Lavoro, alcol e supposte

Cos’hanno in comune il lavoro, le medicine e l’alcol? Vengono tutti somministrati. Belin, ma allora quando mi somministrano un lavoro ci vuole una ricetta medica. E allora il lavoro è una medicina, magari una supposta, oppure della penicillina. O peggio ancora un lassativo. E te lo somministra un medico. O un datore di lavoro, travestito da medico della mutua.
Oppure, è un bel gin tonic. O un Negroni, che te lo somministra un barman o un oste. E quindi chi ti somministra un lavoro è uno che sta dietro un bancone di un pub, volendo. Oppure è il gestore di un’osteria. Se me lo somministrano, il lavoro, alloro vuol dire che ci sono delle dosi, come le medicine. Due pillole di lavoro al dì, a stomaco vuoto.
Non so, mi sembra che sta cosa della somministrazione del lavoro, che implica la presenza di un somministratore e di un somministrato, uno che si prende la sua dose di lavoro, magari part time o a tempo o a intermittenza, sia simile ad una ricetta medica o a una terapia. Due sedute al dì, per 15 giorni, poi bisogna fare il richiamo per non perdere gli effetti benefici. Se però il contratto somministrato è a tempo, allora poi devi trovarti un nuovo somministratore. Sempre che ci sia in giro del lavoro da somministrare.
A sto punto tanto vale andare al pub e farsi somministrare un bel Negroni doppio e magari un whisky di richiamo per non perdere l’effetto benefico della sostanza somministrata. Sempre su licenza del Comune, ovviamente. E te lo fai somministrare, l'alcol, dal gestore titolare del permesso di farlo. Belin, me la somministri una bella pinta di lavoro? Chiaro, per favore, senza schiuma.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home