talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

05 aprile 2006

Lo chef consiglia


E’ un momento di vuoto al lavoro, così da bravo blogger consumato scrivo un po’. Scrivo un po’ a casaccio, che è la cosa più divertente di essere un blogger, cioè che scrivi quello che ti pare sul tuo blog. Che non c’è mica la censura, sul tuo blog. O no. Prima cosa, mi viene da scrivere di politica. Fra qualche giorno ci sono le elezioni. Secondo me la gente è contenta che questo strazio sta per finire. Dopo l’uscita di ieri del Berlusca, quella dei coglioni, si spera che anche gli indecisi vadano a votare. Soprattutto quelli del centro sinistra.

Bella davvero l’iniziativa auto convocata della sinistra di eri, qua a Piazza Argentina, con la gente che si dà da sola dei coglioni. Non male veramente. Tra l’altro c’erano delle belle ragazze, ieri sera, che ridevano con quel bel foglio con scritto sopra sono un coglione. Meglio di uno spot preparato, in effetti le cose che vengono fuori così, auto convocate e spontanee vengono fuori meglio.

Adesso sono in redazione, domani chiudiamo il numero del giornale, e oggi mi sono portato avanti per il prossimo numero. In effetti, lavorando in questo modo, in un quindicinale, la cosa è questa: ci sono dei picchi di lavoro. Soprattutto all’inizio delle due settimane. Quando si programmano i contenuti per il numero successivo. In quel momento, dopo che si decidono i contenuti, quando sai a grandi linee cosa e quanto dovrai scrivere, sei come un cuoco che gli hanno passato l’ordinazione.

Sei come il cuoco, in cucina, con un sacco di piatti da preparare. La prima cosa che fai, cerchi di organizzarti un po’ ai fornelli. Tiri fuori gli ingredienti, poi cerchi di capire quali sono quelli che ti mancano e che ti dovrai procurare, magari chiamando e intervistando qualcuno oppure facendo delle ricerche. Insomma, all’inizio delle due settimane ti trovi con tutta la roba da fare davanti insieme, disorganizzata. Quello che devi fare è cominciare a cucinare.

Non a caso, la cucina di redazione è una specialità del giornalismo. Io di mio penso di essere un buon cuoco, uno chef discreto, anche se dipende un po’ dalle volte. Per lo più, i pezzi mi vengono abbastanza bene, hanno un livello minimo di accettabilità, data da quella che la gente normalmente chiama il mestiere. Perché in effetti, a furia di scrivere, il mestiere ti viene. Se no non scrivi più. Ma penso che questo valga un po’ per tutti i mestieri.

La cosa che mi piace di più del mio lavoro è che di solito le cose non vengono mai fuori come te l’aspetti. Un articolo magari te lo immagini in un certo modo, poi alla fine vedi che va in tutt’altra direzione. C’è quasi sempre l’imprevisto, il casino, devi ingegnarti in qualche modo. E se accetti tutto questo, allora va bene, la prendi nel modo giusto, il modo possibilista.

Non sono certo un cuoco nella realtà, un bravo cuoco. Però, immagino che il massimo del godimento per uno chef sia vedere il suo piatto mentre si prepara, magari aggiungendoci di volta in volta qualche ingrediente nuovo, qualche spezia. La stessa ricetta non viene fuori con lo stesso gusto, ogni volta c’è qualcosa, un tocco diverso. Non so se riesco a spiegarmi, ma me ne fotto. Se non capisci, non so, non leggere.

L’altra settimana ho visto il Caimano, al Sacher. Mi è piaciuto. Mi è piaciuto il personaggio di Michele Placido e anche Silvio Orlando mi è piaciuto. La storia era pure divertente, a tratti. Al di là dei contenuti politici. Mi ha fatto impressione vedere la scena del Berlusca al Parlamento europeo in dimensioni di schermo cinematografico. Non siamo abituati qua in Italia a vedere i nostri politici in uno schermo diverso da quello tivù. Vederli al cinema li cambia totalmente, forse perché in ogni caso il cinema uno lo associa all’entertainement e vedere un pezzo tivù, che ritrae una delle peggiori figure di merda del tuo paese all’estero, riproposta sul grande schermo fa più impressione.

Oggi sul giornale c’erano molti commenti sull’uscita del coglione. Gian Antonio Stella ha scritto un articolo divertente, anche se a me la mia giornalista preferita è Concita de Gregorio. E’ lei la mia preferita, la mia penna preferita. Voi che ne pensate? Chi sono i vostri giornalisti preferiti? Vabbè, oggi scrivo così, a vanvera. E poi c’ho fame, c’ho sempre fame in sto periodo mi mangerei un montone anzi, mi mangerei una bella trota al carpione, che sono anni che non me la magno. Ce la pappavamo sempre con mio papà in Val di Susa, di ritorno da sciare, mi sembra dal Sestrière. E voi che vi magnereste ora come ora? Di salato, i dolci un’altra volta.

2 Comments:

At 3:05 PM, Anonymous Anonimo said...

mah, io ora come ora, e per colpa tua, mi magnerei una filata di focaccia liscia, di quella che vendono calda calda in una focacceria di cso sardegna a Genova. Che da quando mi hai fatto venire in mente la focaccia non ho ancora smesso di sbavare oggi... anche io ultimamente ho sempre fame, mia mamma mi ha quasi autoconvinta del fatto che potrei essere incinta. Le ho spiegato che con la pillola dovrei avere una sfiga davvero pazzesca..

 
At 3:42 PM, Blogger talentaccio said...

belin, ele, se penso che fra un po' di giorni mi sparo delle slerfe di fugassa con la cipolla, che dire, un po' penserò a te, lì a borgo incrociati, con mezzo chilo di fugassa oleosa nelle mani, rosica pure!!!!!

 

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