talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

22 maggio 2013

Grande sogno

L’altra notte ho fatto un grande sogno e lo scrivo qui nero su bianco. Di solito i miei sogni non li metto sul blog, ma questo è molto bello e potente e allora lo voglio condividere con voi.

Nella prima scena sono con Giusy in un negozio di mobili. Stiamo cercando un mobile e lo troviamo, di legno e colorato, come piace a lei. Lo prenotiamo e andiamo via soddisfatti.

Nella seconda scena siamo in uno chalet di montagna, in vacanza per una settimana di sci. Io, Giusy e Pietro siamo nella veranda dello chalet, con altri avventori, a prendere un aperitivo. Lo chalet dà su un bel lago, siamo circondati da montagne grandiose e l’atmosfera è festosa.

Parlo con Giusy e le dico che quel posto lì io lo conosco, è il retro della mia casa. Ci si arriva da una porta laterale, io non l’avevo mai portata lì prima d’ora, ma è un’ala della mia casa. Sono euforico, sulla strada di fianco allo chalet c’è un grande corteo di elefanti, bardati e colorati con stoffe multicolori e sgargianti che avanza nel paese.

Entriamo nello chalet e parlo amabilmente con un avventore. E’ uno sciatore con cui si discute delle piste. Gli chiedo indicazioni su dove trovare gli impianti di risalita e lui mi descrive la strada da prendere. Poi si offre di portare la mia attrezzatura in cantina. Scopro che lo sciatore gentile è claudicante. Ma non mi fa nessun effetto.

Cambia scena, Io, Giusy e Pietro andiamo a fare una gita in un posto nel verde che conosco io. E’ un prato verdissimo, alle pendici di un monte anch’esso rigoglioso e pieno di erba alta. Sotto l’erba, si vede come un rigonfiamento in movimento rapido, alla fine spunta un grosso pavone che apre la ruota. Pietro gioca con il volatile. E’ un paesaggio idilliaco, arrivano due persone anziane. Pietro le avvicina, parlano amabilmente, scopriamo che hanno un nipote poco più grande di Pietro che però non è presente.

I due anziani ci invitano a casa loro. Andiamo, tirano fuori l’album di disegni del nipote, si chiamo Mirko o Marco. Ci sono diversi disegni di animali, colorati e molto elaborati per essere frutto di un bambino poco più grande di Pietro, che guarda affascinato le figure sull’album.

Torniamo allo chalet. E’ mattina, è l’ora di andare a sciare. Dobbiamo andare a recuperare gli sci in cantina. Lo sciatore claudicante è già andato, non so esattamente dove sia la cantina, ma guida la Giusy giù per la scala. Arriviamo giù, ma invece della cantina c’è un appartamento moderno con il parquet chiaro in terra. Ci addentriamo e si capisce che si tratta delle stanze dei ragazzi che sono a servizio nello chalet. Stanno tutti dormendo, sono adolescenti.

Alcuni sono sdraiati in gruppo su un letto matrimoniale, li intravedo da una porta semi aperta, con dei perizomi bianchi, mollemente sdraiati sul lettone, come se fossero inanimati. Altre ragazze sono sedute nel corridoio, in mutande e reggiseno, sembrano bambole gettate in terra, come dei robot spenti che dormono. Giusy prosegue alla ricerca della cantina, dice di non svegliare i ragazzi, sono affascinato da questa visione.