Para dura al big bambù di Testaccio

Con una certa leggerezza ho detto a Pietro, ti va di salire? Figurati, certo che sì. Abbiamo cominciato la risalita sulla struttura, ma ci hanno subito bloccato gli inservienti. Serve la liberatoria del genitore. Blocco Pietro e andiamo dentro a fare la liberatoria. Mi doveva squillare il campanello d’allarme, e invece niente. Ma è ovvio che se ti dicono di firmare la liberatoria un motivo ci sarà. Non ci ho pensato e allora siamo tornati lì, davanti al big bambù.
Abbiamo cominciato la risalita. E’ un’enorme scala a chiocciola fra le canne di bambù intrecciate. Io tra l’altro avevo in mano il casco, mentre Pietro correva davanti a me. Vedendolo salire così velocemente ho cominciato ad agitarmi, anche perché mettere un piede in fallo non è certo impossibile. C’era questa matassa di canne di bambù e gradini di bambù e passerelle. Nessuna indicazione, soltanto salire su in mezzo a un sacco di altra gente. Molti che salgono e molti che scendono.
Nessuna maniglia. Nessun corrimano. Come barriere anti vuoto soltanto degli altri bambù messi in orizzontale. A un certo punto mi sono cominciate a tremare le gambe e mi è venuto un attacco di vertigini secco. Cercavo di frenare Pietro, che invece era esaltatissimo e correva su velocissimo. Più gli dicevo di andare piano e più lui accelerava in salita. Un panico assurdo, se guardavo giù mi diventavano le gambe di pasta frolla e mi agitavo sempre di più.
Pietro me lo menava, dai papà sali su, guarda che figata, arriviamo su in cima in cima. Saranno stati trenta metri di altezza. Io a metà strada ero già in vertigini secche, come quella volta che ero salito sulla piramide di Chichenitza in Messico, che poi per scendere mi sono dovuto sedere e andare giù gradino dopo gradino con il culo attaccato al cemento fino a giù.
Nel big bambù, finalmente siamo arrivati ad una specie di piazzola. Mi sono fermato, sono riuscito a bloccare Pietro e a farlo sedere un attimo, c’erano delle specie di panchine, ma eravamo a circa 20 metri di altezza. Se guardavo giù mi si annebbiava la vista. Per fortuna c’era un inserviente che ha detto, signori bisogna scendere, c’è troppa gente. E sono riuscito a far tornare giù Pietro che invece insisteva per salire fino in cima. Siamo scesi giù e io sul big bambù non ci salirò mai più. Amen.
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