talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

31 dicembre 2013

Elogio dello small talk

La small talk è una cosa che non mi piace, che mi toglie energie e mi sfianca. Tanto per dire, io quando dico qualcosa di solito la dico perché la penso, ma vedo che la gente di solito o almeno molto spesso parla perché ha la lingua in bocca. Però lo small talk è importante, bisogna imparare, perché la gente lo fa e se lo aspetta e se non lo fai manchi di galateo.

C’è un sacco di gente che parla così, perché apre la bocca e parla anche se non ha niente da dire. Finalmente lo sto imparando e anche io mi adeguo, a volte parlo così, per cortesia. Anche se preferirei stare zitto, ma mi sforzo di dire qualche cosa, qualsiasi cosa va bene di solito.

Perché poi se stai zitto ti dicono che non hai niente da dire e che sei maleducato. Non so se riesco a spiegarmi, io pensavo che uno dovesse parlare soltanto se aveva qualcosa di interessante o di utile o di necessario da dire. Se no stai zitto, non si offende mica nessuno. O forse sì.

Ma non è così, perché se stai zitto pensano che tu non abbia nulla da dire mentre magari tu stai pensando prima di parlare. E per pensare ci vuole tempo. Parlare e pensare insieme non è facilissimo, se non sei multitasking. Cioè, parlare non è mica obbligatorio. A me il silenzio non dà per niente fastidio, anzi.

La gente che mi parla mentre non ho tempo di ascoltare mi disturba con un effetto cocktail che mi confonde e mi irrita il sistema nervoso. Sarà perché quando qualcuno parla io ascolto e cerco di capire cosa vuole dire quella persona, ma la maggior parte delle volte sono cose di poco conto o inutili o fastidiose. Insomma, per ascoltare ci vuole concentrazione e se uno parla sempre non ascolta mai.

Che palle queste cose che sto scrivendo, sembro l’ars poetica di Cicerone. Magari.

Oggi è l’ultimo dell’anno, capodanno. Stasera cenone, menù: cotechino di Cecchini e lenticchie è il piatto forte; pescetti fritti di antipasto, insieme ad altre cose sfiziose come tartine ecc. Beveraggi alcolici a manetta, dolci, poi vediamo. Niente primo.

Nella seconda parte del 2013 sto assumendo una nuova visione delle cose più improntata al positive thinking, ho verificato che se sei troppo critico e dici le cose come stanno senza troppi giri di parole la gente la prende sul personale e si offende. Meglio ricamarci un po’ su e tirare fuori qualche soluzione o alternativa per uscire dall’impasse. Che è meglio.

Se no poi vengono a dirti che sei il solito disfattista, che si vede che sei di Genova – come se a Roma o altrove fossero diversi – e allora meglio smettere di mugugnare e pedalare con il sorrisetto sulla faccia. Per l’anno prossimo magari mi compro un corso online di small talk e positive thinking.

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30 dicembre 2013

Merda di cane, padrone di merda

C’è una via a Roma che è un merdaio a cielo aperto, si chiama via Filippo Berni e ogni volta che ci passi devi camminare guardando per terra se no stai sicuro che finisci su una merda di cane. Via Berni si trova fra via Matteo Boiardo e via Tasso.

Tutti i cani del circondario la fanno impunemente lì, sul marciapiede, che è un campo minato. A nulla sono valsi i cartelli affissi sui lampioni, con il divieto di cacca di cane. I padroni dei cani di via Berni e dintorni sono sordi a ogni sollecito di raccolta delle feci dei loro quadrupedi.

Oggi ci sono passato, piove, c’è una merda liquefatta e laida in mezzo al marciapiede. C’è poi uno stronzo davanti ad un portone, qualche metro più in là. Uno schifo pazzesco, io ormai quando ci passo cammino in mezzo alla strada per evitare brutte sorprese.

L’altra sera mio figlio in bici, con la mountain bike che ha i copertoni belli cingolati, ha pestato una merda in via Berni e ho passato venti minuti con alcol e varechina per togliere la merda di qualche cane il cui padrone è uno stronzo di dimensioni galattiche.

E’ per questo che le scarpe con il carro armato sotto, Timberland in testa, non sono adatte alla città, per colpa delle merde di cane con padroni pezzi di merda peggio dei loro poveri animali.

Il problema delle merde di cane in zona si estende anche a via Tasso per non parlare delle viuzze laterali di via Boiardo, come via Aleardo Aleardi, quella che in occasione del primo maggio o di qualche altra manifestazione in piazza San Giovanni si trasforma nel pisciatoio a cielo aperto di tutti i rastaman e i contestatori d’Italia.

Il primo giorno di scuola di mio figlio, davanti all’ingresso in via Bonghi, c’era una merda gigante, sembrava una cacca di elefante e non di cane, e mezza scuola si è portata dentro all’edificio questo bel ricordino. Bastardi i padroni di questi cani, mettetevi un sacchetto in tasca e raccogliete la merda dei vostri cani.

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Paura di volare (postuma)

Paura di volare (postuma). Non ce l’avevo mai avuta, quando ero un bambino mi facevo dei mega viaggi in aereo con la Sas fino in Svezia senza battere ciglio. Ma ora mi è venuta, in età adulta, e non molla la presa. Ormai sono adulto, eppure ogni volta che salgo sull’aereo è un supplizio.

E dire che a 12 anni ero andato da solo, con mio fratello di 10, fino a Stoccolma senza colpo ferire e che anni fa in aereo mi ero pure visto un pezzo della finale del Mondiale, contro il Brasile, da quanto me ne catafottevo di volare. Avevamo prenotato il volo senza pensarci nel giorno della finale di Usa '94, anche perché nessuno credeva che quell’Italia ce la potesse fare ad arrivare a Pasadena.

Ma ora non più. Ora mi sudano le mani e mi viene mal di pancia. Ho paura dall’inizio alla fine, soprattutto quando ci sono le lievi e classiche turbolenze in volo, con le scossette che fanno vibrare l’abitacolo. Non riesco a dormire in aereo. Prima mi facevo delle insaccate di sonno da competizione.

Chissà cosa mi è successo. Non capisco. Ma è fastidioso. Sarà che ho paura del vuoto, che ho le vertigini ogni volta che c’è un’altezza. Però prima guardavo fuori dal finestrino con nonchalance, adesso mi devo concentrare sul suolo, magari fissare una casetta o una macchina che va per distrarmi un po’. Ma sono tutto il tempo allerta anche se cerco di auto convincermi che non ho paura. Ma in realtà ce l’ho.

Ora di solito prendiamo il Ryanair. Per Comiso o per la Svezia, poco importa la destinazione. E dire che i piloti della Ryanair sono bravissimi, fanno quelle virate eccezionali per scendere di quota senza creare scossoni e sono davvero padroni del mezzo. Eppure, io ho paura finché non sento la trombetta finale della Ryanair, che annuncia l’arrivo in anticipo sulla tabella di marcia.

L’altra volta a Ciampino siamo dovuto rimanere fermi a bordo per più di un’ora perché c’era nebbia. Avevo paura anche da fermo. Non so che dire, non capisco questa paura irrazionale che si manifesta in età così avanzata, mi sembra di essere uno di quelli che scoprono l’allergia al glutine in età avanzata, dopo aver mangiato la pasta per una vita. Boh.

Magari la prossima volta prima di salire a bordo mi faccio un mignon di whisky e vedo se fa effetto. L'altro giorno non avevo nemmeno il giornale per distrarmi un po' e ho passato tutto il volo leggendo e rileggendo le manovre da effettuare in caso di incidente aereo, stampate di fronte a me sul retro del sedile davanti: le uscite di emergenza, i respiratori, lo scivolo, il salvagente in caso di ammaraggio d'emergenza. Alla fine conoscevo tutto a memoria. Belin, che trip. Poi, guardavo giù e dal mio lato vedevo soltanto il mare e le nuvole che sembravano degli enormi materassi di cotone.

Meno male che a Ciampino siamo arrivati in orario e che mi sono ripreso in taxi, parlando con la tassista donna che mi diceva che è molto più pericoloso andare in macchina che in aereo. Sarà, però io se potessi oggi come oggi mi farei tutti i viaggi via terra o via mare.

Per il resto, il nuovo aeroporto di Comiso è un gioiellino, speriamo che duri a lungo perché per i nostri viaggi in Sicilia è comodissimo.

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Blogger mondiale

Belin, sono andato sul mio blog e con sommo mio gaudio e grande sorpresa, ho visto che ieri e l’altro ieri ho fatto 128 e 125 visualizzazioni. Oggi per dire sono già a 63 e dire che non scrivo nulla da una settimana. Il mio pubblico è molto eterogeneo, c’è gente che mi legge o quanto meno che mi visualizza dalla Cina, dal Regno Unito, dalla Serbia, dalla Russia, dalla Svizzera e da Taiwan. E non sono tutti spammer. Anzi.

La gente che mi legge è arrivata a me facendo ricerche su Google, per lo più ricerche sul dolore ai malleoli, legati alle Timberland e alle DrMartens. Altre ricerche che vanno e che mi portano traffico sono relative al pane con la meusa e all’aureomicina. Fa traffico anche il mio post sul dolore all’inguine.

L’exploit lo ha fatto il calendario di Marat, quello della Settimana Enigmistica. Mi fa piacere che mi leggano un po’ dappertutto, la mappa del mio pubblico è un po’ come quella del Risiko. Ho messo bandierine un po’ in tutto il mondo, e non sono solo spammer.

Io gli spam li cancello dal mio blog ogni volta che ci entro. E’ una questione di pulizia digitale.

Commenti invece ne ho pochi, peccato, ci devo lavorare anche se non ho voglia di socializzare il mio blog, perché alla fine è un diario personale e non lo voglio spandere nel mare magno del web.

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22 dicembre 2013

Tombolissima e mini calcio balilla

Oggi la Sampdoria 1 a 1 contro il Parma, buono così. Abbiamo rischiato di perderla e quindi un punto è tanta manna, nel secondo tempo abbiamo subito di brutto, il Parma ci ha schiacciato nella nostra metà campo, giusto per ricordarsi che scarsi siamo scarsi e che finora la cura Mihajlovich è stata un toccasana. Ma la base è quello che è.

Oggi abbiamo giocato peggio delle ultime volte, troppo indietro e schiacciati in difesa. Troppo poche ripartenze e il Parma è una signora squadra, anche senza Cassano. Resto dell’idea che ci vorrebbe una punta di peso, un attaccante centrale forte fisicamente e di testa. E un portiere affidabile non farebbe male alla difesa, anche se oggi Da Costa ha fatto delle belle cose.

Domani andiamo in Sicilia per cinque giorni. Sono molto contento di questa trasferta che arriva al momento giusto per ricaricare le pile dopo due mesi molto intensi. Adesso che sono content manager c’è da tarellare di brutto e rifiatare un po’ ci sta per ripresentarmi a gennaio tirato a lucido.

Oggi siamo andati a fare un po’ di shopping in via Appia. Pietro si è comprato una Tombolissima meravigliosa, oggi abbiamo fatto due o tre parite, bellissimo giocare a tombola, è un gioco che mancava al mio carnet e mi piace un sacco. La tombola fa il paio con il mini calcio balilla che sempre Pietro ha ricevuto in dono un paio di giorni fa da Amadis. Bellissimo anche il mini calcetto, anche se bisogna lasciarlo vincere se no abbandona il campo a metà. Un po’ menosa questa variante, però ci può stare a sei anni. Non saper perdere dico.

Domani mattina sveglia agghiacciante alle 4,15 per prendere un taxi alle cinque in vista del vole delle 6,30 da Ciampino, Ryanair, per quel di Cosimo. Alle 9,30 se tutto va bene siamo a casa. Ormai sono un siciliano di adozione, chi l’avrebbe mai detto.

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15 dicembre 2013

Soriano forever

Partitone di Soriano a Verona contro il Chievo, il ragazzo da quando è arrivato Mihajlovic è il primo acquisto per questa Sampdoria, corsara a Verona. Davvero positiva la prova di oggi del centrocampista, sia in contenimento che in fase propositiva.

Tre punti pesantissimi contro una diretta concorrente, ottenuti pur essendo in formazione rimaneggiata senza Obiang. L’assenza del centrocampista doriano si è fatta sentire in fase di contenimento, anche se Krsticic ha fatto pure lui una signora partita, come Palombo.

Buona la difesa, un po’ spuntato l’attacco, meno male che ci ha pensato Eder con il suo secondo gol consecutivo di testa, dopo quello di domenica scorsa contro il Catania. Stacca bene Eder, pur essendo basso di statura, e prende il tempo agli avversari. Altra variante nuova, questa, rispetto al passato.

Gabbiadini invece si è divorato il gol del 2 a 0 all’undicesimo della ripresa, errore grave dell’attaccante blucerchiato che ha buttato al vento il colpo del ko, però c'è da dire che Gabbiadini ha dato una grossa mano in fase di contenimento.

I rincalzi che sono scesi in campo, Renan, Bjaranson e Regini, non hanno demeritato. Spero soltanto che De Silvestri si riprenda per la prossima partita contro il Parma a Marassi.

La squadra sembra davvero trasformata, la cura Mihajlovic è una piacevolissima e insperata sorpresa che ha rivitalizzato una squadra che sembrava condannata alla B senza scampo. Otto punti in quattro partite, giù il cappello per il mister serbo della Samp, che ora è a quota 17 punti. Ottimo score, viste le premesse.

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14 dicembre 2013

Baciccia blucerchiato

Ho scoperto che il marinaio che campeggia sulla maglia della Sampdoria si chiama Baciccia. Belin, non lo sapevo, esattamente, ora lo so. Baciccia è un brand internazionale, lo riconoscono tutti, come tutti riconoscono la maglia blucerchiata, fra le più belle del mondo. E non sono soltanto io a dirlo, lo pensano un po’ tutti, la maglia della Sampdoria è bellissima.

A me una maglia della Sampdoria che piaceva moltissimo era anche quella bianca, la seconda maglia, indossata dal portiere. La usava di certo l’anno scorso Romero, quest’anno la maglia del portiere Da Costa di solito è grigia, ma a volte è pure verde. Secondo me la maglia del portiere dovrebbe essere quella bianca. Ma è gusto personale.

Mi ricordo anche la seconda maglia della Samp, quella rossa, usata quando c’era Gullit. Una gran maglia, che non abbiamo mai riproposto ma che secondo me è molto bella veramente.

In generale la prima maglia blucerchiata è sempre bellissima. Quest’anno la banda è abbastanza in alto, e questo mi convince, domani giochiamo a Verona contro il Chievo, scontro diretto per la salvezza, un punto sarebbe ottimo.

Altre cose, oggi ci siamo fatti un bel brunch, è venuta Chiara in visita che ha portato un sacco di regali: un bel puzzle di legno per costruire diversi volti a Pietro; a me un bel giallo di Sjoowal Whaloo (scusate lo spelling), i giallisti svedesi padri del noir scandinavo e non solo; un paio di sottopiatti che saranno ottimi per il bancone della casa nuova.

Stamattina Pietro ha fatto una lezione di prova di rugby al Santa Maria, lo hanno messo direttamente nel gruppo dei ragazzini più grandi, perché è una bestia anche se ha soltanto sei anni è grosso come uno di otto anni. E’ un po’ il suo destino, essere messo con i più grandi perché fisicamente è fortissimo per la sua età. A volte questo gli pesa, ma se sei grosso sei grosso.

Stasera con Giusy andiamo ad un party, è arrivata Amadis che fa da baby sitter a Pietro e Bianca che viene qui.

In settimana ho trovato le sigarette Amadis, non le avevo mai sentite nominare, me le sto fumando, sembrano un po’ le Gitanes alla lontana.

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08 dicembre 2013

Mihajlovich non è Cavasin

Vittoria pulita della Samp oggi contro il Catania, due a zero che scaccia la paura almeno per ora. Dopo l’esordio in panchina di Sinisa Mihajlovic del 24 novembre scorso contro la Lazio si può dire che il cambio di panchina sia stato azzeccato. Meno male, abbiamo azzeccato il mister e non è certo poco, Sinisa non è Cavasin. Ma non era scontato.

Quindi, il primo punto è questo, la società ha scelto bene. Il nuovo mister ha portato in poco tempo una ventata di entusiasmo e autostima fra i giocatori. Ha rivoltato la squadra come un calzino con alcune decisioni nette e coraggiose. Finora le sue scelte hanno pagato.

Analizzando le decisioni di Mihajlovich, queste sono le mie considerazioni. Prima cosa, la difesa a quattro mi sembra molto meno perforabile di prima. La scelta di puntare sulla coppia centrale Gastaldello-Mustafi mi sembra la più saggia. A destra De Silvestri e a sinistra Costa. Tutti nei loro ruoli.

Palombo via dalla difesa, altra scelta azzeccata. A centrocampo il giocatore fa la sua parte, l’attaccamento alla maglia c’è e spesso è molto utile, soprattutto in fase di interdizione. Guadagna falli preziosi e soprattutto non sta al centro della difesa, dove lo metteva Rossi, posizione in cui Palombo arrancava e non dava sicurezza alla retroguardia. Semplicemente era fuori posizione in difesa, non riusciva a supplire con il mestiere, ma anzi creava apprensione in Gastaldello e Costa che ora, senza la sua presenza nella linea difensiva, giocano meglio. Mihajlovich ha messo Palombo al posto occupato l'anno scorso da Poli.

Oggi Palombo ha fatto un magnifico lancio per Gabbiadini mandandolo in gol.

L’utilizzo a centrocampo di Soriano titolare mi sembra un’altra scelta azzeccata. Soriano è tecnico, picchia ma sa anche tenere la palla e non disdegna le incursioni al tiro.

Obiang ha grossi limiti in fase di costruzione e conclusione, però in fase di copertura è una roccia. E’ giusto dargli fiducia. Se imparasse a tirare in porta e se facesse passaggi azzeccati sarebbe un giocatore alla Vieira, penso che potrà migliorare. Fisicamente è una roccia, potenzialmente è uno da grande squadra.

Tenere Krsticic in panca in questo periodo mi sembra una scelta molto saggia. Il rendimento del giocatore serbo è molto calato rispetto all’anno scorso, bisogna dargli il tempo di rimettersi al 100%: per ora è un ottimo rincalzo a partita in corso. Tra l’altro Krsticic ha ha un ottimo rapporto con il suo connazionale Mihajlovic e quindi accetta di buon grado la panchina senza creare polemiche. Dopo l’infortunio subito l’anno scorso nel derby è molto calato, piano piano si riprenderà ma è giusto tenerlo fuori in questo momento.

Recuperato Soriano, Mustafi titolare, Palombo spostato a centrocampo e per finire tre punte in campo dall’inizio per combattere la sterilità dell’attacco.

Eder e Gabbiadini larghi, con Pozzi centrale, e la disponibilità di tutti e tre gli attaccanti di rientrare in difesa sono una bellissima novità e un cambio di atteggiamento totale. Adesso i giocatori entrano in campo per fare male, prima entravano in campo per non beccare gol.

Oggi bella prestazione di Eder, speriamo che regga fisicamente e che non si faccia male perché è il migliore della squadra. Che dio ce lo conservi integro, è il più buono di tutti. Gabbiadini oggi ha fatto un gran gol. Secondo me lui è un po’ troppo innamorato del pallone, nel senso che non la passa volentieri e spesso se la fa fregare per eccesso di dribbling. Però oggi finalmente gli è andata bene e ha fatto un gran gol. Pozzi ce la mette tutta, con tutti i limiti che ha però almeno ci mette sempre l'anima e il fisico, finché gli regge.

Insomma, mi sembra che Sinisa in poco tempo abbia cambiato volto alla squadra. Complimenti a lui, spero che a gennaio prendano una prima punta che la butta dentro. Bene anche l’utilizzo di giocatori importanti come Sansone, Renan ripescato dal cilindro, Vasco Regini, che da laterale è un ottimo rincalzo per Costa ma che può anche egregiamente giocare al centro della difesa in caso di defezione di Galstaldello o Mustafi. Quest’ultimo sta molto migliorando, a parte quando deve impostare.

Insomma, Sinisa non è Cavasin.

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01 dicembre 2013

Video mostra e brunch da Said

E’ stato un bel weekend. Ieri era bel tempo, una bella sorpresa visto che le previsioni davano pioggia. Di mattina siamo stati a Piazza Vittorio, Pietro con la bici insieme a Bianca. Lì c’erano altri bambini assortiti e Pietruzzo si è sfogato ben bene giocando a pallone sotto un tiepido sole.

A pranzo abbiamo mangiato qui con Tina, Stefano e Bianca. La Giusi ha preparato la pasta con il tartufo, buona, e poi c’era la porchetta. Per finire lo zuccotto, dimenticato in frigo, di Fassi e prontamente recuperato per l'occasione. Ottimo e abbondante.

Di sera siamo andati alla prima della mostra di Francesca, si chiama "Ritratto Continuo", una video installazione alla Galleria Nazionale di arte Moderna a Valle Giulia. Il filo conduttore sono le donne e l’emancipazione femminile, ma la cosa davvero buona è che non si scade mai nel femminismo ideologico e un po’ trito, ma anzi è una mostra che ti assorbe e ti guardi tutti i video come ipnotizzato perché ti incuriosisce e vuoi sapere cosa scriverà la donna successiva, che compare in sequenza sullo schermo con una modalità e un ritmo lento, che sembra quella delle vecchie diapositive.

Molto bella la mostra, con le sequenze video su quattro mega schermi agli angoli della sala che ritraggono “spose”, “venditrici porta a porta”, “suore” e “scultrici della parola”, alias scrittrici e donne di cultura. Tutte sedute su una sedia girevole, all’inizio inquadrate di spalle, poi si voltano e tirano su le mani dove hanno scritto il loro messaggio all’umanità con vernice colorata: le scritte più belle sono quelle delle venditrici porta a porta, una categoria di donne provata dalla durezza della vita che si esprimono in modo semplice, senza tanti giri di parole e con messaggi sintetici e ficcanti.

Anche le suore sono molto interessanti e divertenti, le scultrici della parola più serie e le loro scritte più lunghe e un po’ complesse rispetto al medium e al poco spazio che dà il palmo di due mani per esprimere un messaggio che gioco forza deve essere conciso, ad esempio: "La vita"; "Faith"; "Abbi cura di te".

Le donne più appealing erano quelle con messaggi concisi, scritti sulle mani multicolor. Insomma, un’ottima performance quella di Francesca, complimenti vivissimi anche per la location importante e per l’enorme specchio tutto mezzo rotto che fa da pavimento per la mostra. Un'opera d'arte che fa davvero il paio con la video installazione, che resterà in mostra un paio di mesi.

Ieri alla prima c’era tantissima gente ed è stato un successo. Fa piacere anche per Giancarlo. Facciamo il tifo per voi!

Noi abbiamo seguito in particolare la sequenza delle spose perché eravamo con una delle protagoniste della performance che giustamente voleva vedersi ritratta al museo.

Poi ci siamo fatti un giretto nel museo, c’era un enorme quadro di “arte povera” realizzato con aghi di acacia incollati uno ad uno sul pannello bianco, gigantesco, che copre un’intera parete. Fa un effetto stranissimo, sembra la fotografia dall’alto di un bosco con un fiume in mezzo, oppure un enorme uccello in volo. Insomma, un’opera molto carina e rilassante, vedi che c’è stato dietro un grosso lavoro da parte del team che lo ha realizzato. Studenti della Sapienza se non ho capito male.

Oggi, invece, pioveva e c’era molto vento. Cosa strana qui a Roma. Ho fatto la spesa al Conad, poi ho recuperato il motorino e siamo andati con Tina, Stefano e Bianca a mangiare a San Lorenzo all’"Antica Cioccolateria Said". Quando siamo andati ho portato Pietro in motorino, per fortuna non pioveva.

La cioccolateria, che si trova nel cortile di una casa sulla Tiburtina, prima del Verano, è bellissma. C’è una porta in ferro battuto fantastica all’ingresso, tutta di vetro, e poi entri e ci sono cioccolatini di tutti i tipi dietro alle vetrinette che ti viene voglia di strafogarti di cioccolato.

C’era cioccolato fondente, bianco, al latte e la forma più strana era una tazzina da caffè, di cioccolato, con il piattino e il cucchiaino in pendant. Una figata vera, poi enormi ciocoblocchi e cioccolatini, praline di tutti i tipi. Uno sballo, il regno del cioccolato con tutti i vecchi macchinari della fabbricazione in giro e le foto di com’era all’inizio, negli anni ‘20-‘30.

Il brunch di tutto rispetto, io mi sono calato polenta con spezzatino, asparagi, pomodoro ripieno, zucchina ripiena e altre amenità. Il dolce da deca e lode, torta pera e cioccolato, torta di mele e fette di arancia e ananas il tutto innaffiato da caffè americano. Pietrone si è calato un signor hamburger con patate vere a margine e una sberla di uovo strapazzato e bacon.

La presenza di Cosimo è stata la ciliegina sulla torta anche perché ha intrattenuto con il suo riconosciuto savoir faire tutti i commensali. Cosimo è una persona davvero entertaining.

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Samp, punto d'oro a San Siro

Una Samp tosta pareggia meritatamente a San Siro contro l’Inter. Primo gol di Renan in serie A, gran sinistro da fuori area di prima intenzione, che finisce nell’angolino basso alla sinistra di Handanovic, e punto d’oro per il morale dei blucerchiati. Ho visto soltanto il secondo tempo, ma posso dire oggettivamente che il pareggio ci stava tutto e non abbiamo rubato nulla.

A gennaio bisogna comprare assolutamente una punta che segna perché gli attaccanti non vedono la porta e non tirano mai. Ci vuole uno che la butta dentro, un terminale offensivo, perché per il resto mi sembra che Mihajlovic abbia già dato l’impronta alla squadra, che gira discretamente in tutti i reparti e siamo a 11 punti. L'altro gruppetto formato da Chievo, Bologna e Livorno è a 12 punti.

L’Inter è la solita squadra di Mazzarri, che il bel gioco non sa cosa sia. Unica punta Palacio e poi tutti ammucchiati a centrocampo. Meglio così, il pareggio di oggi è davvero manna dal cielo dopo la bastonata di domenica scorsa contro la Lazio. E’ vero che siamo penultimi da soli, ma domenica prossima abbiamo lo scontro diretto contro il Catania a Marassi. Catania a 9 punti, dobbiamo affossarli e fare i tre punti. Fondamentale.

Per il resto, una nota di merito a Mihajlovic perché ha rivitalizzato Soriano, oggi titolare e in campo bene per novanta minuti. E perché anche oggi, dopo domenica scorsa contro la Lazio, ha azzeccato il cambio cruciale inserendo Renan che ha segnato un gol importantissimo. Già domenica scorsa aveva messo in campo Soriano che entrato dalla panchina l’aveva buttata dentro. Buon segno, Mihajlovic con il poco che ha riesce comunque a mettere in campo le risorse migliori.

Anche Palombo a centrocampo non mi sta dispiacendo, Obiang purtroppo ha limiti di costruzione di gioco, è fortissimo come interdittore ma quando si tratta di impostare e soprattutto di tirare in porta sono dolori. Le punte, che dire, hanno limiti evidenti. Pur giocando a tre punte, con Pozzi centrale e Eder e Gabbiadini larghi, gli attaccanti non arrivano quasi mai al tiro. Peccato. Poi è entrato anche Sansone, non si può dire che Mihajlovic sia un difensivista, rispetto a Mazzarri è uno con molto più coraggio. Si è visto oggi, Belfodil è entrato gli ultimi cinque minuti di gara.

Insomma, domenica positiva, anche perché il Sassuolo vinceva due a zero a Cagliari ma alla fine ha pareggiato. Il Catania ha perso in casa con il Milan e resta dietro. Gli atri corrono: Chievo tre a zero al Livorno, che adesso potrebbe essere risucchiato nel gorgo della lotta salvezza. Bologna pareggio d’oro a Parma e vediamo come va domenica contro il Catania, poche storie è una partita che non si può sbagliare per i blucerchiati.

Nota finale per Renan: il tiro ce l’ha sempre avuto, finora non era mai riuscito a incidere in serie A. Lui è stato è stato caparbio e non ha mai mollato anche quando è finito ai margini della squadra, recuperarlo alla causa può essere davvero utile per la salvezza della Samp che con i suoi limiti non sarà certo una passeggiata. Ma almeno l'atteggiamento con Mihajlovic è davvero cambiato.

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