talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

12 luglio 2014

Pecore al forte della Caffarella

Oggi siamo andati alla Caffarella con la bici. Peccato che quando siamo arrivati abbiamo visto che la casetta dove affittano la bici per me era chiuso. Una bella delusione perché mi ero già fatto il mio bel film di un giretto con Pietro, come le altre volte. Ma stavolta mi è toccato andare a piedi.

Pietro andava in bici e io lo seguivo a piotte. Un caldo torrido, forse sarà anche per questo che la casetta delle bici era chiusa. Comunque, siamo arrivati alle galline, prima tappa, poi abbiamo proseguito come le altre volte fino al forte in alto, passando per il ponticello di metallo con il ninfeo.

Sembrava nuvoloso stamattina e invece no, c’era un sole che spaccava le pietre. Quando siamo arrivati su, al forte, c’erano le pecore che pascolavano lì intorno e alcune addirittura arrampicate sul forte a brucare i ciuffi d’erba. Da dentro il forte arrivava un forte belato, perché la gran parte delle pecore era dentro, all’ombra. Ferma dentro. Il pastore fuori badava ad un altro grosso gregge lì di fianco.

Ci siamo avvicinati al forte e abbiamo scattato un paio di foto. Una pecora sembrava che guardasse dritto in faccia a Pietro. Lo fissava.

Poi siamo tornati indietro, ad un certo punto lui è andato talmente avanti che non lo vedevo più e ho avuto paura di averlo perso. Per fortuna l’ho ribeccato, mi stava aspettando e gli ho detto per favore non andare troppo avanti perché sono a piedi e se ti perdo alla Caffarella è un gran casino. L’ha capito, così poi andava avanti ma poi tornava indietro e mi aspettava visto che ero a piotte.

Che pacco, il gabbiotto delle bici chiuso. Non ci avevo proprio pensato che potesse essere chiuso.

Siamo rientrati in metropolitana fino a casa, abbiamo fatto un signor brunch gentilmente offerto dalla Giusy dopo mi sono schiantato a letto, ero stanchissimo, forse per il caldo e ho dormito più o meno tre ore. Ho sognato, figurati che sonno che avevo. Poi mi sono svegliato ed ero riposatissimo.

Verso le cinque siamo usciti di nuovo, siamo andati al Carlo Felice con il pallone e con la pistola con i fulminanti. Abbiamo giocato un po’ a pallone, io e Pietrone, poi sono arrivate due bambinette e si sono messe a giocare con Pietro che è stato molto gentile e ci ha giocato abbastanza a lungo. Anche se in realtà si annoiava.

Erano più piccole e poi per sbaglio Pietrone ha tirato una pallonata in faccia a una delle due bambine che è scoppiata a piangere. Lui ha chiesto scusa, anche se non l’ha certo fatto apposta, ma è rimasto mortificato per questo incidente.

Siamo andati al baretto, ci siamo fatti una birra e un succo e due caramelline alla ciliegia per consolarlo un po’ perché si era troppo depresso perché si sentiva in colpa per la pallonata in faccia alla bambinetta, a me sembra che non l'abbia fatto apposta ma forse invece gliel'ha tirata chi lo sa. Lui dice di non e credo che non l'abbia fatto apposta perché l'ha presa troppo bene, se l'avesse fatto apposta non l'avrebbe mai beccata così in pieno.

Ma poi abbiamo raggiunto la Giusy e Pietrone si è ripreso dalla depressione anche perché ha chiamato la mamma di Nicolò, siamo andati a mangiare da Mc Donald's in via Appia e poi siamo andati al parchetto di Re di Roma. Hanno giocato tutta la sera fino alle dieci con la pistola e i fulminanti e ora siamo rientrati.

Pietro sta cercando di vedere se danno Lupin III in tivù, l'ha scoperto ieri sera e gli piace molto. Io mi sono fatto un paio di sigarette, non ho nemmeno letto la Stampa oggi perché non ho avuto tempo. Ma stamattina mi ero svegliato molto presto e ho letto tutto il Messaggero di ieri, mi sa che farò lo stesso domani mattina, mi leggerò la Stampa di oggi. Amen.