talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

02 giugno 2014

In bici alla Caffarella

Ieri mattina siamo tornati alla Caffarella, che sta diventando un polo di attrazione sempre più battuto per i nostri weekend famigliari. Con Pietro abbiamo preso la sua bici e siamo andati in metropolitana fino a Colli Albani. Di lì siamo andati al parco, mi sono affittato la bici e abbiamo fatto una nuova esplorazione.

E’ la seconda volta in poche settimane che adottiamo questa formula e come l’altra volta alla fine eravamo molto soddisfatti del mini tour in bici. Con Pietro in queste occasioni c’è una grossa complicità, perché io gli chiedo se ha voglia di accompagnarmi in esplorazione e lui è tutto contento di venire all’avventura con me nell’ignoto.

Ieri siamo passati prima al Casale della Vaccareccia, c’erano gli asini e lui è sceso dalla bici per dargli un po’ d’erba. Come le altre volte, soltanto che questa volta si è beccato un morsetto su un dito, ovviamente nulla di grave, ma già un primo assaggio di avventura e pericolo che a lui ovviamente piace molto.

Abbiamo proseguito girando a sinistra verso la Fonte Egeria, un ninfeo in mezzo agli alberi dove si accede da un sentiero molto stretto. C’erano parecchi altri escursionisti e quindi c’era la difficoltà di cedere il passaggio e di non fare incidenti con altri ciclisti. Pietro guidava e apriva la strada, gli piace stare davanti, io lo seguivo.

Dopo la tappa alla fonte Egeria, abbiamo proseguito in mezzo al bosco, sul sentiero, e abbiamo preso a destra, su un’erta salita. In cima ci siamo fermati al rudere di una costruzione, che abbiamo battezzato il castello. Siamo entrati, Pietro aveva un po’ paura, poi siamo andati sotto un albero all’ombra a mangiarci un paio di paninetti al prosciutto, perché la cosa bella delle escursioni è la fase del picnic.

Abbiamo bevuto un po’ d’acqua, e Pietro era tutto preoccupato. Mi chiedeva se conoscevo la strada per tornare, io lo rassicuravo, vedi laggiù ci sono le case. E’ quella la direzione. Abbiamo preso la discesa, sentieri stretti e pietrosi, ho detto al bambino di andare piano sullo sterrato e di non frenare bruscamente per non cadere. Lui va già molto bene e non ci sono stati incidenti. Siamo ripassati dalla fonte Egeria e poi abbiamo svoltato ancora a destra, allontanandoci dalla strada del rientro, fino alla torre Valca, una torre antica mezzo distrutta che è stata una nuova tappa dell’esplorazione.

Poi siamo rientrati. In mezzo agli alberi il bosco a tratti è molto fitto e buio, Pietro si spaventa un po' e accelera perché ha paura del buio e dell'ignoto. Io lo rassicuro e gli dico di andare non troppo veloce e di godersi il paesaggio.

Dopo la discesa finale, sulla spianata finale, abbiamo fatto la gara e lui va come un treno. Belin, ha una resistenza pazzesca e a un certo punto stava mettendo la sesta e gli è saltata la catena. Gliel'ho rimessa senza difficoltà.

Abbiamo finito di mangiare i nostri panini, ci siamo rinfrescati alla fontanella e Pietro si è fatto anche un po’ di percorso ginnico, vicino al parco giochi. Poi ha giocato in mezzo alle piante. Ottima escursione, c’era molto caldo ma il parco è sempre bellissimo.

Nel pomeriggio ci siamo un po’ riposati a casa e verso le cinque siamo usciti di nuovo con la bici, siamo andati a Colle Oppio.