talentaccio

mi è tornata voglia di scrivere

26 giugno 2014

Il mio blog fa faville

Il mio blog fa faville, più di 400 visualizzazioni ieri e oggi. Ma mi sa che sono solo spammer, la maggior parte del mio pubblico è negli Usa, e poi ho una massa di spam che devo sempre eliminare ogni volta che entro in Blogger. Il filtro funziona, ma l’invasione degli spammer non si ferma.

Domani per fortuna è venerdì. Le settimane mi volano, ma è un bel mazzo al lavoro. Sono contento perché certi pezzi mi vengono bene e sono ben piazato con i Like. Meglio così.

Sabato se è bel tempo me ne vorrei andare in piscina, come l’altra volta, alle Magnolie. L’altra volta mi sono mezzo ustionato la schiena, che ancora mi prude. Ma se ci vado sabato ci sto più attento, mi riempio di protezione.

Mi devo fare la barba perché ricomincio ad assomigliare ad Abramo Lincoln, con la barba arricciolata. La mia barba sembra una matassa, un po’ rasta. Ha la stessa consistenza di un tappeto. E’ l’ora di sbarbarsi un po’, ma non del tutto, ormai sono abituato ad avercela la barba, mi compensa un po’ la ‘calvinklein’ che sta avanzando sulla testa. Spero solo che non mi venga la chierica, ci manca la chierica.

Stasera prima di dormire mi faccio i miei esercizi di stretching, per allungarmi un po’ i muscoli del corpo. E’ una buona abitudine, ti sgranchisce parecchio il fisico. Ce n’ho bisogno.

Oggi a pranzo sono andato dal pizzettaro di via Salaria, da Serenella, mi sono fatto una fettina di pizza provola affumicata e spinaci. Favolosa.

La Samp tutto ok, si spera. Il Mondiale è ormai alle spalle, due giorni dopo la vergognosa eliminazione dell’Italia. Ho letto che lo share del mondiale è precipitato dopo l’eliminazione, anche a me è passata la voglia di seguirlo. Sono passato a Crime Scene Investigation, che è sempre una sicurezza in tutti i sensi. E ieri sera mi sono visto un Cucine da incubo, con Cannavacciuolo, era commovente. Belin che bella la tele di sera.

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20 giugno 2014

Basta panini a pranzo

Non voglio più mangiare panini a pranzo, ma ultimamente sto mangiando solo panini a pranzo. Non ho tempo di sedermi e farmi un bel primo o un’insalata al bar. C’è sempre troppa gente al bar a pranzo e allora mi tocca il panino.

Di solito mi prendo una ciabattina con il salame, Milano o Ungherese, e il formaggio, dolce ma più spesso saporito. Dalle due paninare che stanno vicino al lavoro. Sono molto sorridenti, e poi mi prendo una lattina di Coca Cola. Quando c’è Luca, andiamo insieme a mangiarci il panino su una panchina a Villa Borghese.

Mi dirai, sputaci sopra. Non ci sputo sopra per niente, però non ne posso più di mangiare panini a pranzo. Oggi, rosetta con il salame, Milano, tre euro. Tra l’altro era una rosetta piccola, ma più che altro il panino lo mangio per tappare il buco del pranzo, per farmi una passeggiatina. Me lo stavo andando a mangiare all’ombra, fuori dall’ufficio oggi, Luca non c’era e di andare a Villa Borghese non ne avevo voglia.

Poi me lo sono mangiato camminando. A me i panini piacciono molto, ma basta panini a pranzo. Voglio farmi un'insalatona.

Al bar ho provato ad andarci, prima del panino, ma se non prenoti non c’è posto. Mi sarei fatto volentieri una bella insalatona.

Domani mattina quando ci svegliamo andiamo in piscina e mi sa che ci porteremo i panini, di nuovo, oppure che ci faremo un panino lì al bar della piscina. Ho mangiato un panino, anzi due pizzette pure ieri sera. Basta panini. Stasera per fortuna mi sono mangiato il pollo, con poche patate e poi i fagiolini.

Belin, vorrei scrivere un racconto o un romanzo, magari un romanzo storico. Ma non mi viene. Pane in casa ce n’è ancora, anzi la pizza bianca. Ma non c’è salame. E la mortadella non mi piace mica tanto.

Il panino migliore l’ho mangiato ieri, una ciabattina con il prosciutto crudo. Oggi rosetta piccola con salame, Milano. Ma l’ho già detto.

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L'inutile incontrista di centrocampo

E qui a Roma sono le undici passate, un silenzio surreale, la gente è ancora sotto choc. Belin, abbiamo perso due a zero contro il Costa Rica. Anzi uno a zero ma è uguale. Non ho parole per esprimere la carogna che c’ho in corpo, sconfitta peraltro più che meritata. Una cosa però la dico, ma perché ha tolto Verratti che l’altra volta aveva giocato così bene? Per sostituirlo con niente popò di meno che tatan: Thiago Motta, l'oriundo che non si capisce perché sia lì. L’inutile incontrista di centrocampo.

Ma non si dice sempre che squadra che vince non si cambia?

Probabilmente il nostro ct ha ben pensato di fare una partita di attesa, forte di una vittoria voleva capitalizzarla subito. Troppi retro pensieri e poi eravamo lentissimi in mezzo, la brutta riedizione del tikitaka, sterilissimo tikitaka senza tiri in porta.

Abate nullo, anche Candreva che l’atra volta con Darmian aveva fatto un partitone sulla fascia destra. E invece no, invece di riconfermare la stessa catena di destra ha spostato Darmian sulla sinistra. Boh.

Alla fine, ha messo dentro Insigne (nullo) e Cerci (nullo). Non so che dire, se non che gli altri sembravano Maradona. Bolanos e compagnia, ci hanno massacrato. Non abbiamo fatto un tiro in porta in tutto il secondo tempo. Non male. E Immobile inchiodato in panchina. Boh. Misteri del nostro ct. Ah, Cassano nullo pure lui.

Ma almeno non hai dovuto vedere sta partita, oscena l’Italia con il braccino e la gambetta molla. Come è possibile che ogni volta l’Italia faccia ste figure assurde.

Non venitemi a dire non ci sono più le squadre materasso perché allora mi viene da dire che è allucinante che dei giocatori che guadagnano così tanto come i nostri non riescano nemmeno a fare un tiro in porta in tutto il secondo tempo quando devi recuperare un gol di svantaggio.

La verità è che sono grammi e di una lentezza paurosa, sembrano dei cingolati. Sembra il mondiale del 2010 quando abbiamo perso contro la Nuova Zelanda. E con il Paraguay abbiamo pareggiato, ma che palle.

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15 giugno 2014

Dovremmo essere tutti juventini?

Er Viperetta è il nuovo presidente della Samp, ormai ho assimilato questa novità e ci ho messo qualche giorno perché il cambio è stato radicale. Addio a Garrone, senza rimpianti. Oggi c’era una sua intervista sulla Stampa in cui diceva che in 12 anni ci ha investito 330 milioni di euro e che era l’ora di andarsene da questo mondo marcio dove si sentiva un pesce fuor d’acqua. E' molto più difficile essere doriano che juventino. Ma allora uno che tiene per la Juve Stabia cosa dovrebbe fare? Smettere di tifare per la sua squadra?

Tanto livore e rancore per la Samp, come se fosse soltanto un peso per lui. Addio senza rimpianti. Anzi, a questo punto meglio che se ne sia andato se la pensa così e se pensa che in questi anni ha soltanto subito degli affronti e delle amarezze e che la dimensione della Samp è solo quella di vivacchiare.

E’ qui che non sono d’accordo con lo sfogo di Edoardo Garrone, perché c’è modo e modo di vivacchiare, anzi di vivere: nessuno ti chiedeva di fare gli stessi risultati di una grande, ma la passione non ce l’hai mai messa, non ce l’hai mai avuta ed è per questo che non ti rimpiangerò mai. Non è che se uno è doriano e sa che non si vincerà mai il campionato o la Champions League allora vali di meno degli altri. Oppure non è che se sei doriano a un certo punto decidi di essere juventino, o interista, o milanista.

Si può anzi si deve vivere nella propria dimensione cercando di fare il meglio e di portare a casa i risultati migliori ma con passione e con attaccamento ai colori e alla maglia, cosa che probabilmente Garrone non sentiva più, se l’ha mai sentito.

Ora vediamo er Viperetta, è un tipo diverso, probabilmente non ha gli stessi mezzi economici di Garrone, ma prima di stroncarlo a priori voglio vedere cosa combina in campagna acquisti e in programmazione. Sperando ovviamente che non ci porti in lega pro.

L’altro giorno quando c’è stato il fulmine a ciel sereno del passaggio di mano d’impulso ho telefonato a casa, volevo parlarne con mio padre che piccolo dettaglio è morto due anni e mezzo fa.

Ero talmente colpito dalle sorti della Samp che mi ero dimenticato che è morto e l’ho chiamato per confrontarmi con lui, cosa che avrei fatto se fosse stato vivo, e talmente vivo è il mio sentimento per la Samp che l’ho chiamato. Poi mi sono reso conto, quando ha risposto mia madre, che con lui non avrei potuto parlarne, e allora ne ho parlato con lei, mia madre, anche se lei non sa niente di calcio perché avevo bisogno di parlarne con qualcuno della famiglia. Perché per me la Samp è come un pezzo della famiglia e non la mollerò mai, nemmeno se finiremo in lega pro.

Intanto per fortuna er Viperetta è riuscito a confermare Mihajlovic, per fortuna. Ora vediamo cosa farà Braida e cosa deciderà di fare Gabbiadini. Con una premessa: io alla Samp vorrei che ci fosse soltanto gente che ci vuole stare per davvero e non gente che ci viene così, di passaggio, o soltanto per soldi ecc. Forse è una pia illusione, ma a maggior ragione chi veste la maglia blucerchiata deve amare questi colori al di là dei risultati.

Nessuno di noi doriani si illude che vinceremo mai lo scudetto, però pensare al calcio soltanto in termini di mero business non ha senso perché non è per i soldi che si entra in un mondo che riguarda nel profondo i sentimenti e i sogni della gente, dei tifosi. Se non capisci questa cosa è meglio che te ne vai subito. Se no dovremmo essere tutti juventini. Vaglielo a dire ai tifosi della Juve Stabia se cambierebbero squadra perché non possono competere con la Juventus. Belin.

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07 giugno 2014

Un doriano al mondiale

Un sampdoriano al mondiale, è Mustafi. E’ stato ripescato in extremis, farà parte dei 23 della Germania. Grande Mustafi, te lo meriti. Stava andando dal meccanico quando il citì della Nazionale tedesca lo ha chiamato e gli ha detto di preparare i bagagli per aggregarsi alla Germania. Sostituisce l’attaccante Reus, l’ennesimo giocatore a rompersi nelle amichevoli pre-mondiali. Poveretto.

La cosa che più mi piace è che Mustafi non dimentica la Samp in questo bel momento e dice che va al mondiale da sampdoriano. E ringrazia la società. Speriamo soltanto che non giochi e se lo fa che non incanti perché se no ce lo ruba qualcuno. A onor del vero ce n’è anche un altro di doriano al mondiale, è Romero. Speriamo che faccia un bel mondiale con l’Argentina, magari riusciamo a venderlo.

Mustafi, l’ho già scritto nel mio blog, è un ottimo difensore, fra i migliori che ho mai visto in blucerchiato. Mi ricorda Mannini come velocità e capacità di anticipo.

Mi ricordo anche lo scetticismo che provai quando Ciro Ferrara lo fece esordire due anni fa in serie A, all’improvviso. Aveva ragione Ferrara, che peraltro ha anche lanciato alla grande Icardi. Due cose che gli vanno riconosciute al di là di tutto a Ferrara.

Detto questo, non capisco perché Prandelli non abbia portato in Brasile De Silvestri, uno dei migliori terzini del nostro campionato di serie A. Misteri del calcio, comunque, meglio così perché secondo me De Silvestri è fortissimo e non si capisce perché le grandi non gli abbiano messo gli occhi addosso da tempo.

Altri doriana i mondiali sono stati Pagliuca, anche se forse giocava già nell’Inter; Vialli e Mancini, che nel ’90 non giocò nemmeno un minuto, mistero del calcio; Pazzini nel 2010 ma non Cassano, che invece c’è quest’anno e speriamo che faccia un bel mondiale, potrebbe essere una bella sorpresa visto che non è caricato di troppe responsabilità.

Oggi ho aperto come sempre le pagine sportive del Secolo XIX e ho visto che Okaka piace anche al Toro, che deve sostituire Immobile e sta pensando di fare un’offerta per il nostro centravanti trovato per strada. Dico solo che se vendono Okaka, arrivato gratis dal Parma a gennaio, devono come minimo prendere uno fra Paulinho e Bergessio se no veramente ci prendono per i fondelli.

Comunque, se vendono Okaka per fare cassa sono dei babbi. L’ho già detto e lo ripeto.

Brkic pare che non sia in vendita, ho visto che dalla Steaua Bucarest tornerà alla base Piovaccari. Belin, a volte ritornano. Anche Maccarone è ancora nostro, idem per una serie di altri giocatori come Juan Antonio. Signori del Modena anche è nostro, credo, magari si potrebbe pensare di riprendercelo.

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Pinta con il manico

Ieri verso le sette sono andato a bermi una birra al bar Roma-Lazio, angolo viale Manzoni via Emanuele Filiberto. Hanno rinnovato il locale, ora è molto bello dentro. Mi sono seduto a un tavolino fuori, la birra era molto fredda, in uno di quei bicchieri con il manico, favolosi. Quelli della birra Poretti.

Mi ricordo che bicchieri così li ho visti per la prima volta a Milano, al bar Poretti se non sbaglio, di fianco al Teatro Smeraldo. Bersi la birra nel bicchiere da birra è tutta un’altra cosa, i bicchieri da birra che preferisco sono quelli da pinta classici che ci sono nei pub.

La pinta di Guinness scura è la più bella da vedere, anche se personalmente la birra scura non mi fa impazzire. E’ troppo amara.

A me la birra all’inizio non piaceva, poi piano piano ho cambiato idea e se hai sete è una bevanda molto dissetante.

Al bar Roma-Lazio non ci sono quasi mai andato, ma adesso che l’hanno rinnovato penso che ci andrò più spesso.

Oggi è sabato, il tempo è bello. Pietro e Giusi sono andati presto stamattina al parco Avventura fuori Roma. C’è una festicciola. Poi nel pomeriggio ce n’è un’altra di festicciola. Qui nei paraggi. Penso che andrò anche io. Ieri sera c’è stata la festa di fine anno scolastico nel cortile della scuola di Pietro. Molto carina.

Sto cercando qualche spunto per scrive un racconto o qualcosa, se ci penso a tavolino non mi viene niente di clamoroso. Non so come spiegare, è come se non riuscissi a fissare la mente su qualcosa di preciso. Mi passa tutto davanti agli occhi a gran velocità e non riesco a cogliere un argomento particolare su cui concentrare il tiro.

Ma forse è soltanto pigrizia, diciamocelo chiaramente, per scrivere qualcosa bisogna metterci la testa sopra e concentrarsi. Ti faccio un esempio. Adesso scrivo dieci cose che mi piacciono tantissimo da mangiare. Una specie di top ten culinaria dei miei piatti preferiti.

Pansoti al sugo di noci.

Trofie al pesto.

Roast beef.

Rognoni.

Fegato.

Trippa.

Scaloppine a limone o al marsala.

Cotoletta alla milanese con patatine fritte o Wiener Schnitzel.

Calamari fritti.

Torta di pere e cioccolato.

Sacher Torte.

Profitterolles.

Ne ho scritte 12 e ti dico perché ho scritto queste. Pansoti e trofie sono i miei primi preferiti, quando si andava in osteria a Genova in qualche vicolo del centro o in qualche ristorante nell’entroterra ligure erano piatti immancabili e una sicurezza. Da quando vivo a Roma li mangio raramente, la cucina romana mi piace molto, ma pansoti e trofie sono piatti con sapori mitici che non hanno paragoni per me.

Il roast beef è buonissimo, il più buono che ho mai mangiato lo ha fatto mia cugina Maria, una cuoca da guida Michelin che cucina come una dea. Secondo me Maria dovrebbe aprire un ristorante, magari insieme a Cristina. Di cucina genovese.

I rognoni li cucina benissimo mia madre, che fa anche delle ottime sogliole fritte. Idem per il fegato ai ferri con un po’ di limone, lo preferisco cucinato così che non alla livornese.

La trippa secondo me alla romana è la morte sua, come la preparano in osteria alla Suburra con la mentuccia, ma è ottima anche quella che fa la mamma della Giusi in Sicilia.

Le scaloppine, le più buone erano quelle della zia Anna della domenica.

Sulla cotoletta, la più buona era quella che mi facevo a pranzo la domenica vicino a Porta Genova a Milano, con l’insalata verde di contorno. C'era poi la Wiener Schnitzel che ci prendevamo al ristorante a Landeck, in Austria.

Calamari fritti al ristorante.

Torta di pere e cioccolato, quella di Cipriani qui a Roma. Il cioccolato è una specie di crema e i pezzi di pera tagliata sono quelli di una pera dolcissima.

La Sacher Torte, quella di Regoli.

I profitterolles sono sempre una sicurezza.

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02 giugno 2014

Okaka non datelo via

E’ la solita storia, appena abbiamo un giocatore decente la prima cosa che si fa è cercare di venderlo. Bella menata. Ora ho letto le news di calciomercato e danno Okaka sul mercato, nel mirino di Galatasaray e Schalke 04. Che palle.

Okaka è forte, lo abbiamo preso a gennaio, è tutto nostro, ha 25 anni, lo abbiamo rilanciato, lo abbiamo valorizzato, gli abbiamo dato fiducia e manco il tempo di affezionarsi al giocatore che ha segnato e tenuto su la squadra da gennaio in poi, che già lo mettono sul mercato. Per fare cassa.

Non capisco che senso abbia se non quello di fare frettolosamente cassa. Anche perché comunque al suo posto devi comprarne un altro e deve essere uno che segna. Gratis non te lo danno e se non vuoi limitarti a confermare Maxi Lopez, che da gennaio non ha certo convinto, allora devi trovarne un altro nuovo di attaccante.

Tra l’altro Gabbiadini è tutt'altro sicuro che resti. Magari la Juve ce lo lascerebbe un anno ancora, però è chiaro che se si fa sotto il Napoli, ad esempio, magari il ragazzo spingerà per il trasferimento. E tutto il discorso che Gabbiadini vuole giocare più vicino alla porta, più da centravanti, speriamo di no perché da prima punta non rende e soprattutto non segna quanto serve a noi.

Per tornare a bomba su Okaka, il ragazzo si è integrato benissimo nello spirito di Mihajlovic, più che pensare a cederlo io cercherei di blindarlo. Se no ripetiamo la stessa storia di Icardi, di Poli, di Pazzini e Cassano. Tra l’altro un altro che venderanno potrebbe essere Obiang, per non parlare di Mustafi, da un lato penso che sia un bene che non lo abbiano portato in Brasile con la Germania, così almeno non schizza ulteriormente il suo valore e magari riusciamo a tenercelo.

Vendere Okaka per scommettere su un altro per me è un azzardo. Quagliarella, magari venisse, ma non è detto che faccia bene come potrebbe fare Okaka se confermato. Io penso che un altro anno intero dall’inizio con Mihajlovic sarebbe un bene per Okaka.

Poi, Paulinho non viene, costa troppo; Bergessio nemmeno, ha troppo mercato e si parla di lui per la Roma, quindi addio Bergessio. Ci ritroviamo di nuovo senza prima punta, dopo aver trovato fortunosamente uno come Okaka preso al momento giusto, che ha garantito un rendimento inatteso. Sarebbe davvero un delitto darlo via.

Certo, capisco che abbiamo la grana Romero e che sul groppone ci sono gli ingaggi di una marea di giocatori che continuiamo a pagare con ingaggi sontuosi fra cui Piovaccari, Juan Antonio, Maccarone, Eramo e compagnia cantante, però scusate magari provate a fare cassa con Biabiany, che continua a essere metà nostro - ho letto che interessa l Milan -tenete i giocatori che vogliono restare e che sono forti - Okaka, De Silvestri, Krsticic, Mustafi in primis - e prendete un portiere decente. Obiang pure vorrebbero venderlo. Non ho parole.

Se non l'anno prossimo siamo punto e a capo. Il rendimento di Mihajlovic, che quest'anno ha fatto miracoli, non è mica sicuro che sia lo stesso nel prossimo campionato. Io lo spero, ma la certezza matematica non c'è.

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In bici alla Caffarella

Ieri mattina siamo tornati alla Caffarella, che sta diventando un polo di attrazione sempre più battuto per i nostri weekend famigliari. Con Pietro abbiamo preso la sua bici e siamo andati in metropolitana fino a Colli Albani. Di lì siamo andati al parco, mi sono affittato la bici e abbiamo fatto una nuova esplorazione.

E’ la seconda volta in poche settimane che adottiamo questa formula e come l’altra volta alla fine eravamo molto soddisfatti del mini tour in bici. Con Pietro in queste occasioni c’è una grossa complicità, perché io gli chiedo se ha voglia di accompagnarmi in esplorazione e lui è tutto contento di venire all’avventura con me nell’ignoto.

Ieri siamo passati prima al Casale della Vaccareccia, c’erano gli asini e lui è sceso dalla bici per dargli un po’ d’erba. Come le altre volte, soltanto che questa volta si è beccato un morsetto su un dito, ovviamente nulla di grave, ma già un primo assaggio di avventura e pericolo che a lui ovviamente piace molto.

Abbiamo proseguito girando a sinistra verso la Fonte Egeria, un ninfeo in mezzo agli alberi dove si accede da un sentiero molto stretto. C’erano parecchi altri escursionisti e quindi c’era la difficoltà di cedere il passaggio e di non fare incidenti con altri ciclisti. Pietro guidava e apriva la strada, gli piace stare davanti, io lo seguivo.

Dopo la tappa alla fonte Egeria, abbiamo proseguito in mezzo al bosco, sul sentiero, e abbiamo preso a destra, su un’erta salita. In cima ci siamo fermati al rudere di una costruzione, che abbiamo battezzato il castello. Siamo entrati, Pietro aveva un po’ paura, poi siamo andati sotto un albero all’ombra a mangiarci un paio di paninetti al prosciutto, perché la cosa bella delle escursioni è la fase del picnic.

Abbiamo bevuto un po’ d’acqua, e Pietro era tutto preoccupato. Mi chiedeva se conoscevo la strada per tornare, io lo rassicuravo, vedi laggiù ci sono le case. E’ quella la direzione. Abbiamo preso la discesa, sentieri stretti e pietrosi, ho detto al bambino di andare piano sullo sterrato e di non frenare bruscamente per non cadere. Lui va già molto bene e non ci sono stati incidenti. Siamo ripassati dalla fonte Egeria e poi abbiamo svoltato ancora a destra, allontanandoci dalla strada del rientro, fino alla torre Valca, una torre antica mezzo distrutta che è stata una nuova tappa dell’esplorazione.

Poi siamo rientrati. In mezzo agli alberi il bosco a tratti è molto fitto e buio, Pietro si spaventa un po' e accelera perché ha paura del buio e dell'ignoto. Io lo rassicuro e gli dico di andare non troppo veloce e di godersi il paesaggio.

Dopo la discesa finale, sulla spianata finale, abbiamo fatto la gara e lui va come un treno. Belin, ha una resistenza pazzesca e a un certo punto stava mettendo la sesta e gli è saltata la catena. Gliel'ho rimessa senza difficoltà.

Abbiamo finito di mangiare i nostri panini, ci siamo rinfrescati alla fontanella e Pietro si è fatto anche un po’ di percorso ginnico, vicino al parco giochi. Poi ha giocato in mezzo alle piante. Ottima escursione, c’era molto caldo ma il parco è sempre bellissimo.

Nel pomeriggio ci siamo un po’ riposati a casa e verso le cinque siamo usciti di nuovo con la bici, siamo andati a Colle Oppio.

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