talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

09 febbraio 2014

Sabato all'Ikea dell'Anagnina

La prossima settimana se tutto va bene traslochiamo. Il passaggio definitivo nella nuova casa è fissato per sabato prossimo, fra sei giorni. Siamo agli sgoccioli e ieri siamo andati all’Ikea.

Caterina ci ha prestato il Doblò, abbiamo comprato un bel po’ di roba: mobili del bagno, la scrivania di Pietro, un cuscino con dei gufi (l’ho scelto io), un bastone e una serie di mensole anche per conto di altra gente. Sapevano che andavamo all’Ikea e ci hanno fatto le ordinazioni. Abbiamo preso anche un paio di lampadari per i bagni.

La cassiera dell’Ikea mi raccontava che lei, poveretta, è bersagliata dalle ordinazioni di terze persone. Tutta la gente che conosce, ogni santo giorno, le dice: visto che lavori all’Ikea mi porteresti una federa; visto che lavori all’Ikea, me la porteresti una Billy? Ecc. Poveraccia. Visto che fa la cassiera all’Ikea deve portare la roba a questo mondo e quest’altro.

Ma da un po’ si rifiuta, o meglio ha tirato fuori uno stratagemma: dice che lei può aiutare la gente a scegliere, a patto che la gente vada lì di persona. Dice che da quando fa così non le chiedono più nulla. Di fatto la usavano come un trasportatore, i suoi amici e lei non ne ha più voglia. Ha ragione, begli amici dell'Ikea.

All’Ikea dell’Anagnina c’era un mare di gente. Però, per fortuna Pietro ha preferito restare a casa, ospite di Bianca e Tommaso. Meno male, così in quattro orette ce la siamo cavata. E’ andata anche meglio del previsto, perché la Giusy si era segnata esattamente quello di cui avevamo bisogno e siamo andati a colpo sicuro più o meno.

Io di solito quando vado all'Ikea sclero dopo venti minuti, ma ieri no, oramai sono maturato troppo come uomo e come persona, non mi riconosco più, sono diventato uno che ci sta dentro all'Ikea. Chi l'avrebbe mai detto.

Ieri ho visto uno verso l'uscita dell'Ikea, con uno di quei mega carrelli giganti, che stava sclerando, la moglie gli sussurrava stai calmo, lui diceva sono calmo e intanto bestemmiava, lo capivo. Io ieri mentre andavamo all'Ikea ho sclerato soltanto quando in macchina dovevo trovare lo svincolo giusto per arrivare all'Ikea con il Doblò, un tizio mi ha superato sulla destra e gli stavo per andare dentro, ma non è successo nulla. Tutto ok. Dentro all'Ikea tutto sotto controllo, soprattutto dopo la sosta al self-service. Ho persino guidato il mega carrello dell'Ikea senza battere ciglio, con una saggezza che sembravo il capitano Achab, pilotavo il carrello che sembrava una porta arei con una sapienza secolare. Non sono più io.

Dopo il primo giro al secondo piano abbiamo fatto una sosta al self-service e io mi sono fatto due bullar (cinnamon) erano buonissimi e mi è tornata in mente la Svezia, basta un piccolo sapore perché ti tornino a galla un sacco di ricordi belli dell’infanzia a Stoccolma. Mia nonna mi riempiva di bullar da bambino quando ci andavamo in vacanza d'estate, sono buonissimi.

Anche passando in mezzo ai mobili e all'esposizione di stanze in stile Ikea, mi tornavano in mente tutti i mini appartamenti modulari dove sono entrato in vita mia in Svezia. In Svezia sono abituati a vivere in questi appartamenti modulari da 54 metri quadrati ottimizzando tutti gli spazi possibili e immaginabilii. L'Ikea per questo è grandiosa, più gli spazi abitativi sono piccoli più l'Ikea ci sguazza con le soluzioni più adatte per non perdere nemmeno un centimetro quadrato. Basta che poi qualcuno ti monti i mobili perché se no diventi scemo con le istruzioni e tutto. Io conosco i miei limiti e non mi ci metto.

L’Ikea è davvero un modo di vivere, che fa parte della mia esistenza anche perché a Genova, a casa mia, era pieno di roba dell’Ikea negli anni '70, quando ancora l’Ikea non esisteva in Italia ed eravamo gli unici in questo paese, che è l'Italia, ad avere i mobili di legno chiaro e lo specchio Ikea nell'ingresso e l'attaccapanni e il portaombrelli di legno chiaro.

Insomma, entrare all’Ikea per me è come per Prosut mangiarsi quella cosa, la madeleine. Per me quando arrivi all'Ikea e c'è scritto Hej all'entrata, che vuol dire ciao in svedese, è come entrare nella mia casa di quando ero bambino a Genova e nella casa dei miei nonni a Solna in Svezia. Un bel budino di ricordi, l'Ikea, anche se la Giusy mi ha impedito di comprarmi uno specchio per il bagno mini compatto da 39 euro che secondo me era perfetto. Ha preferito uno specchio gigante da 220 euro. Ma non ho fatto troppe storie, mi sono adeguato visto che ci teneva tanto e io ormai sono maturato come uomo e come persona. Non mi riconosco più, sono un altro uomo. Paziente, non ci esco di testa nemmeno all'Ikea. Non sono più io.

Ero talmente in clima Svezia ieri sera che alle 23,00 ho chiesto a Giusy se mi faceva le pankakor, le crepes, e lei me le ha fatte. Me le sono divorate, con la marmellata di lingon, ribes rossi, come ai tempi che me le preparava a tonnellate mia nonna a Solna in Svezia con un bel bicchierone di latte. Ognuno ha la sua madeleine personale, per me ieri all'Ikea dell'Anagnina sono stati due bullar. Ci devo tornare più spesso, ma non per comprare mobili ma soltanto per andare al self-service così mi faccio un bel tuffo nell'infanzia.

Oggi hanno consegnato i mobili dell’Ikea nella casa nuova, visto che la casa è ancora vuota la Giusy è andata ad aspettare i trasportatori mentre io portavo Pietro a Piazza Vittorio con la bici. Per fortuna c’è stata una tregua della pioggia che sta cadendo ininterrottamente da giorni a Roma e si è fatto un po’ di giri anche nello sterrato e in mezzo alle pozzanghere. Per fortuna poi è arrivato qualche bambino, con cui ha giocato un po’ fino all’ora di pranzo.

Siamo saliti un attimo su in casa, ormai hanno montato il parquet che è bellissimo, la casa è praticamente pronta dopo tre mesi di lavori. Un po’ mi dispiace andarmene di qui, ci siamo rimasti sette anni, però andare nella nostra casetta mi fa molto piacere. Veramente, non vedo l’ora di andare.

Una mini libreria Billy dell'Ikea che avevamo qui nella vecchia casa l'abbiamo regalata a Tina che se l'è venuta a prendere oggi. Nella nuova casa avremo una libreria di design, niente Billy e poche cose dell'Ikea. E sono contento, belin, sono talmente maturato come uomo e come persona che mi faccio quasi paura per la saggezza che ormai mi pervade.

Sto diventando un altro uomo, un uomo con una pazienza e una saggezza matura che quasi me tasto se ghe sun (mi tocco per vedere se sono io veramente questo uomo nuovo, maturo, paziente e che non si incazza nemmeno quando passa quattro ore di sabato mattina con il sole all'Ikea dell'Anagnina).

Oggi pomeriggio come sempre ero a Marassi, via Sky canale 253. La Samp ha vinto 1 a 0 contro il Cagliari, si vede che la stagione ha preso una piega buona, era dal ’97 che non vincevamo con il Cagliari, che da sempre è la bestia nera dei blucerchiati.

Ottimo esordio al posto dell’infortunato Maxi Lopez di Okaka, un numero 9 potentissimo fisicamente, davvero un ottimo acquisto per i blucerchiati, che lotta come un dannato e tiene alta la squadra. Ottimo innesto veramente, giocatore potente e gran lottatore, si è subito calato nella parte con grande cuore e generosità. Un giocatore alla Mihajlovic.

Anche Fornasier ha sostituito degnamente Mustafi. Davvero bisogna fare un monumento a Mihajlovic, spero che gli facciano un triennale e spero che lui sposi la causa blucerchiata perché è davvero l’allenatore ideale per noi. Sta facendo delle cose eccezionali. Complimenti a Mihajlovic. Oggi a onor del vero hanno annullato un gol regolarissimo a Sau, ma c’è pure da dire che compensa il gol regolare non concesso a Pozzi contro il Torino, che ci avrebbe consentito di chiudere il primo tempo sul 2 a 0.

Per il resto, visto che ieri sera ho pure aiutato la Giusy a preparare qualche scatolone, oggi non ho avuto nemmeno il tempo di aprire La Stampa che mi sono comprato ma che è ancora piegata nel borsello. Me la leggerò stasera a letto. Però tutto sommato sono contento, Samp ampiamente fuori dalla zona retrocessione e trasloco in vista. Belle storie in vista della primavera che si sta avvicinando.