talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

01 dicembre 2012

Fia spel, Yatzy e altri giochi da tavolo (e non)

Questa mattina ho accompagnato Giusy e Pietro alla stazione. Sono andati a Milano per il weekend. Io resto a Roma. Fa piuttosto freddo, prima pioveva adesso sta spuntando un po’ di sole.

Sono contento perché ormai le Timberland a scarponcino non mi fanno più male. Ho scoperto che basta allacciare i lacci fino in cima per evitare che le cuciture ti scarnifichino i malleoli. Meno male, pensavo di aver buttato i soldi per l’acquisto di due morse simil-cilicio per i piedi. Ci ho messo soltanto dieci mesi a capire come dovevo fare per allacciarmi le Timberland. Belin, meglio tardi che mai.

In asenza della famiglia, questa mattina mi sono letto La Stampa. Dati sulla disoccupazione drammatici, appello di Draghi, primarie del Pd con sfanculamenti vari fra Renzi e Bersani, sfanculamenti di Berlusconi ad Alfano, Casini in tour con le Acli. Amen la politica interna, gli esteri ho letto i titoli su Israele e poi sono passato agli articoli di fondo. Il pezzo sulla mancata quotazione della Sea me lo tengo per dopo pranzo. Questa sera c’è il derby Juve-Toro, ho visto che i granata hanno ricevuto meno di 3mila biglietti, se questo è derby allora io sono Mata Hari.

Questa mattina alla stazione mi sono comprato anche l’Espresso, penso che l’acquisto di un settimanale sia importante per non perdere completamente di vista il panorama generale. Giusto per sapere dove sta andando il barcone.

Pietro era tutto contento di andare dai cugini. Giusy e Pietruzzo sono entrambi malandati, accimurrati e speriamo che si riprendano un po’ di salute. Assurdo, hanno preso due biglietti di prima classe, in offerta, e le carrozze erano in fondo al convoglio. Per arrivarci ci siamo fatti tutta la banchina, fino in fondo. Carrozze in testa, dice, ma in testa vuol dire in fondo.

Non so perché ma avrei una gran voglia di farmi una bella partita a Monopoli o a Risiko. Un bel gioco di società. A me i giochi di società e in generale i giochi da tavolo piacciono un casino. Quando ero piccolo giocavo all’Allegro Chirurgo, a Indovina Chi, a Fia Spel, a Raev Spel, Yatzy, me lo sono ricomprato di recente e ci mancano soltanto i “Bridge Blandning” che ci calavamo con mio fratello e le vecchie d’estate, in Svezia per fare il revival.

Bisognerebbe resuscitare Linea, per fare il suo “Linea slag”, il quarto tiro che cercava sempre di fare con non chalance con i dadi a Yatzy, quando si sa che di tiri a Yatzy se ne fanno tre soltanto. La cosa bella è che di solito glielo lasciavamo fare, il quarto tiro, con mia nonna che rideva sotto i baffi per la vecchia barona, che quando riusciva a barare faceva una strana smorfia con la bocca, chiudendola a culetto. Linea, 84 anni, barava di brutto e noi la lasciavamo barare.

Altri giochi, canasta, Klumpeduns, Battaglia Navale, Scopri l’Italia e Scopri l’Europa (ma forse si chiamavano diversamente, della Ravensburger).

Gioco dell’Oca, Tombola, Subbuteo – partite infinite con il mio amico di via Trento Michele Dolcino, che tirava delle punizioni dal limite eccezionali, a pallonetto sopra la barriera dal limite dell’area mettendo il giocatore sdraiato con la testina sotto la palla –

Taboo, mega partitone con la Simonetta. Trivial Pursuit, ma perdevo sempre. Scopa, partitoni con la zia Anna, Rubamazzetto, scala quaranta, dama, domino, backgammon, ce n’ho uno a Genova di legno, una valigetta da deca e lode, anche se ora non mi ricordo nemmeno le regole, ma a suo tempo ci andavo in giro, come se fosse una ventiquattrore. Scarabeo, Calcio Balilla, ma quello del bar.

Flipper, serpente di Rubik, gliene ho regalato uno a Pietro quest’estate, l’ho trovato allo shop di Haga Parken a Stoccolma, e quando siamo andati a mangiare dal messicano di Solna Centrum mi ha chiesto dove l’avevo comprato, lo voleva anche lui, ci giocava da bambino. Gli ho detto che anche io ci giocavo da bambino, il taco però mi è rimasto sullo stomaco, troppo chili c’era. Ma la Corona te la danno con il limone nella bottiglietta, a regola d’arte.

Cubo magico, lo sapevo fare. Ora non più, soltanto una faccia e il bordo. Game Boy, soldatini, palla avvelenata, mosca cieca, un due tre stella, acchiappa bandiera, ce l’hai, torello, passaggi, punizioni dal limite nel sette o palo rete, tamburello, ping pong. Ecco, vorrei un bel tavolo da ping pong, e un biliardo in casa, un puching ball e la sbarra al soffitto, il sacco da pugile e una piscina, cricket, sì, belin, una bella partita a cricket e un campetto da calcio e da tennis e andare a sciare in neve fresca.

Una messicana alla Pascoli, campestre alla Pascoli, tiri in porta al Sorriso Francescano, partitone otto contro otto a Ca’ de Rissi, sette contro sette a Bavari. Gita in gommone da Sturla a Camogli, ma con il pieno di benzina per non restare in alto mare a Quarto e farsi trainare a riva dalla barca del vecchio. Bagno a Pieve Ligure e focaccia al formaggio a Nervi. Belin, sto sbulaccando e allora giro in bici sull’Aurelia, con la Sedazzari rossa e i pantaloncini imbottiti da ciclista, fino a Recco e ritorno. Corsetta in corso Italia, al mare a Bogliasco in Sì rosso ma quello con i pedali. Tuffi dal trampolino al Lido, lo scivolo alla piscina di Martina in Austria, a sciare d'estate al Diavolezza col pulmino dello sci club di Livigno. Partite a palla tennis sul prato, freesbee, badminton, go kart, autoscontri in piazzale Kennedy al luna park.

La trottola tirolese non è male, Shangai, ma con le bacchette di legno e non di plastica. Bocce, cavallo e fune in palestra, Atari, magari, non ce l'ho mai avuto. Il gioco che si attaccava alla tv e giocavi a tennis, con le manopole, era nero e potevi anche giocare contro il muro, o c’erano due omini e se beccavi la palla di schiena cambiava traiettoria e gli davi l'effetto. Donkey Kong, Super Mario, Tetris, Asteroids. Freccette al pub, con la pinta piena e le patatine all'aceto (wineger).

Boccette al bar Piave. Belin, che filotti da panico con il Mercantile e le pagine sportive. Fantacalcio, che quest’anno ho ripreso e ho una squadra da zero a zero. Ma magari a sto giro qualcuno mi segna, che in dieci partite sono ancora a zero gol. Se penso a Oberdan Biagioni, me ne ha fatte vincere tante uno a zero. Gruppo Ginnico Genovese. Villa Gentile, 60 ostacoli, 80 ostacoli, salto in lungo e arrivare finalmente oltre i 5 metri nella sabbia. Lo scoglio di Pontetto e le parole crociate, capire finalmente come cazzo si risolve un rebus.