talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

16 febbraio 2025

Le mie Doctor Martens senza lacci fantastiche. Il ruolo fondamentale della linguetta

Le Doctor Martens senza lacci a stivaletto sono una gran figata. Me le sono comprate, anzi me le hanno regalate, un anno fa e sono contentissimo dell’acquisto.

Sono comodissime e poi sono assolutamente impermeabili. Ve lo posso garantire perché le indosso non soltanto quando piove di brutto, ma anche quando porto in giro il cane e io vado sempre nell’erba bagnata. Il piede dentro resta sempre asciutto.

Le volevo, ma non ero sicuro di saperle usare, nel senso non ero sicuro di sapermele mettere nel modo corretto.

Quando ho comprato gli stivaletti, un anno fa, non avevo capito come si devono infilare. Mi piacevano moltissimo, però non sapevo come infilarmele. All’inizio e per i primi mesi che ce le ho avute ho usato sempre un calza scarpe.

Poi, finalmente, ho capito come si fa a infilarsele. Basta usare la linguetta dietro, che non è lì soltanto per bellezza. Al contrario, la linguetta è fondamentale per infilarti le Doctor Martens a stivaletto.

Come funziona?

Infili il piede dentro, la punta, poi tiri la linguetta e vedrai che piano piano, dolcemente, il piede si infila sempre di più e scivola di tacco in sede. Basta tirare verso l’alto la linguetta. Per farlo, conviene infilare le dita, basta l'indice, in modo che si infilino dentro alla linguetta. Così si fa meno fatica.

Per levarti gli stivaletti, fai leva con l’altro piede sul bordo della tomaia e tiri su sempre dolcemente e si sfilano.

Una volta che le indossi, gli stivaletti prendono sempre più la forma del piede e sono davvero favolosi. Li raccomando caldamente.

In passato, avevo avuto anche degli altri modelli di Doctor Martens. Prima, quelle nere basse classiche che mi sono durate anni. Poi un paio di Doctor Martens alte con i lacci. Ottime anche quelle.

Però devo dire che gli stivaletti sono i miei preferiti, non pensavo che li avrei amati così tanto. C’è una cosa che mi dà fastidio, che vedo fare un po’ da tutti in giro. Tenere gli stivaletti addosso con la linguetta infilata in modo che i pantaloni restino su. Sembra un gesto casuale, ma invece è voluto.

Io gli stivaletti me li metto e non lascio scoperta la parte sopra fingendo che la linguetta resti sbadatamente incastrata per farli vedere e lasciare i pantaloni un po’ su. E’ ridicolo. Io gli stivaletti li lascio coperti, come è normale che sia.

Un altro paio di scarpe fantastiche che mi sono comprato da poco sono le Brooks, per correre. Non le avevo mai sentite nominare, ma sono davvero ottime soprattutto per il plantare anti cushion.



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07 febbraio 2025

Jurassic Park a Piazza Vittorio

A Piazza Vittorio ci vado tutte le mattine, intorno alle 6,45 e ci resto fino alle 7,30 più o meno. Ci vado con il cane e di solito vado all’area cani. Sono un habitué, si può dire, e nel mio breve tragitto da casa all’area cani spesso vedo cose che mi ricordano Jurassic Park, il film.

I giardini di Piazza Vittorio sono colonizzati dai gabbiani. Mega gabbiani enormi, sembrano dei condor, che si muovono a frotte e hanno una guerra aperta con i corvi. I corvi sono la seconda popolazione più potente del microcosmo aereo di Piazza Vittorio.

Gabbiani e corvi competono per il cibo, per la monnezza, per i resti dei cartoni di pizza e take away che si trovano un po’ dappertutto a Piazza Vittorio, anche perché i contenitori della spazzatura sono dei grossi secchi aperti dove spesso e volentieri corvi e piccioni entrano direttamente a banchettare.

Gabbiani e corvi si massacrano e i piccioni le prendono sia dai gabbiani sia dai corvi.

Non è raro trovare per terra delle carcasse di piccioni mezzi spolpati o i residui di due ali di corvo, con le piume nere, mentre il corpo non c’è più finito nelle fauci di qualche gabbiano.

I gabbiani in realtà sono quelli che fanno più paura e ricordano quei grossi uccelli dinosauri di Jurassic Park, si chiamano pterodattili, e il cibo che mangiano, cibo umano pieno di ormoni, soprattutto il pollo, li gonfia. I gabbiani sembrano dei Mike Tyson di gabbiano a Piazza Vittorio e quando stanno belli in piedi sul tetto di qualche macchina con l’apertura alare occupano quasi tutto il tetto. Fanno impressione. E ti guardano negli occhi con gesto di sfida.

Una volta in via Foscolo ho visto un gabbiano che lottava in volo con un corvo fra i palazzi e sembrava davvero lo scontro fra due caccia in guerra. Il cielo era loro. Un’altra volta, invece, un corvo all’area cani ha cominciato a volare radente sopra a Mina che stava dentro perché all’interno dell’area cani, c’era il piccolo di corvo che si era ferito un’ala. Il corvo radente temeva che Mina se lo mangiasse e io, per timore che me l’accecasse, me la sono portata via.

Non so che fine ha fatto il piccolo di corvo finito dentro all’area cani, però non l’ho più visto il giorno dopo.

Quando ero arrivato, i suoi genitori stavano appollaiati sul bordo dell’area e lo controllavano dall’alto. Si era incastrato il piccolo nella rete dell’area cani. Sono riuscito a liberarlo, ma poi non riusciva a spiccare il volo. Non mi hanno permesso di portarlo fuori.

Un’altra specie di uccelli a Piazza Vittorio sono i pappagallini, che hanno il loro nido verso il bar. Per colpa del nido, dal quale a volte cadono dei pezzi di legno, hanno da tempo immemore recintato la scacchiera che c’è vicino al bar e un po’ discosto rispetto ai campi da ping pong, vicino alla panchina rossa.

La speranza è che prima o poi quella transenna venga tolta, così come un’altra transenna intorno ad un albero che evidentemente ha bisogno di essere potato. Tutto sommato Piazza Vittorio, i giardini, sono belli. Molto meglio di prima, certamente. Ma sempre Jurassic Park.



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