talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

19 luglio 2014

Oggi sono libero

Oggi sono libero. Giusy e Pietro sono partiti questa mattina prestissimo per la Sicilia. In qualche modo mi hanno svegliato, all’alba, anche se mi ero messo a dormire nella stanza di Pietro con la porta chiusa. Poco male. Mi sono alzato anche perché mi sono beccato il raffreddore e non riuscivo più a riaddormentarmi per il naso chiuso.

Il raffreddore me lo sto curando con la Tachipirina in sciroppo. Mi sembra che un po’ funzioni, anche se alla fine il raffreddore se ne va da solo dopo qualche giorno e bisogna aspettare il suo decorso, non c’è medicina che tenga. Però prendere lo sciroppo con il misurino mi piace, mi ricorda situazioni da bambino, perché in realtà lo sciroppo è una cosa da bambino.

Sono le 6,45 di mattina. Prestino. Mi sono già fatto un bel giro su internet, il mio sito preferito quando ho tempo di leggere e rilassarmi un po’ è l’Huffington Post. Mi piace. E’ facile da navigare, ci sono sempre dei bei pezzi di politica e seguono bene anche le Tlc e poi ci sono tantissimi blogger esterni e commenti che fanno piacere.

Oggi c’era l’editoriale incarognito del direttore Lucia Annunziata sull'assoluzione piena di Berlusconi sul Rubygate, molto lucido e condivisibile anche se dentro c’è anche molto della storia personale della Annunziata, che parla della sentenza come dell’ennesima sconfitta della sua generazione.

Posso capire il suo sconforto e la sua indignazione per l’esito del processo, che ribalta la sentenza in primo grado, ma la cosa che più mi ha colpito è questa guerra permanente che ha spaccato il paese per vent'anni e che continua ancora.

Certo la Annunziata è una donna passionale che non nasconde le sue opinioni, forse per questo ha fatto tanta strada, ma nel pezzo che parla di una sentenza che non è certo una sentenza qualunque, c’era molto della storia personale di chi l’ha scritto.

Il dilemma è secondo me, per chi scrive, la dose di opinioni personali che si devono inserire nella descrizione di fatti esterni. Il confine fra cronaca e commento, che secondo me sulla stampa o meglio sugli organi di comunicazione italiani è sempre molto labile.

Sarà perché il mio modello di giornalismo è quello anglosassone, dove la scissione fra cronaca spiccia e commento è molto marcata. Da noi mi sembra che il commento, il giudizio sui fatti sia sempre e comunque sciolto nel racconto dei fatti, che anzi vengono ridotti a poche righe rispetto al retroscena o alla presa di posizione rispetto alla fotografia dei fatti nudi e crudi.

Penso che sia un mio limite perché in Italia è praticamente impossibile scrivere di qualcosa senza dare un parere su quello che si scrive.

Più tardi se mi regge il raffreddore forse vado in piscina. Mi sa che farà caldo oggi.

E poi fare dei ragionamenti è sempre più difficile, quando scrivi non c’è il tempo di ragionare, devi scrivere. Quindi è più semplice, in teoria, partire con la tua visione delle cose nelle cose che racconti, perché il tuo modo di giudicare i fatti riempie il vuoto della mancanza di approfondimento sui fatti nudi e crudi. In altre parole, molte volte il retroscena o il giudizio personale sostituiscono il resoconto dei fatti. A me invece piace quando sono i fatti che parlano da soli, non è che devo dirlo io al lettore cosa deve pensare di una cosa, io gli devo raccontare la cosa.

Io personalmente non sono un logorroico e quelli che cercano di convincermi su una cosa mi danno un po’ fastidio. Mi voglio fare un’idea sulle cose da solo, ma prima di farlo voglio conoscere i fatti. Penso che sia un mio problema perché è difficile e faticoso conoscere le cose. Conoscerle davvero. Belin, bisogna studiare per farsi un'idea se no devi prendere l'idea di un altro che però magari non ha studiato e non ci ha ragionato ma comunque trancia giudizi.

Non sono logorroico ma sono grafomane. Chissà se c’è contraddizione. Chissà. Perché a voce molte cose non mi vengono, mi viene più naturale scrivere.

Oggi mi compro La Stampa e me la leggo da cima a fondo. E’ un rito del weekend. Sono indeciso se rasarmi i capelli e la barba, fa caldo e i capelli corti sono più comodi. Poi vado in farmacia e mi compro la Tachipirina in compresse, che è una medicina da adulto. Lo sciroppo è da bambino. Ma forse compro anche lo sciroppo perché quello che c’è in casa l’ho quasi finito.