E’ sempre bellissimo pareggiare all’ultimo minuto, vedendo gli avversari che, dopo l’illusione della vittoria, prendono mestamente la via degli spogliatoi. Perché hanno paura di perdere. Bello.

Detto questo, dimostrando la mia sportività assoluta – giuro che mi fa ancora male la testa dopo il colpo di testa – menzione d’onore per Emiliano, l’unico numero dieci della storia del calcio, perché è un numero dieci dentro, nello spirito, che gioca con la maglia numero nove.

Tornando alle infrastrutture che ci accolgono, come sempre il custode ci prende per il culo. Gli spogliatoi sono da zero a zero. Il filo d’acqua calda che scende negli spogliatoi è una vera presa per il culo, come quando bomber Tappi irride tutta la difesa avversaria saltandoli come birilli, poi prende il palo. Ma ve ne siete accorti o no che bomber Tappi – è mio amico, ha giocato nelle giovanili del Foggia, con Padalino – certi gol li sbaglia apposta. Ultima annotazione per il piede di Raffo: lo so che il tuo gol, Raffo, quello che ti sogni ogni sera di fare, prima di addormentarti nel tuo piccolo lettino, è di tirare una lecca dal limite che is insacca all’incrocio. Ma dopo ventott’anni che giochi, e ci provi tutte le volte e al massimo la spari sette metri fuori, contro la grata, dovresti cambiare film. Non so, meglio una puntata di culo che rimbalza sulle gambe di un solido Federico Leone – detto fra noi, lui è Franz Baresi in confronto a Pietro che invece è Beppe Baresi, volendola mettere sulle similitudini dei fratelli – e che di culo entra, o no, Raffo.

La più grande soddisfazione per me l’altra sera è stata quando, forse ceffando l’ennesimo gol di destro – quando sei mancino non c’è una minchia da fare, di destro fai solo danni – mi giro e vengo assolutamente osannato dalla mia squadra che mi applaude in piedi sugli spalti – per applaudirmi sono usciti dal campo e sono andati al primo anello di Oderisi da Gubbio – urlando in coro “quello che conta è il gesto tecnico, non importa se ceffi un gol determinante per il risultato finale sulla linea di porta, ceh basterebbe spingerla con un alito di vento. Se non c’hai il destro è lo stesso, ti vogliamo così”. La sera, nel mio lettino, mentre già sentivo i primi dolori dell’acido lattico assalirmi i polpacci, ho ricordato questo spirito di gruppo e mi sono carezzato il destro, mentre con il sinistro mi grattavo un polpaccio che mi prudeva.

5 Comments:

At 3:02 PM, Anonymous Anonimo said...

grande "pinuccio"!!!
L'argomento calcistico è indubbiamente quello che più ti si addice...
se vuoi mi propongo per un massaggino al polpaccio dolorante... per i calli sotto ai piedi... mi astengo
firmato: anonimo riconoscibile!!!

 
At 4:36 PM, Anonymous Anonimo said...

ringrazio per i lusinghieri commenti. come già indicato da alcuni esperti (raffo, in primis) credo che la mia prestazione maiuscola (inutile nascondersi dietro la falsa modestia) derivi dai pochi allenamenti di volley che ho sostenuto quest'inverno. ma non tanto per il fiato o per il fisico in generale, quanto per la ritrovata capacità di intercettare la traiettoria della palla. se ci pensate, fare uno stop e fare un muro non è poi così diverso...
alla prossima per le conferme

paolo t.

 
At 6:24 PM, Anonymous Anonimo said...

perchè non scrivi delle volte che il treno per yuma sbriciolava voi jamaicans?

noi bnon molliamo (11 anno all'aics), saempre più stanchi, sempre più emaciati.

kalle

 
At 10:12 AM, Anonymous Anonimo said...

ma raffo ha cominciato ad usare l'altro piede oppure rincorre ancora la palla sulla linea del fallo laterale remando con il piede destro?

 
At 10:54 AM, Blogger talentaccio said...

raffo è sempre un bel raffo, si mette sei giri di scotch intorno alle caviglie per restare insieme, poi tenta dribbling presidenziali in un campetto a cinque improponibile, poi tira lecche da centrocampo che se ci fossero le gradinate romperebbe la faccia ai tifosi. paolo

 

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