talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

02 marzo 2013

Gricia alla Suburra

Stamattina siamo andati al Carlo Felice e Pietro ha fatto due ore di bicicletta. Ormai ha imparato ad andare e anzi non vuole assolutamente che lo aiuti. E’ molto tenace con la bici, vista la paura che aveva ormai l’ha completamente superata e questo mi fa davvero piacere. Rompe già perché vuole una bici nuova, una bici da cross, abbiamo detto che sarà il regalo dell’onomastico, così almeno valorizzerà un po’ il regalo.

Domani mattina lo porto alla pista delle biciclette, a Villa Celimontana, così continua a prendere confidenza con il mezzo meccanico.

A mezzogiorno è venuta Chiara in visita. Abbiamo preso il 117 e siamo andati a mangiare alla Suburra a Monti. Erano secoli che non andavamo lì. Abbiamo mangiato benissimo, io una gricia, scottadito, carciofo e crostata al mandarino. Il tutto innaffiato da vino rosso della casa. Molto buono però il ristorante era praticamente vuoto e alla fine è arrivata una lamata esagerata da 90 euro.

Certo che se questi sono i prezzi si capisce perché il ristorante era vuoto.

Vicino a noi c’era una coppia di turisti di mezza età. Sono rimasti colpiti che Pietro volesse “fettuccine in bianco ma senza burro”. Si divertivano a guardarlo e hanno chiesto quanti anni aveva Pietro, cinque e mezzo.

Sono israeliani, parlano entrambi bene l’italiano e vengono un paio di volte all’anno a Roma. Quando hanno sentito che abbiamo ordinato la cicoria, l’uomo se l’è ordinata pure lui. Molto simpatici, avevano appena visitato la mostra su Alberto Sordi e nel pomeriggio andavano al Chiostro del Bramante. Gli abbiamo indicato il Pasquino come ristorante dove provare la trippa, un piatto che qui a Roma vale sempre la pena.