Gricia alla Suburra

Domani mattina lo porto alla pista delle biciclette, a Villa Celimontana, così continua a prendere confidenza con il mezzo meccanico.
A mezzogiorno è venuta Chiara in visita. Abbiamo preso il 117 e siamo andati a mangiare alla Suburra a Monti. Erano secoli che non andavamo lì. Abbiamo mangiato benissimo, io una gricia, scottadito, carciofo e crostata al mandarino. Il tutto innaffiato da vino rosso della casa. Molto buono però il ristorante era praticamente vuoto e alla fine è arrivata una lamata esagerata da 90 euro.
Certo che se questi sono i prezzi si capisce perché il ristorante era vuoto.
Vicino a noi c’era una coppia di turisti di mezza età. Sono rimasti colpiti che Pietro volesse “fettuccine in bianco ma senza burro”. Si divertivano a guardarlo e hanno chiesto quanti anni aveva Pietro, cinque e mezzo.
Sono israeliani, parlano entrambi bene l’italiano e vengono un paio di volte all’anno a Roma. Quando hanno sentito che abbiamo ordinato la cicoria, l’uomo se l’è ordinata pure lui. Molto simpatici, avevano appena visitato la mostra su Alberto Sordi e nel pomeriggio andavano al Chiostro del Bramante. Gli abbiamo indicato il Pasquino come ristorante dove provare la trippa, un piatto che qui a Roma vale sempre la pena.
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