talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

24 settembre 2013

Strappo all'inguine

Oggi sono andato dalla mia dottoressa, volevo chiederle cosa ne pensa del mio dolore all’inguine, dopo lo strappo che mi sono procurato tre mesi fa giocando a pallone. Mi ha detto che sono cose lunghe, che l’unico rimedio è rimanere a riposo. Non voleva nemmeno che andassi da uno specialista, dice che costa caro e che alla fine anche la fisioterapia non è che faccia miracoli.

Alla fine ho un po’ insistito e mi ha prescritto una visita dal fisiatra, andrò quindi all'Usi di via Machiavelli mercoledì mattina. Almeno mi visita un medico specialista. Dice la mia dottoressa che la terapia giusta, quella usata dai calciatori per questo tipo di lesioni muscolari, è la tecar. Vedremo se sarà quella che mi faranno fare. Intanto, mi farò fare un preventivo per capire quanto costa. Poi si vedrà.

Quel che è certo è che la mia carriera di calciatore è a un bivio. Lo sapevo già, sono tre mesi che non gioco e ancora adesso certi movimenti bruschi mi procurano delle fitte di dolore. La mia dottoressa, su mia esplicita domanda, mi ha detto che non devo ancora farmi alcun controllo alla prostata né alcun check-up medico particolare. “Hai 42 anni, sei giovane, aspetta almeno fin dopo i 50 anni”, mi ha detto. Oh, io mi fido. Meglio così, non ci tengo a mettere le mie parti basse in mano a qualcuno con i guanti di lattice.

Nel pomeriggio, dopo un pranzo in cui mi sono scofanato i residui della pasta alla norma di ieri – ma ce n’è ancora – Amadis mi ha propinato un pezzo di baccalà che più salato di così si muore. Me l’aveva detto in anticipo che le era venuto un po’ salato, ma belin, era talmente salato che mi sembrava di bermi un bicchiere di acqua di mare greco, oppure un bicchiere preso direttamente da una salina di Capo Verde, quella dove una volta mi ci sono fatto il bagno e galleggiavo che sembravo un palloncino.

Poi, me ne sono andato a prendere Pietro a scuola e già che c’ero l’ho portato alla prima lezione di mini basket. Tutto ok, gran bell’allenamento nel cortile, con una ventina di altri bambini classe 2007. Così, il buon Pietruzzo si sparerà d’ora in poi lunedì e giovedì mini basket con la squadra dell’Esquilino Basket e martedì e venerdì nuoto al Santa Maria. Belin, un soldatino Di Livio ante litteram, me lo merito merito io, Buondì Motta, Buondì mio. E scusa sai ma l’altleta chi lo fa, a colazione a merenda me lo merito merito io, Buondì Motta, Buondì mio.

All’uscita, però, non si è preso il Buondì Motta ma le patatine, che più o meno è lo stesso. Speriamo che non scleri per eccesso di attività sportiva. Per ora, il nuovo regime scolastico sembra che lo abbia digerito bene, anzi, meglio del previsto. L’altra mattina, domenica, ha fatto anche i compiti senza battere ciglio, meglio così.

Fantacalcio, esordio con sconfitta. Ma mercoledì c’è un turno infrasettimanale, vediamo se rosicchio qualche punticino. De Silvestri titolare.

Dulcis in fundo, la news più bella della giornata. Mi sono accorto di aver perso il mazzo di chiavi del motorino. Ho controllato dappertutto, nel borsello non c'era più il portachiavi nero. Il motorino era ancora lì, non me l'hanno fregato. Poi, botta di deretano, ho chiesto a Serena, la portinaia, e l'aveva trovato lei.

Qualcuno nel weekend - l'ultima volta che ho preso il motorino era venerdì sera, quando davanti a Termini una riga di trans e mignotte mi ha dato del gay perché a) non gli ho offerto una sigaretta b) non mi sono fermato per fruire dei loro servigi - ha trovato il portachiavi chissà dove, probabilmente in terra per le scale dell'androne o magari di fronte al portone di casa, sul marciapiede. Mi sarà scivolato dal borsello, e quest'anima pia, che ringrazio di cuore, l'ha messo sopra al neon della portineria, così Serena l'ha preso in carico. Deo gratias, che fortuna per una volta. Un po' di buona sorte ogni tanto ci sta. A caval donato non si guarda in bocca e gira la ruota gira la ruota. La fortuna è cieca e aiuta gli audaci.