talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

27 luglio 2007

all'isola


stamattina ho accompagnato la pina al fatebenefratelli, per le pratiche del cordone ombelicale. siamo usciti presto, abbiamo preso l'autobus, per fortuna uno si è alzato e l'ha fatta sedere, molto spesso non capita, la gente guarda fuori dal finestrino e fa finta di non vedere la pancia di una donna incinta. "è femmina?", "no, è maschio". "ah, peccato".

ormai la panza della pina è enorme. c'ha una striscia nera che la divide in due, sembra un enorme melone teso la pancia della pina. e poi ci sono i bozzi del bambino che spuntano soprattutto in alto, dove c'è la testa, visto che non si è girato. è podalico.

siamo scesi a torre argentina, poi abbiamo preso il tram, l'8, che belin quando ci entri ti sembra di entrare in un ospedale, in una camera iperbarica, con quelle pareti verdoline opache. ha un colore inquietante, l'8, sembra un manicomio dal colore, o il bagno di una grossa stazione, magari a dresda.

l'altra volta sull'8, stavo accompagnando la pina dal ginecologo, c'era una signora che ha abbassato il sedile, sai quei sedili che funzionano a molla, devi tenerli schiacciati per metterli in posizione e poi sederti, ma la signora ha lasciato la presa, così mentre si chinava il sedile si è rimesso orizzontale e lei ha dato una culata in terra de paura. l'ho presa per il braccio e l'ho tirata su. rideva per l'imbarazzo, ma non c'è niente da ridere, belin, si è presa una bella culata sul linoleum e una bella schienata sul palo di ferro per tenersi. poi si è seduta. ma non ho voluto guardare.

mentre attraversavamo la strada all'isola tiberina una vecchietta, a metà del ponte, si ferma e chiede "è una femminuccia?", diciamo no. e si mette a parlare come se fosse mia nonna della gravidanza e tutto. la pina tutta contenta.

poi siamo entrati all'ospedale, c'era una in una y10 che faceva una manovra allucinante, ho detto alla pina di stare lontana che sennò le falciava le gambe, magari per sbaglio. siamo andati nel reparto ginecologia anzi ostetricia, la pina si è fatta fare il timbro per il cordone ombelicale, poi bisognava consegnare tutte le carte in un altro ufficio, erano le nove, lo sportello apriva alle 11, ho detto alla pina proviamo ad andare su magari ce lo fanno fare subito. c'erano tre o quattro tizie in camicie bianco, nel retro dell'ufficio, che cazzeggiavano. poi è arrivata una signora grassa e per fortuna ha detto ok, hai tutti i documenti per il cordone ombelicale, puoi consegnarli subito. e ce la siamo sbrigata veloce.

prima davanti al reparto ostetricia ho aspettato fuori, sui muri c'erano un sacco di scritte a penna, sui muri, tipo "25 giugno 2007 oggi è nato daniele", oppure 7 luglio 2007 oggi è nato mirko, nonni 1 e nonni 2" ecc. belin. ti nasce un figlio e fai il graffiti davanti al reparto ostetricia, per segnare il territorio. boh, contento tu, sti graffitari sono strani, o no. belin, ti è appena nato un figlio e tu lo scrivi su un muro, ma prendilo in braccio o comprati un caffè alla macchinetta.

mentre uscivamo un'altra vecchia, ma questa vecchia di brutto, accompagnata fai conto dalla nipote, o da una badante, ma giovane, vede la panza della giusy, mette le mani avanti, tese, e si vede che gliela vuole toccare. si vede che porta bene, percché tutti ti toccano la panza se sedi incinta. la badante la tratteneva, poi però ho visto la vecchia che ci teneva, allora ho detto alla pian di andare verso la vecchia e farsi toccare la panza. tanto non le costava niente. la pina è andata e poi la vecchia era tutta contenta. all'uscita dall'ospedale abbiamo incrociato un'altra con la panza, era incazzatissima. di solito quando due incitne si incrociano non si cagano. a parte se hanno fatto il corso preparto insieme, allora ti devi fermare e sentire una serie di cose, tipo chi è il tuo anestesita, quanto ti manca, trentaquattrsima settimana e cose così. se c'è anche il padre del bambino lo devi salutare, anche se non sai che è. poi volti pure lo sguardo da un'altra parte, non è obbligatorio che ci fai conversazione. poi si salutano e te ne puoi andare.

all'uscita dal fatebenfratelli siamo andati al ghetto, passando da ponte fabricio, che dal lato del tevere se devi schiacciare il verde per attraversare non funziona, così devi aspettare che arrivi un altro pedone dall'altra parte della strada e fargli segno di prenotare il verde dell'attraversamento se no ci puoi pure morire lì, davanti alle strisce, perché con il traffico del lungotevere se cerchi di attraversare ti asfaltano in un nanosecondo. c'era la tizia, le abbiamo fatto segnale di schiacciare per l'attraversamento, siamo andati a fare una colazione in un bar del ghetto, davanti alla sede degli are krishna. mi sono fatto una pizza bianca con speck e mozzarella, leggendo l'articolo della ragazzina che la palpeggiavano a scuola, a palermo, e la prof le ha dato una nota sul diario dicendo ai genitori di controllare il suo abbigliamento. belin.

poi, abbiamo finito, la pina è andata al bagno, c'era una badante fichissima, sarà stata lituana, alta un metro e ottanta, tacchi alti, gonna attillata a culo vascio, borsetta, maglietta rossa attillata, capelli neri, rossetto che spingeva una carrozzella con sopra un vecchio messo male. si vede che il vecchio malandato le aveva detto qualche porcheria, come dargli torto, e lei gli diceva, godendoci non poco con un sorriso fra le labbra, "...ma cosa le viene in mente...." o cose così, anzi, "....ma come si permette...." al vecchio in sedia a rotelle che stava spingendo. c'era il pizzicagnolo che è uscito dal negozio, in piedi sulla soglia, per guardarle il culo quando è passata. povero vecchio, belin con una badante così come minimo gli viene un coccolone secco. prima, mentre passavamo al ghetto tutti i vecchietti seduti sulle sedie, al fresco, c'era ancora l'ombra, che facevano gli auguri alla pina, chiedendole se era maschi o femmina, maschi è, vabbè il prossimo sarà una femmina, che è meglio.

l'altra volta uno mi è piaciuto cosa ha detto, di mio figlio, meno male che nasce all'isola tiberina, così pure lui è un isolano. sto qua è siciliano.

2 Comments:

At 6:35 PM, Anonymous Anonimo said...

toccare la pancia di una donna incinta dev'essere un po' come toccare la schiena di un gobbo, porta fortuna

non so, a me fa un po' senso, sarà che figli non ne ho ancora
però mi piacerebbe prima o poi avere un bel pancione da mamma al settimo mese

stattibene

 
At 8:30 PM, Blogger talentaccio said...

anche a me, il piancione, mi sarebbe sempre piaciuto scrivere un racconto dove ero una donna.

 

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